Costa Violina e il Colle delle Lettere

Itinerario circolare con partenza e arrivo dal piazzale di Costa Violina (m 520), sul versante idrografico sinistro della Val Lagarina, provincia di Trento.

La Grande Guerra non si combatté solo nei luoghi più celebrati, come il Pasubio. Anche nei tratti più defilati del fronte si trovavano postazioni e soldati pronti all’ordine dell’attacco, vigili a difendere le posizioni conquistate. Dopo le vicende della Strafexpedition (maggio 1916), la linea del fronte in Val Lagarina rimase stabile: divise Marco austriaca e Serravalle italiana salendo poi le falde della montagna fino al celebre Monte Coni Zugna, irriducibile presidio degli Alpini italiani. L’itinerario attraversa le due prime linee contrapposte e indugerà parecchio nelle retrovie italiane alla ricerca di postazioni e ricoveri fino a scoprire, nel folto del bosco, un fortino austriaco e un grosso impluvio per la raccolta dell’acqua piovana.Il tratto d’avvicinamento in auto consente inoltre di visitare alcuni monumenti commemorativi della Grande Guerra.

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Il Castello di Rovereto. Sede del Museo storico italiano della guerra.

Segue con scarso dislivello la pendice del Monte di Marco in un insolito paesaggio detritico dove si celano tracce di dinosauri e giunge, oltre le linee del fronte, fino a Col delle Lettere (m 820). Quindi ritorna per un tracciato parallelo sottostante che tocca diversi altri siti bellici e consente belle vedute panoramiche sulla valle dell’Adige. Consigliato a tutti. Tempo di percorrenza: 2 ore e 30 minuti al Colle delle Lettere; 4 ore in totale fino a Costa Violina. Dislivello: 300 metri. Condizioni del percorso: in prevalenza strade carrabili a fondo naturale, sentiero. Periodo consigliato: tutto l’anno, salvo l’estate per l’eccessiva calura. Come arrivare al punto di partenza. Da Rovereto si seguono le indicazioni per il Sacrario Militare di Castel Dante, indi dal sacrario si segue per intero la ‘Strada degli Artiglieri’, fino al piazzale di Costa Violina, a 6.5 km da Rovereto, adatto al parcheggio. Altre informazioni pratiche. L’itinerario non è segnalato. Nessuna possibilità di ristoro lungo l’itinerario. Dotarsi di provviste a Rovereto e di una buona scorta d’acqua. Un altimetro è utile per individuare alcuni luoghi citati nel testo.

Costa.mapItinerario pubblicato in forma ridotta su QUI TOURING, maggio 2001. Si ringrazia il sig. Tiziano Bertè.

Da Rovereto si seguono le indicazioni per il santuario della Madonna del Monte e per il Sacrario Militare di Castel Dante. Quest’ultimo, eretto in forme auliche nel 1936, custodisce le spoglie di oltre 20 mila caduti di ambo gli schieramenti. Dal piazzale del sacrario ha origine la Strada degli Artiglieri che ci accompagnerà fino al punto di partenza dell’itinerario a piedi. Lungo la strada sono piazzate 102 lapidi che ricordano gli artiglieri italiani decorati di medaglia d’oro al valor militare. Il piazzale di Costa Violina (m 519) 1, terminale della strada, è in una zona spoglia, tipicamente carsica per l’ingombro di detriti, doline, antri e cavità di ogni genere. Salendo una mulattiera segnalata, si arriva in pochi minuti alla postazione in caverna dove il 16 maggio 1916 fu catturato il sottotenente italiano Damiano Chiesa, poi fucilato con l’accusa di tradimento in quanto cittadino austriaco, ma di lingua e sentimenti italiani. Arruolato volontario nell’esercito italiano, fu quindi dichiarato disertore dagli austriaci e come tale processato e condannato.

