Asinara in mountain-bike

Itinerario lineare in mountain-bike nell’isola Asinara nel comune di Porto Torres (Ss). 

Nel 1918 la Guida Rossa del Touring Club precisava che, per visitare l’Isola Asinara, occorreva l’autorizzazione del Prefetto di Sassari, dal quale dipendevano la Direzione della Stazione Sanitaria e quella della Colonia Penale Agricola. Il permesso consentiva di servirsi del vaporetto dello Stato per le due ore di traversata fra Porto Torres e l’isola. Aggiungeva poi che Asinara non presentava interesse paesistico, «ma solo per la Colonia e per le tracce del soggiorno dei prigionieri dell’attuale guerra».

Asinara
Mappa dell’isola

Oggi questa trafila non è più necessaria. Inoltre non vi è più traccia di prigionieri. Dal 2002 l’isola è un Parco nazionale e la visita è aperta a tutti. Eppure fino a non molto tempo fa Asinara era una ‘no man’s land’, nessuno ne parlava e anche le riviste di viaggi, così avide di nuove mete, la trascuravano come se un luogo già destinato alla detenzione e alla quarantena, fosse per sempre da evitare. Fino al 1998 qui esisteva il cosiddetto ‘Supercarcere’ dove alcuni detenuti, come Totò Riina e Raffaele Cutolo, erano sottoposti a strettissima sorveglianza. Oggi Asinara è un paradiso naturale, vuoi per il retaggio storico che l’ha esentata dalla speculazione, vuoi per la marginalità di essere isola nell’isola. Per gli antichi era Sinuaria, per via del frastagliato perimetro. La morfologia è tormentata, anche se, vista dal mare, si presenta con un profilo morbido e in qualche punto pianeggiante. Il rilievo più elevato arriva a 408 metri d’altezza e la costa occidentale è spesso alta e scoscesa. Il visitatore apprezza l’integrità degli habitat ecologici, con la presenza di specie animali altrove rare (muflone, cervo, daino sardo e il tipico asinello bianco), e non si potrebbe fare a meno di raccomandare una breve permanenza, approfittando dell’ostello ubicato a Cala d’Oliva. È anche un modo per sfuggire agli obblighi e all’approccio frettoloso delle visite guidate.

Asinello e MTBPartenza: imbarcadero di Fornelli, nella punta sud dell’isola; si raggiunge da Stintino con servizi stagionali di navigazione (trasporto delle biciclette ammesso). Prezzo del biglietto A/R: 24 Euro con una bicicletta. Info: Mizar, tel. 328.1057927. Partenze giornaliere fra le 9:30 e le 10; rientro fra le 16 e le 17. Arrivo: Cala d’Oliva. Distanza: 22 km. Dislivello: 320 metri. Condizioni del percorso: strada cementata. Avvertenza: si consideri che al percorso dell’andata occorre aggiungere quello del ritorno sul medesimo percorso, così che la distanza diviene in totale di 42 km con un dislivello superiore ai 600 metri. Adatta la mountain-bike, ma praticabile anche con un bici da turismo. Il proseguimento fino a Punta dello Scorno, solo in mountain-bike e con buone gambe: un tratto di salita al 9,1% su 1 km. Altimetria: percorso con alcune salite, ma mai eccessive. Periodo più indicato: in ogni periodo dell’anno, in estate evitare le ore calde della giornata. Munirsi di acqua, cappellino per il sole, attrezzi per la bici. Dove mangiare. Ristorante presso Cala Reale, tel. 346.1737043.

Dove dormire. Ostello di Cala d’Oliva, sistemazione spartana con bagni in comune, ma d’altra parte è l’unica sistemazione possibile sull’isola; in compenso grande tranquillità. Con possibilità di cenare la sera e con prima colazione a buffet. Camera doppia con colazione e cena a persona: da 47 a 52 Euro, a seconda della stagione. Prenotazioni presso la Coop. Sognasinara, tel. 346.1737043, www.sognasinara.com – Indirizzi utili: Centro visitatori Cala Reale, tel. 333.4679085 – Cala d’Oliva, Centro educazione ambientale, tel. 333.4679085.

