Itinerario in bicicletta a nord di Milano.
Questa ciclabile fa parte del grandioso progetto ‘Vie d’acqua’, previsto fra le opere collaterali in Expo Milano 2015, ma realizzato solo per una parte, questa appunto, che dalla gronda nord della pista ciclabile del Canale Villoresi scende, attraverso il Castellazzo di Bollate e lungo il Canale Scolmatore di nord-ovest fino al sito espositivo di Rho-Pero.
Nel suo insieme costituisce un’ulteriore e utile connessione ciclabile fra il nord Milano e l’asse del Villoresi. Ha una lunghezza di 7.6 chilometri, un fondo inghiaiato all’interno del Parco delle Groane (dalla Fametta di Garbagnate fino all’incrocio con la ex-S.S. 233 Varesina) e asfaltato in quello successivo fino allo sbocco su via De Gasperi a Rho.
Itinerario in bicicletta. Dalla stazione Trenord di Garbagnate Milanese a Viale De Gasperi (ingresso Expo Milano 2015) a Rho. Lunghezza: 7.6 km. Dislivello: insensibile. Tempo medio di percorrenza (escluse le soste): 30 minuti. Condizioni del percorso: pista ciclabile protetta con fondo inghiaiato nel tratto fra Garbagnate e l’incrocio con la ex-S.S. 233 Varesina, quindi su asfalto. Altre informazioni. Dove mangiare: Ristorante La Fametta, via Fametta, Garbagnate Milanese, tel. 02.91921366. Orari di visita dei monumenti: Villa Arconati al Castellazzo di Bollate: dal venerdì alla domenica, dal 1 maggio al 31 ottobre, dalle 10:30 alle 18. Mezzo consigliato: mountain-bike o city-bike. Itinerario collaudato il 12 luglio 2015. ©Albano Marcarini 2016
Nel senso da nord a sud la pista prende avvio dalla stazione Garbagnate/Parco delle Groane della linea di Trenord Milano-Saronno; dal piazzale della stazione un sottopasso (previsione di apertura autunno 2015) evita la strada provinciale 119 (al momento occorre seguire per circa 300 metri la ciclabile del Villoresi verso Garbagnate e, al primo ponte, fare inversione di marcia sull’altra sponda per arrivare, sottopassando ugualmente la provinciale al ristorante La Fametta, all’imbocco della ciclabile) e di uscire presso il nodo idraulico, recentemente restaurato, da cui prende vita un canale secondario del Villoresi. Ci sono una piccola area di sosta e il centro Kayak per le attività sportive sul canale.

La ciclabile prende a seguire il canale e la ferrovia passando dapprima accanto allo specchio d’acqua della Fametta, tradizione ritrovo di pesca sportiva, e poi a una ex-fornace, tradizionale lavorazione di questa zona dell’alta pianura asciutta ricca di ‘ferretto’ argilloso adatto per la produzione di laterizi, oggi riconvertita a circolo ippico. Nei pressi sorge il santuario della Madonna della Fametta, piccolo edificio sacro costruito forse nel 1808 dalla famiglia Busca, tenutaria della zona, meta in passato di sentiti pellegrinaggi dai paesi dell’Alto Milanese.
Si avvicina anche un fragoroso e bel salto d’acqua sopra il quale transita la ciclabile portandosi dalla sponda destra a quella sinistra del canale. Un lungo rettifilo, in aperta campagna, giunge infine all’incrocio con la strada del Castellazzo. La ciclabile rasenta sul lato orientale il borgo rurale del Castellazzo, ma una breve deviazione è doverosa per ammirare lo splendido decoro dell’annessa Villa Arconati, una delle più illustri residenze nobiliari del contado milanese, riplasmata nello stile del barocchetto settecentesco dalla famiglia Arconati su una struttura seicentesca. A quel periodo, o forse in epoca ancora precedente, risale l’insieme del borgo rurale, tutt’oggi poco alterato con le sue grandi ‘corti’ che giunsero nel 1774 a ospitare 47 famiglie contadine per un totale di 226 persone. Nel 1610 Galeazzo Arconati ne acquisì la proprietà dando avvio a un lungo processo di rinnovamento e abbellimento del palazzo nobiliare. Agli interventi edilizi si aggiunsero le dotazioni di opere d’arte – un vero museo – e di volumi che composero una ricca biblioteca dove trovavano spicco gli scritti di Leonardo da Vinci, fra cui il celebre Codice Atlantico, poi ceduto nel 1637 alla Biblioteca Ambrosiana. Bellezza e cultura erano le parole d’ordine che accompagnarono le generazioni degli Arconati fino al XVIII secolo quando, con il completamento del giardino, di vastissime dimensioni e ricco di statue con parterre, boschetti, labirinti, giochi d’acqua e un serraglio, la villa poté a buon diritto entrare a far parte del selezionato repertorio delle ‘ville o siano palagi camperecci’ raffigurate in incisioni da Marc’Antonio dal Re (1743). Di grande effetto la decorazione illusonistica sulle pareti del salone delle feste, dovuta ai fratelli Galliari (1750-60), visibile nei giorni di apertura al pubblico (vedi a fianco).

La pista ciclabile aggira tutto il perimetro di Villa Arconati ed è anche possibile scorgere da un cancello, il nobile prospetto della fronte meridionale preceduto dal parterre. La ricomposizione e l’ampliamento settecentesco della villa sono stati attribuiti al celebre architetto Giovanni Ruggeri, autore dei disegni di diverse altre ville del Milanese.

Un lungo filare alberato, che fu uno degli accessi al Castellazzo dall’antica strada di Milano, porta all’incrocio semaforico con l’attuale strada Varesina che si attraversa proseguendo poi, in direzione ovest, lungo il Canale scolmatore di nord-ovest, opera che nelle intenzioni avrebbe dovuto evitare le devastanti e periodiche inondazioni del torrente Seveso. Qui il paesaggio è decisamente meno attraente: complessi edilizi e zone industriali frammentano i residui spazi aperti. Fa invece effetto l’avveniristico viadotto ciclo-pedonale gettato sopra l’autostrada dei Laghi, una lunga e bianca struttura reticolare che permette di scavalcare l’importante arteria stradale e puntare ormai verso la non lontana meta del sito Expo. Si ha modo di apprezzare un ultimo scorcio di campagna, con qualche filare di pioppi cipressini, nei pressi di Cascina Radio, un bel complesso rurale sorto in stile eclettico negli anni ’20 del secolo scorso e oggi in deplorevole stato di abbandono.
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