Il Tibet di Lombardia ai Laghi di Cancano

Itinerario circolare in mountain bike attorno ai laghi di Cancano e di S.Giacomo nel settore lombardo del Parco dello Stelvio.

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La strada del Passo delle Scale

Nel suo piccolo anche il Parco nazionale dello Stelvio, come il Tibet, ha il suo ‘tetto del mondo’. Si chiama Valle di Fraele: è un largo altopiano che ricopre la porzione più settentrionale della regione; dal 1977 è incluso nel Parco nazionale dello Stelvio allo scopo di ottenere un collegamento con l’attiguo Parco nazionale svizzero dell’Engadina. Una buona scelta per far sì che la fauna selvatica si possa spostare tranquilla senza la minaccia di una doppietta. Per la sua collocazione ad alta quota e per essere lontana dalle più frequentate strade turistiche del parco, la Valle di Fraele mostra un volto del tutto particolare, quasi magico, una bellezza da giardino alpino nonostante la presenza di due laghi artificiali, forti intromissioni dell’uomo nell’ambiente. Qui, lungo i rilievi che a nord fanno da confine con la Svizzera e a sud con la Valdidentro, si estende la boscaglia di pino mugo più vasta d’Italia. La presenza umana si limita a qualche baita e alle strutture di controllo degli invasi. Il paesaggio agrario è limitato a soffici praterie dalle stupefacenti fioriture primaverili. Il resto è silenzio e dominio della natura tanto che qui si segnalano le presenze faunistiche più pregiate, proprio perché non disturbate dall’uomo.

Torri di Fraele
Le Torri di Fraele

Una frase di Karl Gottlob Schelle, in L’arte di andare a passeggio, serve a motivare appieno la nostra escursione. Egli scrive: «Un essere umano non degenere si sentirà come oppresso, quando per alcun tempo non possa volgersi all’aperta natura».

L’itinerario suggerito è facile. Utilizzando l’auto si può raggiungere l’ingresso della valle e da lì, in mountain-bike, effettuare il circuito dei laghi su una strada sterrata che presenta solo qualche breve rampa in salita e un paio di gallerie. Un itinerario adatto a tutti, anche in famiglia, che prende avvio a 1950 metri d’altezza, a Cancano, presso la scuola di mountain-bike – punto di noleggio – accanto al Ristoro Monte Scale. Coloro che non disdegnano un po’ di fatica possono avvicinare la partenza dell’anello già in bicicletta affrontando la salita delle Torri di Fraele da Premadio, o ancora prima da Bormio. Si tratta di una strada ex-militare, di pendenza costante e non esagerata, tutta a tornanti e su asfalto. Ha il pregio di essere panoramica perché guarda tutta la Valdidentro, i nevai della Cima Piazzi e tutta la conca di Bormio. Il tratto più spettacolare è composto da 19 tornanti lungo il versante roccioso delle cime di Plator. Sembra che la strada non abbia una via d’uscita ma d’improvviso due torri, puntellate sul dirupo, segnano l’antico Passo delle Scale, percorso nei secoli da migliaia di carovane di muli lungo quella che era chiamata la ‘Via Imperiale d’Alemagna’, diretta verso le valli svizzere e tirolesi, decaduta alla metà dell’Ottocento con l’apertura della strada dello Stelvio. La strada arriva sotto le torri grazie a due gallerie scavate nella viva roccia. Il luogo è impressionante se si pensa che la vecchia mulattiera riusciva a raggiungere il passo solo grazie a centinaia di gradini di legno, fissati nella roccia e rimuovibili nel caso di pericolo. Tutto cambia appena oltrepassate le torri, il paesaggio si fa più quieto e disteso. Un laghetto e una curva della strada precedono Cancano da cui inizia la nostra escursione sull’altopiano. Per gli amanti delle cifre la salita delle Torri di Fraele è lunga 9.5 km da Premadio, con un dislivello di 624 metri e una pendenza media del 6.5%.

Cancano
Il Lago di Cancano

L’anello dei laghi – Punto di partenza e di arrivo: Cancano (m 1950). Si raggiunge da Bormio seguendo la direzione per Premadio e quindi imboccando la strada ex-militare, asfaltata, delle Scale di Fraele. Cancano si trova circa 1.5 km dopo le Torri di Fraele.

Lunghezza: 17.3 km Dislivello: 50 metri circa – Condizioni del percorso: facile tracciato intorno ai laghi su strade sterrate a traffico limitato. Altimetria: alcuni brevi strappi in salita su un tracciato in generale pianeggiante. Periodo indicato: da giugno a ottobre.

Dove mangiare (in genere aperti da giugno a settembre): Ristoro Monte Scale, loc. Cancano, tel. 0342.904660; Ristoro San Giacomo, tel. 348.3009920; Rifugio Val Fraele, tel. 0342.902459; Ristoro Solena, località Solena, tel. 348.7366439.

