Nella terra delle ciliegie

veneto-mapLa strada fra Thiene e Marostica in Veneto si chiama Gasparona; divide la pianura dalle colline. Nel 1980 tre comuni – Mason Vicentino, Molvena, Pianezze – indirono un referendum per la fusione amministrativa. Esito negativo. Della proposta rimase il nome di ciò che doveva diventare quel territorio: Colceresa, ovvero Colle delle ciliegie, per rendere omaggio al prodotto più tipico, lì diffuso fin dal XVI secolo.

Il nome oggi è passato a un itinerario escursionistico che inanella, in un continuo su e giù, lievi increspature di verde e boschi attraversati da torrenti e ruscelli, preludio alle Prealpi Venete. È una zona abitata, distribuita in decine di nuclei dove sopravvive qualche vecchia casa colonica accanto ad aziende agricole attrezzate, dotate di alloggi per i turisti.

Itinerario a piedi sul Sentiero Colceresa, nei comuni di Pianezze, Molvena, Mason Vicentino, in provincia di Vicenza. 

Partenza: Pianezze, raggiungibile in auto da Vicenza (29 km) percorrendo le strade provinciali 248 (direzione Breganze)  e 111 (direzione Marostica). Arrivo: Mason Vicentino. Si può tornare a Pianezze con un servizio di taxi: Planet1-Drive&Cult, tel. 0424.411339.

Lunghezza: 12.3 km. Tempo di percorrenza: 4 ore, senza soste. Dislivello: 454 metri. Segnavia: cartelli in legno con indicazione ‘Sentiero Colceresa’. Condizioni del percorso: sentieri, strade comunali e campestri. Periodo indicato: tutto l’anno.

Le buone soste. Per mangiare e per dormire

Agriturismo Riva Granda (Molvena, piazza Alpini 6, tel. 0424.489033, http://www.rivagranda.com). Il primo agriturismo della zona che conserva ospitale accoglienza in B&B (3 camere) oltre che una raffinata cucina e una ricca cantina di vini di produzione locale. Camera per due persone, cena e colazione a 110 euro.

Agriturismo Al Pozzetto (Mure di Molvena, via Michelina 1,  tel. 042.419051, www.agriturismoalpozzetto.it). L’azienda produce asparagi, ortaggi, vino, ciliegie, olio, mais marano per polenta: materie prime che impiega nelle preparazioni delle pietanze. Menu da 25 euro, camera doppia con colazione a 65 euro a notte.

Agriturismo La Torre (Molvena, via Costavernese 26, tel. 0424.708150, www.agrilatorrevicenza.com). Quattro camere doppie arredate con essenze di legno diverse, da cui deriva il nome delle stanze: frassino, noce e ciliegio. Ristorante annesso con una cucina tipicamente veneta.

B&B Il geranio (Pianezze, via Oldelle 4/a, tel. 0424.781119, www.ilgeranio.it).  Quasi all’inizio del sentiero, immerso nel verde delle colline per un soggiorno di quiete. Camera doppia con colazione da 60 a 80 euro a notte.

Pubblicato su BELL’ITALIA, giugno 2013 – ©2016 Albano Marcarini

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Il Sentiero Colceresa è facile, di moderato dislivello, ben segnalato e attrezzato con 27 pannelli, distribuiti lungo il percorso a segnalare le caratteristiche naturali, storiche, monumentali: una vera enciclopedia locale, che merita un plauso per il metodo e la cura con cui è stata realizzata. La primavera e l’inizio dell’estate sono il periodo migliore. I prati si vestono a festa con milioni di fiori, gli alberi da frutto si colorano di bianco nei ciliegi e di rosa nei peschi e nei mandorli. Lungo il percorso sono innumerevoli i luoghi di ristoro, la cui cucina trae beneficio dai prodotti della terra, dalle erbe aromatiche e dagli ortaggi che accompagnano piatti prelibati.

La ciliegia di Marostica.

Contrariamente a quanto si pensa la ciliegia non è originaria dell’Asia Minore; scavi effettuati in Europa hanno portato alla luce noccioli del frutto risalenti al Neolitico. La ciliegia è spesso presente nelle decorazioni artistiche, nei dipinti dei pittori veneti e nei versi dei poeti. Alla fine del XVIII se ne conoscono ben 149 varietà. Fin dalla prima metà del Novecento Marostica e dintorni è uno dei luoghi deputati per la coltivazione di questo dolce frutto con l’attribuzione dell’Indicazione geografica protetta (IGP), assieme all’olivo e all’asparago. Alla ciliegia, ogni anno, nei mesi di maggio e giugno, si dedicano feste paesane e mostre-mercato. Il terreno si presta bene per la sua matrice vulcanica, dotata di sostanza organica, per l’esposizione al sole e per l’ottima ventilazione nel periodo di maturazione del prodotto. I Duroni, la Milanese, la Ferrovia, la Mora di Cazzano, la Bigarreux, la Bella Italia, la Sandra sono fra le varietà più apprezzate.

Chiesa di Monteferro
L’oratorio dei Ss.Giacomo e Filippo

La partenza è alla chiesa di Pianezze, distinguibile per la posizione sul vertice di un colle e il campanile a guglia, dai caratteri nordici. A tratti su asfalto si alternano sentieri e stradine, come quelle che, subito usciti dall’abitato, salgono all’oratorio dei santi Giacomo e Filippo, su uno sprone panoramico, esemplare per forma e collocazione tanto da nascondere antichi insediamenti fortificati.

DSC_0020I comuni della zona erano in passato composti da ‘contrade’, come Oldelle, già abitata nel XV secolo, dotata di fondi campestri e vigne. Subito dopo si sale la pendice in un proliferare di campi terrazzati e alberi da frutto fino a entrare nel bosco che rimargina gli impluvi o riprende possesso di campagne non più coltivate. Le ‘masiere’, ovvero i muretti che delimitano il percorso, sono una ricchezza naturale per il rivestimento di edere, muschi, felci, tanto da pensare a un paesaggio incantato, specie quando avvicinano spuntoni affioranti di roccia arenacea. Ben presto si torna fra i ciliegi. In ‘contrà dei Sandri’ si coltivarono nel 1931 le prime ciliegie ‘sandra’, grosse, saporite e polpose.

Poi si toccano altre contrade, dei Malossi e di Creazzo, e si scende in direzione di Molvena con il sentiero delle Strambane, attraverso un’oasi naturale dove si cela il sito delle Spironche. Queste sono grotte nelle quali, si mormora, sia sprofondato in epoca remota l’oratorio di S. Fortunato, profanato da nobili locali che lo utilizzavano per balli licenziosi. Il luogo, fra carpini, robinie, ornielli, prati di tarassaco, ruscelli, antiche fonti gorgoglianti, è suggestivo e merita una sosta contemplativa.

Superato su un ponticello in legno il Fosso di Valle Onari, fiancheggiato da un rigoglio di vegetazione amante dell’umido, si sale a Molvena. Qui, belle case con cornici in pietra da mola e l’immancabile monumento che ricorda le vittime di una guerra, la prima, che sconvolse questi territori.

L’itinerario insiste nel suo salire e scendere. Ora si riporta nella piana percorsa dal torrente Valderio rintracciando con meticolosa cura la viabilità campestre: ‘carize’, ‘carede’ e ‘trodi’, come si indicano nel dialetto veneto. Della loro antichità danno prova i capitelli sacri ai crocicchi, i ponticelli, gli alberi isolati che indicano la via come fanno oggi i moderni segnali stradali. Salendo verso le case di Mure si giunge a una balconata sulla pianura veneta. In giorni fortunati si scorgono Vicenza, i Colli Berici e gli Euganei.

Non bisogna trascurare le opere d’arte. La chiesa di S. Stefano a Mure ne è un esempio per i virtuosi lavori nei marmi degli altari e per il singolare campanile a merli che riporta a un’origine difensiva, opposta alle scorrerie barbariche. Ci attende un’altra valle, quella del torrente Laverda, un tempo costellata di mulini e opifici, fra cui, nel 1873, la ditta omonima, produttrice di macchine agricole e motociclette. Un’ultima asperità ci attende prima di approdare a Mason Vicentino, termine dell’itinerario. È la dorsale di Monterosso che si raggiunge salendo da Costa Ulivo, accanto a tenute agricole di fondazione nobiliare, come quella del Barco, della famiglia Angaran. Un ultimo sguardo dall’alto verso i panorami veneti e quindi si perviene a Mason, abitato noto per le sue ville – fra cui la neoclassica Angaran Delle Stelle Cattaneo – e per essere stato, in epoca preistorica, un caposaldo della cosiddetta ‘pista dei Veneti’, tracciata fra Vicenza e il Piave lungo il piede dei rilievi.

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Villa Angaran Delle Stelle

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Albano Marcarini (a cura di -) – VENETO E FRIULI VENEZIA GIULIA – De Agostini/Alleanza Ass., 2004, 228 pagine con foto, mappe e acquarelli – formato 13 x 20 cm

L’Italia dei records vanta anche il primato del numero di autoveicoli per km di strada: 103, contro i 65 della Germania e i 29 della Francia. Ce n’è fin troppo, quasi da soffocamento. Perché, ogni tanto, non lasciar perdere il volante e passare al manubrio… della bicicletta o a un buon paio di scarponi per una bella passeggiata all’aria aperta. Il nostro Paese, appena al di là del guard-rail dell’autostrada regala ancora bei paesaggi e luoghi tranquilli. Sono angoli sconosciuti ai più, sono posti che per arrivarci bisogna faticare un po’, scrutare la cartina, magari chiedere in giro, oppure leggere con attenzione questa guida. Ne abbiamo scelti appena più di una dozzina in due regioni – il Veneto e il Friuli - Venezia Giulia – che ne meriterebbero almeno cinquanta.

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