Un paio d’ore sul Sentiero del Viandante

Da più di un anno ormai il Sentiero del Viandante è stato prolungato da Piantedo, oltre Colico, fino a Morbegno. Percorre il versante orobico della Bassa Valtellina a volte al piede dei rilievi, a volte sulle loro prime balze fra i castagneti e le radure prative. Avvicina borghi e antichi nuclei abitati. Questo è un assaggio per un’escursione domenicale di un paio d’ore, nel primo tratto del percorso: dalla Madonna di Valpozzo a Delebio. Testi, disegni e foto sono estratti dalla guida Il Sentiero del Viandante, di Albano Marcarini, ed. Ediciclo.

Una collana di abitati si appoggia al piede del versante orobico della Valtellina. Hanno sempre mantenuto legami e vicende storiche comuni, in alcuni casi anche apparentandosi fra loro come Delebio, Andalo e Rogolo, uniti fino al 1616. Ma non meno rilevanti furono gli influssi esterni. A Piantedo abitavano genti proveniente da tre distinti territori: i ‘maròch’, avvezzi alla transumanza del bestiame sugli alpeggi; i ‘giaröó’, scesi dalla Val Gerola; e gli ‘scilàp’, arrivati dalla Val S.Giacomo. Ciò induceva anche all’uso di parlate leggermente diverse fra luogo e luogo.

Le case di Tavani

Il disegno originario degli insediamenti era composto attorno a corti rurali e a un fitto reticolo di strade, alcune orientate verso gli alpeggi della montagna, altre distese lungo il pedemonte dove, in antico, transitava una delle due vie di risalita della Valtellina. L’edilizia moderna, spinta anche dallo spostamento in fondovalle delle famiglie in passato residenti in quota, ha un po’ offuscato il fascino delle vecchie dimore, ma in alcuni casi attenti restauri e una certa cura per il particolare restituiscono un’immagine caratteristica di questi centri storici fra fontane, affreschi murali, portoni, loggiati e edifici religiosi, prevalentemente di impianto barocco. Delebio e Cosio superano i tremila abitanti, mentre gli altri comuni si attestano attorno ai mille pur possedendo vasti territori che si estendono dalla sponda dell’Adda fino agli alti versanti delle montagne orobiche, salvo Andalo che con i suoi 668 ettari risulta fra i più piccoli comuni della Valtellina.

I prati di Nogaredo

Nel regesto degli edifici religiosi di questi paesi spicca senza dubbio l’oratorio settecentesco di S.Gerolamo a Delebio, già cappella privata dei nobili Peregalli e buon esempio di barocchetto alpino, pervasa dal tocco delicato delle decorazioni ad affresco di Giuseppe Antonio Petrini e dei luganesi fratelli Torricelli. Delebio dispone di altri sette edifici sacri, tra i quali la parrocchiale di S.Carpoforo, già esistente nel 1204, anno di nascita del Comune, e la chiesa di S.Domenica, connessa alla grangia dei monaci cistercensi dell’abbazia di Acquafredda di Lenno, tenutari di queste terre nel XII sec. Più rare invece le fortificazioni nella bassa valle, forse perché tutte atterrate o trasformate in edifici rurali come il Castello situato su un poggio di Rogolo, accanto al vallone di S.Giorgio. Rilevante in ogni caso il potentato feudale dei Vicedomini, qui giunti dal Comasco attorno all’anno Mille e detentori di tutti i presidi fortificati della bassa valle a partire dal castello di S.Giorgio a Cosio, distrutto nel 1304.

DOVE MANGIARE – DOVE DORMIRE

Piantedo. Ristorante Nonna Elisa, Via S.Giovanni Bosco 40/d, 0342.682046 – B&B L’Isola, Via S. Martino 882, 0342 683198.

Delebio. B&B Nonna Gemma, Via Vittorio Emanuele II 2B, 331.5032220 – Ristorante Domingo, Via Carcano 1, 0342.685320 – Osteria del Benedet, Via Roma 2, 0342.696096 – Ristorante Stelvio, Via Stelvio 111, 0342.685163. Andalo Valtellino. B&B Al Carotin, Via Superiore, 347.5220084-347.7230007.

