L’anello di Monteriggioni

Di Monteriggioni si conosce la sua assoluta bellezza. Questo è un breve anello pedonale sulle colline attorno alla turrita cittadella: un piacevole modo di osservarla da ogni sua parte.


Partenza e arrivo: Monteriggioni, raggiungibile in auto da Firenze o da Siena percorrendo il raccordo autostradale Firenze – Siena con uscita a Monteriggioni. Il borgo si trova a circa un km dallo svincolo.

Tempo di percorrenza: 1 ora e 30 minuti 

Dislivello: 120 metri 

Segnavia: bianco-rossi Cai 101.

Dove mangiare: Si chiama Il Pozzo il miglior ristorante all’interno delle mura, in piazza Roma 20 (tel. 0577 304127, www.ilpozzo.net), allestito in un edificio del XIII secolo, con giardino.

Dove dormire: A pochi metri da piazza Roma, l’albergo Monteriggioni (4 stelle) offre ai suoi clienti la rara esperienza di alloggiare nel borgo murato (via 1° maggio 4, tel. 577 305 009, http://www.hotelmonteriggioni.net).

Le buone cose: Dentro le mura di Monteriggioni si trovano diversi negozi che propongono prodotti tipici del senese: vino, olio, miele, distillati, marmellate, profumi, essenze, saponi. Da visitare la Fattoria Castello di Monteriggioni, in via 1° maggio 25 con larga scelta di vini.

Info: Ufficio Turistico di Monteriggioni, piazza Roma 23, 0577.304834. 

Un piccolo assaggio della Via Francigena prevede un anello attorno a Monteriggioni. Lo si può prendere come un piacevole complemento alla visita del borgo fortificato poiché, lungo il percorso pedonale, si potranno godere di inedite visuali e scorci della possente cinta murata sullo sfondo del paesaggio collinare. Scavando nelle memorie letterarie si estrae un celebre passo dell’Inferno di Dante: «…sulla cerchia tonda / Montereggion di torri si corona». E prosegue: «così la proda che ‘l pozzo circonda / torreggiavan di mezza la persona li orribili giganti, cui minaccia / Giove del cielo ancora quando tuona». Dante paragona alle torri della cittadella i giganti immersi nel ghiaccio che stanno a corona intorno al pozzo del Cocito. Questo, infatti, è il lago ghiacciato nel quali si puniscono i traditori nel nono cerchio dell’Inferno.

Fin da quei tempi Monteriggioni stupiva. Fin dal 1214, quando furono alzate le cortine e dotate di 14 torri quadrilatere, con due porte disposte alle estremità seguendo un asse longitudinale. Due porte per guardare una la madre patria Siena, l’altra il potenziale nemico, Firenze. Non era paese, ma fortilizio, un avamposto lungo l’antica strada romea battuta dai pellegrini. Molti borghi toscani erano cinti da mura, ma quelle di Monteriggioni furono sempre considerate un’opera straordinaria. Nel corso del XVI sec., con l’avvento delle artiglierie, furono ridotte in altezza poiché si riteneva che mura troppo elevate costituissero un pericolo per gli assediati potendo crollare al loro interno. Ma il loro impianto rimase immutato, fino a oggi, dando vita a un’inconfondibile icona della storia e del paesaggio toscano.

Dunque non era un paese, ma un fortilizio, un avamposto lungo la strada romea. La formidabile cortina murata ha uno sviluppo ellittico di circa 560 metri per adattarsi alle curve altimetriche del colle. Si dice che le torri, in origine, fossero più alte, dotate di un tetto in legno, e che fra l’una e l’altra esisteva un cammino di ronda, pure coperto e protetto. Bisogna poi pensarle dotate di tutti gli apparati rimovibili come le bertesche, le passerelle a sporgere, i gabbioni ecc. Un sentierino consente di effettuare l’intero giro. All’interno delle mura invece, il caseggiato, fatto di case basse che di poco superano l’altezza della cinta, è impostato su una maglia quadrangolare con tre vie fra loro parallele e una larga piazza. La principale di queste unisce le due porte: la porta Franca, o Romea, aperta verso Siena; e la porta di S.Giovanni, verso Firenze. Sulla Porta Franca è infissa una lapide che dice meglio di un libro di storia. È il latino, ma si può tradurre in questo modo, più o meno:

«Nell’anno del Signore 1213, indizione seconda, nel mese di marzo, ai tempi del signore Guelfo di Ermanno di Paganello da Porcari, podestà di Siena, del Signore Arlotto pisano, giudice savio, e di Ildebrando di Usimbardo, camerario senese, nel nome di Dio questo castello di Monteriggioni fu incominciato e infine chiuso del tutto da mura con spese e lavori sostenuti dal Popolo di Siena, con l’impegno e la diligente opera dei nobili Ranuccio di Crescenzio e Orlando di Filippo e Forese di Martino».

