Seguire un fiume su entrambe le sponde ha il vantaggio di effettuare una andata diversa dal ritorno. Se a Crescentino, alla fine dell’itinerario in Destra Po (vedi https://sentieridautore.it/2020/04/01/lungo-il-po-delle-colline/) , si vuole tornare a Torino in bici un nuovo percorso in sponda sinistra si presta alla vostra attenzione. Studiato anch’esso su strade secondarie e campestri, solo a Chivasso si avvicina davvero al Po, per il resto ritaglia una traccia a cavallo della SP 31 bis e della SP 11 utilizzandole, per pochi chilometri, quando si dovrà superare la Dora Baltea e il torrente Orco. È un “vai e vieni” fra la campagna chivassese e l’alveo del fiume, all’interno della fascia naturale protetta. Si toccano Borgo Revel, Verolengo, Chivasso, Brandizzo e Settimo Torinese per rientrare a Torino tramite il ponte Amedeo III.
Lasciato Crescentino il percorso lambisce la Riserva naturale del Baraccone e della confluenza della Dora Baltea, il fiume che scende dalla Val d’Aosta. La riserva è una delle più vaste (1500 ettari) della fascia fluviale, ideale per lo svernamento delle anatre grazie all’intrico dei rami e dei bracci spenti del Po. Chivasso è l’antica Clavasium, distrutta nel 1231 e ricostruita dai marchesi del Monferrato secondo lo schema delle cittadine di fondazione: un rettangolo, con la strada romana da Pavia a Torino come asse direttore, e vie interne ortogonali fra loro. La cittadina, di 23 mila abitanti, è circondata da una rete di canali irrigui fra cui prevale il Canale Cavour che prendendo le acque dal Po, inizia il suo viaggio di oltre 80 km verso il Ticino, attraverso le risaie del Vercellese e del Novarese. Si transiterà accanto alla sua monumentale opera di presa, realizzata nel 1866. Man mano che ci si avvicina a Torino, il paesaggio è contaminato dall’urbanizzazione, sebbene non manchino, a ridosso del fiume, spazi naturali rigenerati da ex-bacini di cava, come il vasto parco della Mezzaluna, a Settimo. Nel Mulino Vecchio di questa cittadina, in Via Ariosto, è allestito dal 1893 l’Ecomuseo del Freidano, dedicato all’uso delle acque per generare energia. Questo tracciato, in sinistra Po, è individuato come tratto della Ciclovia VenTo.
PO DELLE COLLINE in DESTRA PO
Itinerario lineare in Destra Po nella provincia di Torino in prevalenza su strade secondarie asfaltate.
Lunghezza: 46.3 km. Partenza: San Mauro Torinese (alt 217). Si raggiunge da Torino seguendo la pista ciclabile Po dei Re. Arrivo: Crescentino, Stazione FS (alt. 155). Si fa ritorno a Torino con la linea FS Casale M.- Torino.
Tipo di strada: strade provinciali e secondarie 58%; strade regionali 13%; campestri 28%. Fondo: sterrato (12.9 km).
Segnaletica: targhe di colore giallo con il simbolo di una ruota di bicicletta, ma discontinua. Dislivello: 382 m
Connessioni: Po dei Re (Torino), Corona delle delizie, Ciclovia del Po Alessandrino-Vercellese. Mezzo consigliato: bici da turismo, gravel, mtb.
La buona tavola: La Piola del Baraccone, Stradale Casale 38, Castagneto Po TO, 011.9170789; Antica Osteria dell’Abate, Via Torino 17, San Sebastiano Da Po TO, 011.9191564; Agriturismo Cascina Groppeto, Cascina Groppeto, Lauriano TO, 338.4125346; La Farmacia Dei Sani, Via Cocconato 26, Lauriano TO, 011.9187047; Gelateria Romeo, Viale Po 4, Crescentino VC, 0161.843453.
Il buon riposo: Il Tiglio, Via Montechiaro 18, Cavagnolo TO, 011.9151305; Agriturismo Del Luogo, Borgo Garibaldi 6, Brusasco TO, 011.9151106.
Assistenza: VLR Bike, Via Martiri della Libertà 129, San Mauro Torinese TO, 349.4444787; Cicli Due Ruote, Via Italia 4, Chivasso TO, 011.9109178.
Quando andare: sempre, in estate evitare in pianura le ore calde e in caso di piogge recenti.
Bibliografia: C. Pedroni, A. Vicari, Ciclovia del Po, Ediciclo 2015. Web: http://www.areeprotettepotorinese.it/itinerari-dettaglio.php?id_iti=891areeprotettepotorinese.it/itinerari-dettaglio.php?id_iti=891 – areeprotettepotorinese.it/itinerari-dettaglio.php?id_iti=857


1. CRESCENTINO, SANTUARIO DELLA MADONNA DEL PALAZZO. L’edificio porticato, ricostruito in forme barocche da Bernardo Vittone, deve la sua fama al curioso evento che nel 1776, per consentire un ampliamento, previde l’abbattimento del campanile. La scelta si evitò grazie al capomastro Crescentino Serra che si offrì di spostarlo non senza causare polemiche e una certo scetticismo. Montata un’enorme imbragatura di legno, l’enorme volume della torre, alta 22 metri e del peso di 180 tonnellate, fu spostata di cinque metri fra lo stupore della moltissima popolazione intervenuta. Oggi accanto, al campanile, una lapide ricorda il fatto e un busto il suo esecutore.

2. RISERVA NATURALE DEL BARACCONE E DELLA CONFLUENZA DELLA DORA. Istituita nel 1990 va rimarcata per la sua estensione che comprende un lungo tratto del Po con due grossi isolotti, e la porzione terminale della Dora Baltea. Probabilmente il suo ricco abito boschivo con una miriade di rivi, paludi e acque spente è sopravvissuto grazie alla proprietà privata tuttora in essere. Per ampliarne l’aspetto anche le aree agricole circostanti sono state riforestate così che la riserva è oggi un rifugio ideale per gli uccelli di passo e per quelli che vi nidificano.

3. BORGO REVEL. Subito dopo il ponte sulla Dora Baltea si avvicina questa frazione dl Verolengo, il cui nome originario, poco onorevole, era di Calciavacca poiché vi erano diversi allevamenti di bovini. Nel 1934 si decise di modificarlo in Borgo Revel, in onore del conte benefattore Cesare Thaon di Revel (1824-1899), componente di una famiglia di origine nizzarda che ebbe fra i suoi membri militari e politici di rango. Nella prima metà dell’Ottocento, la frazione era il rifugio del bandito Mottino e della sua banda, le cui imprese fecero eco sulle cronache.
4. CHIVASSO, IL CANALE CAVOUR. La necessità di irrigare le risaie del Vercellese e del Basso Novarese spinse nel corso dell‘800 a ideare un canale che prendendo le acque dal Po si spingesse lungo tutta la pianura, fino al Ticino. Nella stagione secca, il fiume Sesia, che scorre a margine di questi territori, non garantisce infatti sufficienti quantità di acqua irrigua, mettendo a rischio i coltivi. Sebbene pensato fin dal 1842 dall’imprenditore agricolo Francesco Rossi, il canale, a causa degli eventi risorgimentali, ebbe esecuzione solo dopo il 1863 con la concessione a una società privata italo-britannica. Il conte di Cavour, che aveva appoggiato l’idea e che ebbe dedicata l’opera, non vide il suo compimento. Nel 1866, data dell’apertura, il grande statista piemontese si era spento da cinque anni.

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