L’itinerario dalla Madonna di Valpozzo a Tavani

A – Aggirato il Dosso Croce (alt. 309), la strada della Scalotta si affaccia alla Valtellina e scende di quota: passa il vallone dell’Acqua della Piodella e avvicina i nuclei di Piantedo, molti dei quali ristrutturati. Nella Bassa Valtellina, le case contadine erano disposte attorno a corti, ovvero ‘culundéi’, dove prospettavano stalle e fienili. Erano lo spazio comunitario di più famiglie per svolgere mansioni collettive, quali l’essicazione del fieno o la trebbiatura del grano. La dimora aveva una facciata a loggiati profondi e serviti fra loro da una scala che collegava i piani. La struttura in legno delle balconate era arricchita da montanti e listoni orizzontali sui quali si fissavano le pannocchie. La distribuzione dei locali: a piano terra la cucina; al primo e al secondo piano le camere, al terzo un fienile-granaio. 

Rustico a Delebio

B – Seguendo Via Cavour ci si mantiene a una certa altezza sul fondovalle, toccando nuclei ben conservati, come Piganzoli e Ca’ di Pinoli. Si calcano stradelle e sentieri usati un tempo per i lavori del bosco. Con pazienza i aggirano i valloni che scendono dal versante, con facili passaggio a guado. 

C – Dopo buon tratto si giunge ai mulini di Piantedo (alt.330). Senza passare a guado il rio, si scende a sin. il pendio e fra altri edifici in abbandono si arriva al ponticello sul T. Madriasco.  

D – Ora si entra nel territorio di Delebio presso Case Tavani (alt. 261).

L’itinerario da Tavani a Delebio

A – Attraversate Case Tavani si torna su un sentiero che si inerpica nel bosco e fra valloni attraversati a guado, percorsi da rivoli d’acqua. La zona è frequentata dai caprioli. Le radure prodotte dal taglio del legno concedono vedute sul fondovalle e sul Pian di Spagna. Si perviene a un primo culmine a quota 372, dove il sentiero incontra una strada consorziale che si segue verso valle. 

B – Accostata un’area di sosta, si lascia la strada per rimontare a d. la pendice: salita lieve che si stempera a mezza costa fra imponenti castagni. L’esemplare più vetusto, segnalato, si trova presso la deviazione a d. per Nogaredo. 

Nogaredo

C – Il sentiero sale alla volta di Nogaredo (alt. 391) e della sua splendida radura prativa. Un terrazzo bordato da un muretto in pietra, un enorme castagno, tre rustici, una fontana, un prato e un panorama meritano una sosta. Si riprende il cammino intercettando la carrabile che scende a Delebio. Si tratta di un’opera selciata e a pendenza costante. Approvvigionava le postazioni militari del M. Legnone, a 2000 m. d’altezza e fu realizzata durante la Prima guerra mondiale.

D – Si giunge a Delebio presso la centrale elettrica: a sin. si scende in paese e alla stazione; a d. si passa accanto al palazzo Bassi, ottocentesco, che univa alla funzione residenziale anche la produttiva essendo la famiglia Bassi precorritrice delle attività economiche locali. Poi si accede al solco della Val Lesina superato da un ponte in pietra accanto alle prese del torrente. La disponibilità idrica ha fatto sì che Delebio sviluppasse fin dal XV sec. mulini, magli, segherie e un setificio (nel XVIII sec.), così da assumere un ruolo economico di tutto rispetto.


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Albano Marcarini, IL SENTIERO DEL VIANDANTE – Da Lecco alla Val di Mello lungo il Lago di Como, Ediciclo, nuova edizione 2021, 168 pagine con foto, acquerelli, mappe.

Questa è la nuova guida aggiornata e ampliata «del più bel sentiero lungo il più bel lago del Mondo». Un cammino vissuto e narrato, passo dopo passo, su un’esile sponda di lago al cospetto dei più bei panorami che si possano concepire, fra borghi aggrappati alla cornice del lago con un occhio alla storia e ai piccoli segni di una colonizzazione umana che si perde nel tempo: case in pietre, cappelle, chiese, borghi, torri e castelli, belvedere. E non finisce qui, in questa nuova edizione, il Sentiero del Viandante arriva in Bassa Valtellina, tocca Morbegno, e finisce nella celebre Val di Mello, di fronte ai colossi delle Alpi Retiche.

15,00 €


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