Dove dormire: Alpen Hotel Chalet, via Pecé 3, Valdidentro, tel. 0342.985875, www.alpen-hotel.it, servizio di mezza pensione da 70 a 90 Euro a notte; Albergo Bagni Vecchi, loc. Bagni Vecchi, s.s.301, tel. 0342.910131, www.bagnidibormio.it, pernottamento con colazione a persona in alta stagione da 152 a 202 Euro; Agriturismo Raethia, Via S.Antonio 1, loc. Pedenosso, Vadidentro, tel. 0342.986134 – 349.7388956, www.agriturismoraethia.it – servizio di mezza pensione da 52 a 65 Euro a notte;

Noleggio bici: Mountain-bike Bormio bike-school, tel. 0342.901336 – 335.7108156, www.mtb.stelvio.net (con guide per escursioni guidate) – Chalet Villa Valania, loc. Cancano, tel. 0342.903312.

Indirizzi utili: Consorzio del Parco Nazionale dello Stelvio, Via De Simoni 42, Bormio, tel. 0342.900811, www.stelviopark.it – Consorzio Turistico Valdidentro, via Nazionale 18, Isolaccia, tel. 0342.986123, http://www.valdidentro.org

Pubblicato su BELL’ITALIA, 2015 – ©Albano Marcarini 2017

Cancano.map1. Lasciato il Centro Bike Cancano, si tiene la direzione di sinistra (segnavia 199) per seguire la sponda meridionale del Lago di Cancano lungo le propaggini delle Cime di Plator. La Valle di Fraele è uno splendido ambiente alpino, una conca di origine glaciale. Il paesaggio si identifica in tre fondamentali aspetti. Il primo è stato determinato dall’uomo con la realizzazione di due laghi artificiali. Gli altri sono tipici delle alte quote: il pino mugo fino a una certa altezza e, al di sopra, la prateria alpina interrotta da ghiaioni, rocce e detriti franosi. Dove fino a quasi cent’anni fa c’erano verdissime praterie ora c’è un lago il cui aspetto dipende molto dalla variabilità del livello delle acque. Nei momenti di ‘magra’, una cornice di sponde erose e di fondali limacciosi rende più malinconico il paesaggio. Al contrario lo ravviva quando le acque, dopo il disgelo, raggiungono la massima altezza, contenute dalle dighe. Il Lago di Cancano fu realizzato a partire dal 1922, mentre il lago superiore di S. Giacomo, che si vede sul fondo della valle, fra il 1940 e il 1950.

Prati
Le praterie della Valle di Fraele in autunno

2. Al km 3.9 si avvicina la diga di questo secondo lago. Si continua sempre nella stessa direzione tenendo sulla destra le cerulee acque del lago. Più avanti però la strada si stacca dalla sponda e aggira un dosso di prati e boschi. È il luogo adatto per una sosta, complice un accogliente ristoro. A 2000 metri d’altezza, nel regno della natura alpina, le attività agricole sono sporadiche e limitate alla breve stagione estiva. Prima della costruzione degli invasi artificiali, la Valle di Fraele era una delle più ricche di prati e pascoli dove si praticavano abbondanti fienagioni e dove si tenevano, da giugno a settembre, le mandrie di bovini per l’alpeggio. Di quell’assetto oggi restano i bellissimi prati da sfalcio sul pendio a sud del Lago di S.Giacomo, il cui patchwork di toni fra il verde e il giallo, a seconda delle fasi di taglio, rivela l’accentuata suddivisione delle proprietà. Gli insediamenti si limitano a isolate baite, localmente dette ‘tèa’, molte delle quali oggi ristrutturate come case di vacanza, ma che discendono dal modello della dimora temporanea alpina con una accentuazione della struttura muraria al piano terra, usato come stalle, e del legno al piano superiore.

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Il Rifugio Solena

3. Al culmine del percorso, in capo al lago, si avvicinano i ruderi dell’unico villaggio della valle, S.Giacomo di Fraele. La chiesetta e le fondamenta di alcuni edifici sono le ultime tracce di un insediamento umano posto a quasi 2000 metri d’altezza. Nel villaggio, sommerso dalle acque del lago, vivevano boscaioli, minatori e carbonai che mantenevano contatti con la valle dell’Inn, fino a Innsbruck. I viandanti erano usi ritrovarsi nell’Osteria della Luisa, provvidenziale punto di sosta sul tracciato della già citata Strada Imperiale d’Alemagna. Il vicinissimo Passo di Fraele indica lo spartiacque alpino e il passaggio dell’antica strada. Ora tornando a ritroso verso Cancano si percorre la strada che costeggia le sponde settentrionali dei due laghi, inframmezzata dal Rifugio Val Fraele e dal Ristoro Solena (breve deviazione), altri punti di sosta.

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La diga del Lago di S.Giacomo

4. Nell’ultimo tratto la strada (a rigore accessibile solo ai mezzi di servizio degli impianti) diventa poco più accidentata e penetra in due gallerie dove è utile avere con sé una torcia elettrica.

5. Passando sul colmo della diga di Cancano si fa infine ritorno al piazzale del Ristoro Monte Scale con l’unico breve tratto di salita di tutto l’itinerario.

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