A Tandalò non c’è più nessuno

Itinerario a piedi nella Foresta Demaniale Filigosu, nel comune di Oschiri (Sassari).

A Tandalò non c’è più nessuno. Non da ieri, ma da almeno cinquant’anni. Gli ultimi abitanti hanno lasciato il villaggio con le masserizie caricate su un asino percorrendo una scabrosa mulattiera fra le accidentate montagne della Gallura, in Sardegna. Tandalò fu, fino alla metà del secolo scorso, un villaggio di pastori e di carbonai. Non semplici dimore temporanee, bensì un vero piccolo paese con case di pietra, una chiesa e una scuola. L’isolamento gli fu fatale. Per raggiungerlo occorrevano ore di cammino e nessuno pensò mai di costruire una strada per arrivarci. Ancora oggi gli abitanti dei paesi vicini, Buddusò e Oschiri, più fortunati quanto a strade e servizi, bollano i discendenti dei tandaloini originari come persone rozze, ignoranti, insomma dei pastori illetterali come se la Sardegna fosse stata da sempre un’isola di soli signori.

Schermata 2015-11-22 alle 11.21.39A Tandalò si campava con uova, pane e farro, recita una poesia popolare. Si guardava passare le stagioni ignorando il tempo, le autorità e le dominazioni. Bisogna, come un tempo, raggiungerlo a piedi per comprendere tutto questo. L’accesso dalla parte di Oschiri è più disagevole di quello da Buddusò, cui il villaggio appartiene, ma consente di percorrere gli ultimi chilometri a piedi. Bisogna dapprima raggiungere la Foresta demaniale Filigosu, parte mantenuta a sughereta, parte a macchia mediterranea. Dopo essersi presentati alla Caserma forestale, si procede lungo uno sterrato per circa 8 km, poi si abbandona l’auto al confine dell’area protetta e si prosegue zaino in spalla. La direzione è evidente, non ci sono possibilità di errore, e poi il villaggio si scorge subito: in basso, vicino al torrente, la chiesuola e due monumentali querce; in alto, sulla groppa di una collina, le case, disposte qua e là come fossero semenza. La chiesa è una modesta costruzione in pietra con il tetto a due falde e un piccolo campaniletto a vela. È intitolata a San Giuseppe ed è officiata due volte l’anno: il giorno del santo e il giorno della festa del villaggio. In questa occasione i ‘profughi’ di Tandalò tornano alle loro origini, banchettano allegramente sui tavoloni in marmo sotto le querce che li videro nascere, e poi si sparpagliano su per la collina a mietere ricordi. Le casette sono basse, rettangolini di calda pietra granitica,  col solo piano terra e un paio di finestre al massimo. Fra le travi sfondate dei tetti, dentro le stanze invase dai rovi, si scorgono ancora la testata in ferro di un letto, una sedia e la gamba di un tavolo.

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L’occhio fantasma di una finestra

A un angolo c’è sempre la nicchia del camino, annerita dal fumo. Dinanzi alla casa si allarga una specie di cortiletto, cinto da un muretto in pietra. Buttata per terra c’è una brocca per il latte e ciuffi di lana pecorina dappertutto.  La casa più in alto è la scuola, vicina alla croce in ferro che svetta  sulla punta della collina. Non ha più scolari e maestra, ma ci sono le banchette in legno e un pezzetto di lavagna dove qualche nostalgico ha scritto: «Ciao, Tandalò».

Punto di partenza: Foresta Demaniale Filigosu. Oschiri si raggiunge da Olbia seguendo per 46 km la statale 199 in direzione Sassari. Da Oschiri si seguono le indicazioni per Nostra Signora di Otti e per Filigosu. Dalla Caserma forestale si continua in auto per altri 8 km su strada sterrata fino alla sbarra; da qui si procede a piedi. Tandalò si raggiunge anche in auto ma dal versante di Buddusò. Bisogna mettere in conto 16 km di sterrato per andare e altrettanti per tornare. Tempo di percorrenza: 1 ora e 15 minuti (solo andata) su mulattiera sconnessa; due guadi. Dislivello: 100 metri. Periodo consigliato: fino a giugno, da ottobre in poi. Dove mangiare. Nessun ristoro lungo il percorso, provviste a Oschiri. Scorta d’acqua. Info: Ente Foreste della Sardegna, tel. 079.2018200, www.sardegnaambiente.it/foreste/; Pro Loco di Buddusò, tel. 347.3047393.. Internet: www.comunedibudduso.it

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Itinerario pubblicato su BELL’ITALIA 217, maggio 2004. Aggiornato il 13.12.2009.

IMG_0149La Foresta Demaniale Filigosu si trova a circa 7 km da Oschiri. Una volta raggiunta la Caserma Forestale si prosegue in auto su sterrato, lasciando a destra il recinto dei cervi e la diramazione per Sa Conza. La salita, di 8 km, lambisce il laghetto del Riu Badu de Truddas. Dopo 600 metri uno spiazzo indica il parcheggio, da cui prende avvio la passeggiata. Superato il cancellino che delimita il perimetro della Foresta Demaniale si entra nel territorio comunale di Buddusò, cui Tandalò appartiene. Le alture sono rivestite da un basso tappeto di macchia arbustiva. Piante più mature ricoprono invece i versanti che guardano verso il Riu Mannu. Oltrepassata una lieve soglia, la strada sterrata e sconnessa scende in direzione del villaggio. Da lontano s’intravede la radura con la chiesuola. Passato il guado del Riu Mannu (in estate quasi del tutto privo di acqua) si accede al pianoro dove campeggia la chiesuola di S. Giuseppe, vecchia parrocchiale di Tandalò. TandaIl villaggio è alle spalle, appoggiato su una dolce insellatura della montagna. Accanto alla chiesa spiccano due quercie centenarie che hanno dato provvidenziale riparo a generazioni di pastori. I lunghi tavoli in marmo servono oggi ai banchetti durante le ricorrenze annuali. Dalla chiesa si sale per diversi sentieri alle case del villaggio. La sua posizione era ideale perché ventilato in estate e rivolto al sole in inverno. Le povere casupole sono quasi tutte diroccate. Dinanze ad esse si apre un piccolo cortile recintato da muretti. L’edificio più alto, proprio sotto la croce che svetta sulla rupe, è la vecchia scuola elementare. Il percorso del ritorno è lo stesso dell’andata.

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