Itinerario pubblicato su BELL’ITALIA, novembre 2012.

AsinelliIn bicicletta si può percorrere l’isola in lunghezza su una strada cementata di 22 km dove il solo ingombro è dato dagli asinelli che vi stazionano nel mezzo. Parte da Fornelli, principale punto di sbarco, e arriva a Cala d’Oliva. A Fornelli, all’estremità sud dell’isola, si trova il Centro recupero animali marini con le vasche che ospitano i soggetti in cura (specie tartarughe) e una sala divulgativa. Si inizia a pedalare e subito si passa a fianco della casa di pena di Fornelli, già carcere di massima sicurezza. Lo si può visitare, non senza trattenere qualche  timoroso indugio, specie di fronte alle celle di massima sicurezza. Tutt’attorno le varie attrezzature di servizio, in totale abbandono: gli alloggi degli agenti, le garitte di guardia, la lavanderia, le fontane ecc. Nei suoi 112 anni di vita solo due detenuti riuscirono a evadere dall’Asinara.

Periodi
I Periodi

La strada inizia a prendere quota sotto l’altura del Castellaccio e guadagna una prima insellatura, poi scende tornando al livello del mare presso l’istmo di Scombro con le due cale omonime: ‘di dentro’ a oriente, ‘di fuori’ a occidente.

Dopo la località Tumbarino, si vince un altro dislivello scollinando sul versante occidentale dell’isola con una veloce discesa verso il Piano Gli Stretti; poi, in località Muro Lungo, a 11 chilometri da Fornelli, la strada torna sulla costa orientale. Scendendo in vista del complesso di edifici di Campo Perdu, si nota, sulla sinistra, il luogo ove riposano le salme di oltre 5000 prigionieri dell’esercito serbo. Concentrati in diverse migliaia fra il dicembre 1915 e il luglio 1916, furono decimati da un’epidemia di colera.

Cala Reale
Cala Reale

La località successiva è Cala Reale, già centro amministrativo dell’isola e luogo dove si concentravano gli equipaggi delle navi colpiti da malattie infettive. Era anche l’approdo ‘istituzionale’ come testimonia il decoro degli edifici, ognuno pensato per una specifica funzione: Direzione Sanitaria, Sala di disinfestazione, Clinica, residenza del Direttore Sanitario ecc. Sono costruzioni della fine del XIX secolo e recano nello stile un’evidente impronta sabauda. Il Palazzo Reale è sede del Parco con il Centro Visite e il vicino ristorante.

Cala Oliva.
Cala Oliva

Continuando lungo la strada ci si imbatte nei cosiddetti ‘Periodi’, ovvero nei bassi edifici dove i malati infetti superavano progressivamente le fasi della cura. Al Trabuccato la strada sale per aggirare dall’alto Punta Capone. Resta in quota, alta sulla costa orientale, per poi scendere a mare e avvicinare, aggirandone prima la torre, Cala d’Oliva, il villaggio più cospicuo dell’Asinara. Ma si fa per dire poiché non vi sono residenti stabili, a parte qualche coraggioso eremita. Le casette bianche dei pescatori sembrano scomparire di fronte alla minacciosa dimensione degli edifici dei vecchi istituti di pena. La caserma delle guardie è oggi l’ostello per i turisti.

A questo punto ci si può fermare oppure raggiungere, con un altro lieve sforzo, la deliziosa Cala Sabina per un bagno ristoratore. Si trova lungo la carrabile per la Punta dello Scorno. Questa è la meta per i bikers più agguerriti. Richiede un po’ di fatica per via del fondo sconnesso ma vale la pena. È l’estremità settentrionale dell’isola. Il paesaggio è di grande suggestione. Una lingua di roccia granitica grigiastra, battuta dai venti, quasi del tutto spoglia di vegetazione che si spinge nel mare aperto. Il suo imponente faro sembra sfidare le leggi della natura, issato nel suo perenne compito di vigilare sui naviganti.

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