Bicinvigna sulle Colline Novaresi

Che l’architetto Alessandro Antonelli soffrisse di una lieve forma di megalomania non è una novità. Le sue opere potrebbero stare alla pari, per imponenza, alla Tour Eiffel o alla statua della Libertà. Basti pensare alla Mole torinese, il suo capolavoro, alta 167,50 metri, o alla cupola di San Gaudenzio a Novara, alta 125 metri. Due audacissime soluzioni costruttive, basate sull’uso combinato del ferro e della pietra. Nato a Ghemme nel 1798, Antonelli ebbe tempo, nei suoi 90 anni di vita, di compiere sperimentazioni di ogni genere e di applicarsi, oltre all’architettura, anche all’urbanistica ideando piani talmente ambiziosi da risultare del tutto inattuabili. Molti suoi lavori, quasi sempre ispirati allo stile neoclassico, si trovano fra le colline della sua terra novarese così che i comuni del territorio hanno deciso di dedicargli vari percorsi ciclo-turistici su strade sterrate, in parte all’interno del Parco regionale del Monte Fenera e della Riserva Naturale Orientata della Baragge. Capofila del progetto è Romagnano Sesia, presso Villa Caccia, opera antonelliana del 1848 e oggi sede del Museo storico-etnografico della Bassa Valsesia. Dal giardino della villa prendono il via tre anelli ben segnalati, di diversa lunghezza, affrontabili con bici gravel o mtb. Il percorso di colore rosa, di 41.2 km, si inoltra nelle colline fino a raggiungere il santuario di Boca, architettura sacra inconfondibilmente antonelliana, per poi entrare nel paesaggio delle vigne e del pianalto boschivo dell’Agogna per fare infine ritorno, lungo il Sesia, a Romagnano.  Gli altri due tracciati – verde e grigio – sono varianti o scorciatoie del percorso ‘rosa’. Fra l’altro Antonelli fu anche ideatore di tecniche agrarie, come la ‘maggiorina’ un nuovo sistema di sostegno delle viti attraverso palificazioni oblique che consentivano una più alta produzione di uve e la protezione dai danni della grandine. Ideale in autunno, Bicinvigna richiede un po’ di allenamento alle salite su sterrato ma nessuna particolare tecnica di guida.

©Albano Marcarini 2021 (per testi, foto e mappe)

Le vigne del Boca

Itinerario circolare nelle colline novaresi su strade sterrate e asfaltate. Saliscendi continui e due dure rampa al 12% di circa 200 metri, alla partenza e al km 23, dopo Sant’Antonio di Fontaneto.

Lunghezza: 41.3 km.

Partenza e arrivo: Romagnano Sesia (Villa Caccia, sede del Museo Storico Etnografico della Bassa Valsesia). Si raggiunge da Novara (29 km) utilizzando la SP 299 per la Valsesia. In treno si può utilizzare la linea Novara-Domodossola e scendere alla stazione di Fontaneto d’Agogna dove ci si immette sul percorso.

Tipo di strada: 22.2 km su strade secondarie e campestri, brevi tratti su sentiero. 

Fondo: sterrato per 16.3 km (32%).

Segnaletica: pannelli e segnavia con la dicitura ‘Bicinvigna’.

Dislivello: 310 m. Culmine a 437 m al km 7.7.

Mezzo consigliato: mountain-bike, gravel, e-mtb.

Periodo indicato: primavera, inizio autunno.

Connessioni: Le Vie del Vino presso il santuario di Boca

La buona tavola: Agriturismo Il Cardellino, Via S. F. D’ Assisi 20, Boca (presso il santuario), 0322.866798, Carlo e Tina Osteria, Via Vittorio Emanuele II 82, Maggiora, 0322.87432.

Il buon riposo: B&B Le colline di Maggiora, Via dei Mille 26, Maggiora, 320.7164829.

Le buone cose: Vitivinicola Il Corvo, Le Piane,6, Boca (sul percorso),  392.0111610.

Assistenza: Tuttobici, Via Novara 119, Romagnano Sesia, 0163.826677.

Info: Atl Novara, Piazza Martiri della Libertà 3 – c/o Castello Visconteo-Sforzesco, Novara, 0321.394059 – 334.1039039.  