Alla metà del Duecento vivevano dentro le mura settantadue famiglie, pronte a opporsi, con le buone o con le cattive, ai rissosi fiorentini i quali, già nel 1232, imposero ai senesi la demolizione delle mura, poi non operata. Qualche anni dopo alcuni mercenari tedeschi, introdottisi furtivamente, si dichiararono disposti alla resa previa la consegna di cinquantamila fiorini d’oro.

Ogni anno nel mese di agosto dalla porta Romea uscivano i rappresentanti di Monteriggioni per portare all’Opera del Duomo di Siena i dovuti omaggi dei ceri. Nel 1337 il cero di Monteriggioni sovrastava quelli di tutte le altre comunità, pesante 60 libbre e accompagnato da altri dieci ceri più piccoli. Su uno dei lati lunghi della piazza prospetta la chiesa di S. Maria Assunta, in stile romanico-gotico. Proseguendo oltre, verso la porta di S. Giovanni, si fiancheggiano dimore medievali dai bei portali (civici 19, 21 e 23). Prima di accedere alla porta, si può anche raggiungere, sulla sinistra, il largo di Fontebranda dove la compagine edilizia ha caratteri più modesti di derivazione contadina; una torre, al civico 2, è quanto resta del non più esistente castello.

Un’immagine di Monteriggioni nel 1947.

Ora si lascia il borgo uscendo dalla porta di S. Giovanni. Si scende alla Via Cassia percorrendola per poche decine di metri verso sinistra; poi s’imbocca a destra la carraia che sale al podere Campassini, zona di antico insediamento etrusco. Infatti nel 1986 furono riportati in luce reperti riferibili a un villaggio agricolo compreso fra l’VIII e il VII secolo a.C. Qui si gode una prima bella veduta, quasi irreale, di Monteriggioni, seduta sul suo dosso di pietra calcarea ‘cavernosa’, la stessa roccia con cui furono ricavati i conci delle mura. Dal podere si scende la china opposta per giungere al margine di una vasta piana che, verso ponente, confina con Badia a Isola da dove proviene la Via Francigena. Si pensa che in antico questa zona fosse un lago, chiamato Canneto. O meglio, era una dolina di forma circolare, causata da un movimento della terra; si prosciugò una prima volta in epoca etrusca ma ricomparve ai tempi di Roma e fu definitivamente bonificato dai monaci di Abbadia a Isola. Una volta resa a coltura la zona fu duramente contesa fra i suddetti monaci e la comunità di Monteriggioni che ne voleva sfruttare le risorse.

Giunti a un bivio si incontra il segnavia Cai 101 (che corrisponde alla Francigena) che seguiremo ora per buon tratto. In tal modo si spunta di nuovo sulla collina traversando la strada del podere S.Giovanni per poi proseguire sulla bordura fra campi e bosco avendo di fronte l’altura di Monteriggioni. In tal modo si perviene sulla strada del Mandorlo. Il leccio è l’albero più diffuso in questi boschi con il corredo arbustivo del lentisco, del corbezzolo, del biancospino, della rosa selvatica. Accanto ai casali o ai crocicchi delle vie qualche svettante cipresso come fosse un segnavia di riferimento.

Qui la Francigena prosegue il suo cammino a destra, verso Siena, mentre noi facciamo ritorno a Monteriggioni, traversando la Via Cassia e risalendo la principale strada d’accesso al borgo da cui si rientra per la porta di Levante.


Albano Marcarini, La Francigena per principianti, Ediciclo, pagine 206

La Via Francigena si può percorrere a piedi, in bici, a cavallo, anche in auto. C’è chi la fa tutta d’un fiato pensando solo al momento in cui arriverà nella Città Santa e chi invece vorrebbe cogliere solo il meglio di ogni tappa apprezzando il paesaggio, la storia, la buona cucina e un letto fresco ogni sera. A costoro è dedicata questa guida.

18,00 €

Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Blog su WordPress.com.

Su ↑

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: