Ascolta… si fa Serra!

Itinerario circolare in mountain-bike o e-mtb nella Serra d’Ivrea

La Serra di Ivrea è una lunga e inconfondibile costruzione collinare che delimita il fianco orientale dell’estinto giacimento di ghiacci quaternari discesi dalla Val d’Aosta in epoche remote ed esteso nella pianura per una lunghezza di 100 chilometri. Vista da lontano impressiona per il suo profilo regolare: una cresta uniforme che dalle Prealpi del Biellese digrada verso la pianura. Gli esperti assicurano che si tratta della più grande e antica morena continentale Se da lontano pare una lama tagliente, da vicino la Serra è più conciliante. Si alza ripida fra i castagneti ma è intervallata da ripiani che danno respiro al ciclista. Infatti, accanto alla dorsale principale, sul lato del Biellese, s’incontra un’alternanza di lunghi cordoni e avvallamenti paralleli, boscosi, percorsi da un fitto reticolo di strade sterrate e sentieri. 

L’anfiteatro morenico d’Ivrea prese forma dopo il ritiro del ghiacciaio della Dora Baltea seguendo alterne fasi di avanzamento e ritiro. In particolare la Serra fu delineata nelle sue forme attuali fra 400 e 130 mila anni or sono. All’interno dei suoi boschi, composti da castagni, conifere, betulle, sono stati tracciati decine di itinerari pedonali o su due ruote che ripercorrono antiche vie di attraversamento. L’ATL Biellese Valsesia ne suggerisce diversi in mountain bike o in gravel. Ne proponiamo due. Il primo fra i boschi sul crinale della Serra con partenza e arrivo a Sala Biellese. Il secondo all’interno della Riserva naturale della Bessa facendo capo a Biella. Si tratta, in questo caso, di un’area ben delimitata, ai piedi della Serra, e del tutto particolare, perché prodotta dall’ammasso di enormi cumuli di pietre dovuti al lavaggio di sabbie aurifere praticato in epoche antiche e, in special modo, tra il II e il I sec. a.C. L’aspetto lunare e arido della zona non è invitante, ma il richiamo storico-archeologico è irripetibile. Si tratta di due proposte che avvicinano due forme di paesaggio molto singolari e uniche non solo nella regione ma nell’intera Europa.


SCHEDA
TECNICA

Percorso della Serra

Partenza e arrivo: Sala Biellese (BI). Si raggiunge da Torino (72 km) con l’autostrada A5 per Aosta: allo svincolo con la bretella A4/A5 si segue per Santhià per uscire al casello Albiano. Si segue quindi per Albiano e Bollengo per poi imboccare la S.S. 338 per Biella. Dopo il valico di Taglio Grosso, si segue a sinistra l’indicazione per Torrazzo e Sala Biellese. 

Lunghezza: 29 km. Dislivello: circa 480 metri. Altitudine massima raggiunta: 694 m al km 3 (Stagno di Pré)

Tempo di percorrenza (15 km/h): 2h 30’

Tipo di strada: strade comunali a basso traffico (40%), strade forestali sterrate (60%). Fondo: su asfalto 40%, su sterrato 60%.

Mezzo consigliato: mountain-bike, gravel. 

Quando andare: sempre, salvo dopo periodi di forte maltempo. Difficoltà: medio-bassa.

Segnaletica: parziale.

Connessioni: a Vermogno con il Percorso della Bessa.

La buona tavola: Il Barbamatto, Via per Zubiena 40, Sala Biellese, 338.4798566; Azienda Agricola La Bessa, Frazione S. Sudario 30, Magnano, 015.679186.Il buon riposo: B&B Il Raglio (presso Il Rifugio degli Asinelli), Via per Zubiena 23, Sala Biellese, 015.2551126; Locanda Borgo Antico, Piazza Comunale 2, Magnano, 015.9756337.

Assistenza: Lovato Bike, Via Provinciale 52/A, Camburzano, 377.5362200.

Info: ATL Biellese Valsesia,  p.za Vittorio Veneto 3, Biella, 015.351128, http://www.atl.biella.it: Collezione Enrico, Villa Flecchia, Via per Zimone 3, 0125.778100.

TRACCIA GPX disponibile su richiesta: info@guidedautore.it

©Albano Marcarini 2021



LE SOSTE

Sala Biellese. Nella piazza campeggia un orologio solare che conta i giorni più importanti nella vita di questo paese di 600 abitanti della Serra, conosciuto anche come ‘paese della Resistenza’, per le vicende della Lotta di Liberazione. Ma anche prima i salesi furono protagonisti. Nel 1896, quando si ribellarono contro una tassa sui telai (se ne contavano un’ottantina tra le famiglie di Sala) che metteva a rischio la lavorazione della canapa di cui il paese andava famoso. Delizioso punto di sosta sul prato dinanzi al santuario della Madonnina.

La Via Regia presso il culmine della Serra
Il ricetto di Magnano

Taglio Grosso. È il punto più agevole per scavalcare la Serra, non a caso percorso dalla strada statale che collega Biella con Ivrea a 585 metri d’altitudine. Se ci si sporge un momento sul versante del Canavese si gode di un esteso panorama con l’intera conca morenica e i suoi laghi, le colline torinesi e le montagne all’imbocco della Val d’Aosta.

Il Taglio Grosso

Magnano. Per alcuni il toponimo deriverebbe dall’attività di calderari – o ‘magnén’ – che i magnanesi esercitavano fin dal Medioevo. Gioiello del paese è l’antico ricetto del XIV secolo, meno noto di quello di Candelo, ma avente la medesima funzione di riparo e protezione grazie alla cinta di mura in sasso e l’alta torre d’accesso. All’interno le case sono allineate in tre file parallele: al piano terra l’abitazione e la stalla, sopra la legnaia e il granaio. Consigliabile la breve deviazione verso la chiesa romanica di San Secondo, dallo splendido campanile e le sue due absidi con archetti. Nel centro comunale si trova invece Villa Flecchia dove, per opera dei Fai, si custodiscono e si ammirano 60 dipinti di arte figurativa otto-novecentesca.

Torrazzo. La storia di molti paesi della Serra, specie di quelli ‘interni’ sul fronte del Biellese, sfavoriti dal clima freddo, fu di patimenti ed emigrazione. I 555 abitanti di Torrazzo nel Settecento si contentavano di vendere rape e biada di cavallo al mercato di Biella. Oggi se ne contano 205.


Albano Marcarini, ATLANTE DEI SENTIERI DI CAMPAGNA – LOMBARDIA, Ediciclo 2020, 158 pag.

33 facili itinerari a piedi e in bicicletta per scoprire che esistono anche sentieri ‘orizzontali’ che attraversano la Pianura lombarda. Tante occasioni per (ri)conoscere un paesaggio e una civiltà contadina dalla quale abbiamo tratto le nostre radici.

18,00 €


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