Itinerario circolare a piedi o in bicicletta su Montisola, nel Lago d’Iseo, in provincia di Brescia.
Nel mezzo del lago d’Iseo si trova la più grande isola lacustre d’Italia. Si chiama Montisola e mai così chiaramente un nome corrisponde al dato reale: una montagna che emerge dal lago e forma una grande isola (5 chilometri quadrati e 600 metri d’altezza), con paesi, cascinali, campagne e boschi. Le strade ci sono ma i veicoli – a parte i pochi dei locali – non possono circolare. Una buona occasione allora per girarla tutta in bicicletta o a piedi. Il mite clima dei lago stempera il rigore dell’inverno ed è bello passegggiare o pedalare sulle sue sponde dopo aver fugato le nebbie della pianura.
Distanza: 9.4 km. Dislivello: 110 metri. Periodo consigliato: tutto l’anno. Punto di partenza e di arrivo: Peschiera Maraglio. Da Brescia si segue la strada 510 Sebina Orientale fino a Sulzano, da dove partono i frequenti battelli per Montisola (tragitto: 10’). Servizio navetta Barcaioli Monteisola Service, tel. 335 8440916-347 8199172. La buona tavola: a Montisola si trovano ottimi ristoranti con cucina a base di pesce di lago. A Peschiera M., Trattoria del pesce, tel. 030.9886134, ch. martedì; a Sensole, Al Sole, tel. 030.9886101, ch. mercoledì. Indirizzi utili. Ufficio turistico di Monteisola, via Peschiera M, Monteisola, tel. 030.9825088, www.monteisola.com Noleggio biciclette: a Peschiera M., Luciano Guizzetti, tel. 030.9825228. Utile il sito: www.tuttomonteisola.it
Itinerario pubblicato nella su BELL’ITALIA, gennaio 2003 e sul CORRIERE DELLA SERA del 3.1.2002 – Aggiornato il 7.1.2010.

Bastano dieci minuti in traghetto da Sulzano o da Sale Marasino, sulla sponda orientale del Sebino, per entrare in questa nuova dimensione e almeno mezza giornata per goderla appieno aggiungendo all’attività fisica il piacere di una buona tavola imbandita. Si prendono le mosse da Peschiera Maraglio (alt. 205) 1, il punto d’approdo. Addossato al monte, il borgo mette le sue case in riva al lago; queste, serrate le une alle altre, sono dotate di darsene e loggiati. Gli abitanti sono abili tessitori di reti da pesca. La cucina di Montisola trae spunto dalle risorse locali. Il pesce di lago ha una lunga tradizione così come la pesca che ha fatto dei montisolani degli abilissimi costruttori di barche e tessitori di reti. Quest’ultima attività, tuttora in auge, risale al ‘500 ed era inizialmente riservata alle donne. Nel ’700 divenne la principale fonte di reddito; le reti di Montisola erano conosciute per la loro resistenza dai marittimi di tutta Europa.
Si arriva a Sensole (alt. 189) 2 lambendo le ‘ere’ (fasce di terre coltive) dove allignano gli uliveti dell’isola. Poco al largo si scorge l’isolino San Paolo con i resti di un convento. Sebbene poco visitato nell’800 dai viaggiatori d’Oltralpe che gli preferivano il lago di Como e il Maggiore, il lago d’Iseo con Montisola ebbe però in George Sand un’ammiratrice d’eccezione. La scrittrice francese vi ambientò un suo romanzo, la cui protagonista, guarda caso, tesseva le reti ed era figlia di un pescatore. Quale protagonista migliore per una vicenda di passioni dalle quali la stessa autrice era appena uscita dopo la tormentata relazione con Alfredo de Musset.

Dopo Sensole, si prende a salire aggirando la punta sud-occidentale dell’isola dominata dalla rocca Oldofredi, antichi feudatari del basso lago. Si narra che i naviganti, doppiando la punta, dovessero ammainare le vele per riverenza ai signori. La particolare condizione insulare ha preservato Montisola nelle tradizioni e nel paesaggio. Raramente si può apprezzare un così delicato insieme di elementi: minuti coltivi a terrazze dove allignano l’ulivo e la vite, viottoli selciati, solitarie chiesuole a confortare il passo del viandante, un’isolata rocca a rammentare le vicende della storia. Un vero quadro d’ambiente, di belle armonie e proporzioni.
Ora la strada s’impenna, ma non per molto. Dopo un paio di curve si è a Menzino (alt. 256). La vista si allarga sullo specchio di lago verso la sponda bergamasca. Dopo le poche case di Sanchignano eccoci a Siviano (alt. 253) 3, capoluogo dell’isola. Molto caratteristico il suo piccolo porto a lago (ma bisogna scendere una gradinata), mentre le case del borgo hanno ancora vestigia medievali. Si continua nel periplo, toccando la Punta, segnata da una macchia di cipressi, e poi Paradiso.
Ora ci attende la discesa verso Carzano (alt. 191) 4, al vertice nord-orientale di Montisola. Il suo piccolo molo è contornato da leziose case dai toni pastello. Qua e là si osservano i graticci sui quali sono stesi a seccare gli agoni e le alborelle, i pesci più prelibati del lago. L’ultimo tratto dell’itinerario segue la sponda orientale, ripidissima e incolta. Un breve braccio di lago la divide dalla terraferma. Un piccolo cantiere nautico annuncia l’arrivo a Peschiera.

Ovviamente non ho accennato agli altri villaggi dell’isola – Cure, Masse, Senzano – deliziosi angoli di ispirata bellezza, e del santuario della Madonna della Ceriola, sulla vetta della montagna. Avreste accumulato troppa fatica a salire fin lassù in bicicletta. Sappiate allora a mo’ di consolazione che, secondo la leggenda, sulla vetta avrebbe vissuto un tempo una delle quattro bellissime donne che vissero da ascete su altrettante quattro montagne del Sebino. Solo una volta l’anno, mediante un fuoco, potevano comunicare fra loro. L’evento è ricordato ancora oggi con l’illuminazione delle chiese nella seconda domenica di luglio. Il rito dei fuochi eremitici vale anche per altri laghi Lombardi. Sul lago di Como si ricordano ancora S. Eufemia – che traversò il lago tagliando le acque con una sega da falegname – S. Amate e altri anacoreti che dai loro rifugi si scambiavano segnali di conforto e saluto.
IL SEBINO NELLE PAGINE DI GEORGE SAND.
«Il lago d’Iseo non ha nulla di grandioso nel suo aspetto, e I suoi dintorni sono dolci e freschi come un’egloga di Virgilio. Fra le montagne, che formano i suoi orizzonti, e il molle e lento tremolare dell’onda alle sue rive avvi una zona di incantevoli prati letteralmente smaltati de’ più bei fiori campestri che produca la Lombardia. Tappeti di zafferano, color rosa puro, ammantano le sue rive… (George Sand, 1804-1876)
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Albano Marcarini, Lombardia, Leonardo Periodici, 2003, 112 pag.con foto, mappe, acquerelli. Formato: 15 x 21 cm, 6,00 € * – Acquista.
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