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Punto osservatorio austriaco

Dal piazzale inizia l’itinerario a piedi. Si discende la strada d’accesso per poche decine di metri. Al primo tornante la si lascia e si imbocca, a sinistra, una strada sterrata (sbarra superabile), che inizia a costeggiare la riarsa e abbacinante conca detritica chiusa fra Costa Violina (alle nostre spalle) e Costa Stenda che si profila in lontananza. È una strada militare, tracciata dagli austriaci nell’estate 1916, per servire alle postazioni d’artiglieria di Costa Stenda e dello Zugna. Poco più avanti si lascia infatti una diramazione a sinistra verso il Monte Zugna e si continua in costa, in lieve salita. In breve si giunge all’area 2 dove nel 1991 sono state individuate numerose impronte di animali preistorici, vissuti nel Giurassico inferiore (circa 200 milioni di anni fa). Quelle più evidenti si ammirano salendo un sentiero verso monte fino a raggiungere un palco attrezzato in legno. La successione delle impronte sullo scivolo calcareo forma delle piste seguite da grossi dinosauri bipedi (Ornitischi e Carnosauri). Tutta la zona era allora soggetta a flussi e riflussi di maree sul bordo del vasto oceano che divideva le placche continentali. Le orme, in origine impresse nel fango, furono ricoperte da strati geologici di diversa natura fossilizzandosi. La disgregazione della materia calcarea ha riportato alla luce le impronte.

Zugna.Baracca
Baraccamento allo Zugna

Ci troviamo infatti all’interno dell’immensa conca da cui, in epoche postglaciale e storica, franarono a valle intere pareti di roccia. Un gigantesco ‘liscione’ calcareo indica la direzione dello scivolamento. Dante, che vide questi luoghi quando era ospite nel castello di Lizzana (ubicato sul colle dell’attuale Sacrario, distrutto dai Veneziani nel 1439), ne rimase colpito e li rievocò nella Divina Commedia (Inferno, XII, 4-9). Ma tutti i grandi personaggi della storia, che si trovarono a passare nella Val Lagarina, non mancarono di accennare a questa gigantesca ‘ruina’ che, secondo alcuni, seppellì anche interi abitati. Ripresa la strada si continua nella direzione della salita e, dopo quattro tornanti, si accede alla sella di Costa Stenda (m 725; lungo la via si scorgono alcune nicchie dove erano ubicate artiglierie austriache) 3. Ora il percorso si fa meno faticoso e procede in falsopiano attraverso le pendici del Monte di Marco, sparso di vegetazione arborea che via via s’infittisce.

Giunti a quota 790 si intercetta la prima linea austriaca 4 che taglia il versante lungo la massima pendenza: la si riconosce dove si vedono le tacche 13/12 dei lotti di forestazione. Si nota la profonda e serpeggiante trincea, ormai semisepolta su cui si avvinghia la vegetazione. Bisogna immaginare questi luoghi assolutamente spogli di alberi per comprendere meglio l’andamento delle linee e la loro necessità di tenersi defilate dal fuoco nemico. Fatti circa altri 500 metri ci si imbatte nella prima linea italiana (tacche 15/12) 5, più articolata della precedente, con avamposti e fortini. Le due linee trincerate scendevano l’una, quella austriaca, dal Monte Zugna Torta, l’altra, quella italiana, da Malga Zugna. Poco più avanti, dove la strada inizia a scendere, si aggira il Col delle Lettere (m 835) 6. Era il retrovia italiano; il nome gli fu dato dal fatto che qui si distribuiva la corrispondenza per i soldati. Nella vegetazione, con un po’ di pazienza e di voglia, si scoprono un isolato cimitero italiano, tracce di baraccamenti, ripari in caverna e, poco più lontano, sulla costa del monte, dove sono quattro pini isolati, una cisterna italiana per la raccolta dell’acqua pompata da valle.