Web: www.turismonovara.it



COSA VEDERE

Romagnano Sesia. Sul poggio di Monte Cuccio, all’interno di un vasto parco, si staglia Villa Caccia, edificata da Alessandro Antonelli fra il 1842 e il 1848 per i Conti Caccia di Romentino. Edificio aulico in stile neoclassico. Ospita il Museo Storico Etnografico della Bassa Valsesia improntato in particolare alla tradizionale attività della viticoltura. Nel centro storico invece s’impone il robusto torrione d’angolo dell’originario circuito di mura che proteggeva il borgo fondato nel 1198 dal Comune di Novara. Nella Cantina dei santi, resto dell’abbazia benedettina di San Silano, si ammirano le Vicende di Re David, significativi esempi di affreschi quattrocenteschi. Da Romagnano prende forma, prelevando le sue acque dal Sesia, la Roggia Mora, una dei più copiosi corpi irrigui del Novarese.

La torre di Romagnano Sesia

Cavallirio. Quando si entra nelle vigne delle colline, dove si produce l’austero doc Boca, altro figlio del nebbiolo piemontese, si vedranno tra i filari, spesso strappati all’invadenza del bosco, i casotti. Sono piccoli edifici a uno o due piani la cui funzione, in origine, era di deposito di attrezzi divenuti poi tranquille seconde dimore dei contadini che, invece di tornare in paese, preferivano passare le giornate custodendo le preziose vigne.

Santuario del Santissimo Crocifisso. Da un’umile cappella seicentesca, detta delle Anime Purganti, Antonelli volle fare un maestoso santuario per soddisfare la crescente affluenza di pellegrini. Fu una delle sue prime opere, iniziata nel 1827 ma mai conclusa, nonostante vi si fosse applicato, fino alla morte nel 1888. Oltre alla cronica mancanza di risorse economiche, l’architetto accusò ripetutamente le maestranze di utilizzare nella costruzione materiali di pessima qualità. Non ebbe tutti i torti. Nel 1907 l’imponente edificio cedette per gran parte e quanto si nota oggi è una repentina ricostruzione che solo in parte rispetta l’originario progetto antonelliano. Sicuramente si fa notare il maestoso pronao con sedici colonne corinzie alte tredici metri. Da non tralasciare nel vicino abitato di Boca la misteriosa Casa dei venti, bizzarro edificio neogotico, per alcuni opera dello stesso Antonelli e, si dice, dimora di una sfortunata sorella dell’architetto che, a causa di un male sconosciuto, trascorse la sua vita in totale isolamento.

Il santuario di Boca

Maggiora. Paese industrioso dove in passato si estraevano materiali da costruzione, fra cui «una candissima calce preferita ad ogni altra nella provincia di Novara». E un gran numero di chiese, fra cui, nella parte alta dell’abitato, allungato sulla china di un colle, la parrocchiale di Santo Spirito, contenente lo Scurolo di Sant’Agapito, pure di mano antonelliana. Uno scurolo è la cripta sotterranea di una chiesa. Agapito, invece, era un papa nell’anno 535 che tentò invano e forse impropriamente di dissuadere Giustiniano, imperatore di Bisanzio, a invadere l’Italia. Il paese ospita la casa della famiglia Antonelli, altro inconfondibile lavoro uscito dall’estro del nostro architetto. Servì fra l’altro da modello a diversi altri costruttori di ville e villini locali che ne imitarono stile e tecniche di costruzione. 

La Parrocchiale di Maggiora

Ghemme. Piccola capitale dell’industria alimentare dell’aceto, Ghemme è il paese natìo di Alessandro Antonelli e vi lasciò anche qui uno scurolo, nella Parrocchiale dell’Assunta, progettato nel 1874. Il castello recinto, d’impianto medievale, è stato restaurato ed è la testimonianza tangibile dell’antico assetto dell’insediamento, peraltro già noto in epoca romana. Vi si possono vedere tratti delle mura, alcune case quattrocentesche e una torre. Fra le prelibatezze locali si segnala il miele d’acacia, fra i più puri d’Italia.


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