Giunti a una piazzuola (m 802) si lascia la strada sterrata che fin qui abbiamo fedelmente seguito e si imbocca, verso destra e verso valle, un sentiero. All’inizio esso scende con due brevi tornanti, poi si adagia lungo la costa del monte percorrendo uno stretto terrazzino sotto una precipite parete di roccia. Qui si scorgono altre notevoli opere belliche, probabilmente sedi di comando di reggimento e di battaglione con baraccamenti e ripari, alcuni in caverna. Sotto di noi si scorge la Valle dell’Adige con Serravalle e Chizzola; di fronte la maestosa cornice del Monte Baldo e dell’altopiano di Brentonico. Occorre ora un po’ di intuizione perché in luogo non esiste alcuna segnalazione (osservate bene la carta, comprese le false diramazioni!) per scoprire il fortino austriaco 7 di quota 682, realizzato prima della guerra, caduto in mano italiana all’inizio delle ostilità. Lo si raggiunge tramite una diramazione verso monte, lungo un camminamento leggermente infossato, riparato dai tiri avversari. Della costruzione resta ancora l’imponente sagoma rettangolare in grosse pietre da taglio, ma il reperto più singolare è l’imponente impluvio, perfettamente selciato che si trova a fianco del fortino. Serviva per la raccolta dell’acqua piovana stante  l’assenza di sorgenti in queste aride montagne.

Per proseguire si possono scegliere due vie parallele: una resta poco più in quota (la si imbocca appena sotto il fortino, verso destra), l’altra riprende il cammino di prima dopo aver disceso l’accesso al fortino. I due sentieri, che avvicinano di nuovo la prima linea italiana e i suoi avamposti, si riuniscono poco prima di un largo piazzale panoramico 8, terminale di una strada carrabile a fondo naturale che si comincia a percorrere in direzione nord, facendo ritorno a Costa Violina. E’ un lungo tratto pianeggiante che attraversa i lotti di rimboschimento (pino nero d’Austria, pino silvestre) impiegati a protezione dello scosceso e instabile versante. Sotto Costa Stenda si torna ad attraversare l’antichissima frana dei Lavini di Marco, della quale già accennato in precedenza. Infine si esce sulla Strada degli Artiglieri, qualche centinaio di metri più a valle del piazzale di Costa Violina.

Il Museo Storico Italiano della Guerra, allestito nel Castello di Rovereto, è una delle principali istituzioni museali dedicate alla prima guerra mondiale. inaugurato nel 1921 per celebrare la Grande Guerra (1914-1918), ha esteso nel corso dei decenni il proprio ambito alle guerre coloniali italiane e alla seconda guerra mondiale. Conserva ed espone documenti e cimeli di vario tipo: armi leggere e artiglierie, uniformi italiane e europee, fotografie e cartoline di guerra, disegni e dipinti, plastici dei fronti, manifesti di propaganda, giornali di trincea, lettere e diari. Accanto alle esposizioni permanenti, realizza annualmente importanti mostre temporanee, promuove studi e ricerche, cura la pubblicazione di opere a carattere storiografico e documentario, partecipa a produzioni cinematografiche, cura un servizio didattico. il Museo della Guerra è ospitato in una castello-fortezza veneziano del 1400 munito di torrioni e fossato, di bastioni, cannoniere e cunicoli visitabili. dai suoi spalti si può ammirare la cerchia dei monti che furono teatro della prima guerra mondiale: lo Zugna, il Pasubio, l’Altissimo. Presso il bookshop sono disponibili un’ampia scelta di titoli, guide, cartoline, filmati originali della prima guerra mondiale.

Via Castelbarco 7, 38068 Rovereto – Orari di visita: Da gennaio a dicembre da martedì a domenica 10.00 – 18.00. Chiuso i lunedì non festivi, 24, 25, 31 dicembre, 1 gennaio Informazioni:  http://www.museodellaguerra.it

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Dalle valli inclini ad assorbire il tepore del clima insubrico come quella di Ledro e quella che dei ‘dei laghi’, in Trentino, porta appunto il nome, fino alle remote valli alpine dello spartiacque, come l’Aurina, la Pusteria, la Venosta. Dalle uniche e meravigliose cattedrali dolomitiche del Brenta e della Val Badia, alle delicate tessiture di paesaggio della media valle dell’Adige, a Caldaro e al Monte Corno.

Trentino – Alto Adige, Outdoor, Albano Marcarini (a cura di -). De Agostini/Alleanza Ass., 2003, 240 pagine con foto, mappe e acquarelli, formato 13 x 20 cm, 8,00 €

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