I monti ostili di Dino Campana a Marradi

Itinerario a piedi nell’Appennino Toscano a Marradi.

Matto, geniale, ombroso, scontroso, inquieto, incompreso, solitario, vagabondo. In mille modi si potrebbe tratteggiare la figura del poeta Dino Campana, ma nessuno la può comprendere tutta. Aveva gesti strani, si comportava strano. Dormiva per terra, parlava da solo, si lavava con l’acqua del fiume. Scriveva poesie e camminava tanto, su per i monti dell’Appennino, a Marradi, fra la Romagna e il Mugello, dove era nato nel 1885. Portava in spalla i suoi libri a Firenze, sperando di venderli ai buoni borghesi ma diffidava di loro e, a seconda dei clienti, provvedeva a strappare delle pagine, togliere capitoli o aggiungerne altri a mano, al momento. Era un genio. Aveva capito tutto della scrittura creativa, un secolo prima di internet.

cantiorficiSi innamorò perdutamente di Sibilla Aleramo e fu una passione straziante, rovinosa. Scrisse un solo libro, ne diede il manoscritto prima a Giovanni Papini, poi ad Ardengo Soffici, letterati fiorentini, per averne un conforto. Glielo persero. Lo riscrisse col titolo di Canti Orfici, ma ne fecero edizioni infami che non volle riconoscere come sue. Come poteva restare incolume di mente una persona così sventurata? Fu rinchiuso in manicomio a Castel Pulci. Vi morì nel 1932.

TOscana.map179 copiaMarradi si trova lungo la ex-strada statale 302 della Valle del Lamone, a 35.5 km da Faenza e a 64.3 da Firenze. Campigno è una frazione di Marradi, a 8 km dal capoluogo.

L’itinerario. Tempo di percorrenza: 4 ore a piedi su strade forestali o sentiero. Dislivello: circa 600 metri. Segnavia progressivi: 523 – 555 – 533 in colore bianco e rosso. Periodo indicato: autunno, ma meglio evitare i giorni di caccia. Info. Comunità Montana Mugello, Via Togliatti 45, Borgo S. Lorenzo, tel. 055.84527186, www.mugellotoscana.it (con altri itinerari nei luoghi di Dino Campana).

I ristoranti. Il Circolo di Campigno, Campigno (presso la chiesa, al punto di partenza dell’itinerario), tel. 055.8042295, vale la pena prenotare per chiudere magari la passeggiata con una buona cenetta casalinga a 20 Euro. – Ristorante Castagno Vecchio, frazione Valfontana 22, tel. 055.8042290 – 3338656134, sulla strada per Campigno, specialità a base di castagne, aperto in inverno solo nel fine settimana, menu da 25 Euro.

Marradi
Marradi

Gli alloggi. Palazzo Torriani, via Fabbroni 58, Marradi, tel. 055.8042363, http://www.palazzotorriani.it, residenza d’epoca per un soggiorno raffinato con degustazioni di prodotti della valle, da 160 Euro per una camera doppia a notte. – B&B Casa Scheda, Via della Dogana 4, loc. Popolano, Marradi, tel. 055.8044147 – 3338565243, www.casascheda.com, in una dimora di origine settecentesca, da 20 a 50 Euro a persona a notte.

Viaggio con letture. La raccolta I Canti Orfici di Dino Campana sono pubblicate da Einaudi.  Molto utile per una ricognizione sui luoghi il libro di Giovanni Cenacchi (I monti Orfici di Dino Campana, Pagliai Editore, € 18). Ma da non dimenticare La notte della Cometa, biografia romanzata del poeta scritta da Sebastiano Vassalli (Einaudi, € 7.75).

Campigno.map.flatBisogna salire a Campigno, a 8 chilometri da Marradi, per seguire una delle infinite tracce di Campana, il ‘paese barbarico, fuggente, paese notturno, mistico incubo del caso’, come lui lo chiamava. È in fondo a una valle stretta, quattro case affogate sotto la chioma di enormi e crostosi castagni. Tranquillo e ‘barbarico’ perché selvaggio, ancora vergine.  Accanto alla chiesuola e al Circolo ci sono i segnali del sentiero. Indicano la Bocchetta della Ca’ del Vento, un luogo da poeta evidentemente, che forse Campana ha raggiunto nel suo viaggio pedestre verso la Verna, la fine estate del 1910.

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Il Poggiolo

Lasciamo l’auto e incamminiamoci curiosi. La stradina perde la pelle d’asfalto al Poggiolo, uno dei molti minuscoli nuclei che fanno di Campigno un villaggio sparso. Poi la via scopre la crosta delle montagne antiche – 20 milioni di anni dicono – che si presenta a banchi, strati alternati e sovrapposti di marne e arenarie, une grigie le altre brune. «Monumenti di tenacia solitaria che consolano il cuore degli uomini», diceva Campana. È un vero pavimento inclinato che punta verso il cielo. In alto, rapaci in larghi e lenti giri. «Dalle rupi di Campigno – prosegue il poeta – nelle cui rupi pietrose abita permanentemente il falco io spero di superarle e volare sopra di esse con tutta la fierezza e la forza dell’aquila…».

La frase. «La stradina è solitaria / Non c’è un cane: qualche stella / Nella notte sopra i tetti / E la notte mi par bella / E cammino poveretto / Nella notte fantasiosa». (Dino Campana, La petite promenade du poète, in Canti Orfici, 1914)

Salendo si scorge anche, guardando a nord, il Passo delle Scalelle, l’Omaha Beach dei montanari di Campigno. Fu lì infatti che, nel 1538, tesero un’imboscata al conte svevo Corrado Lando, catturandolo e mettendo in fuga le sue soldatesche. C’è una colonna lungo la strada che sale da Marradi, a ricordare l’eroica impresa.

Terra arida che fa crescere cespugli stentati di roverella, ginepri, prugnoli, rose canine… Guai a passare di qui in  piena estate per via del caldo soffocante. Meglio l’autunno che regala meravigliose tavolozze di colore. Al Poggio Lagacciolo si arriva sulla linea di crinale. Il sentiero, a volte, corre parallelo ai segni dei fuoristrada e, infine, raggiunto il Passo Valtorte, s’incupisce dentro una bella faggeta. Si aggira il Poggio le Vette faticando a comprendere il senso di una orografia disobbediente: creste e crinali si elevano da ogni parte e i corsi d’acqua, o meglio, i fossi scendono verso valle dove meno te lo aspetti. Si arriva così al Taglio della Regina, nome che nasconde chissà quale avvenimento, per imboccare il tracciolino del metanodotto. Si risale la valle del Fosso

Monte Lavané
Monte Lavane

Arnaio fra mandrie al pascolo. Il paesaggio si ammanta di pini, spesso usati da queste parte per rapidi rimboschimenti. Dopo buon tratto si scollina: a sinistra un sentierino segnalato manda sulla vetta del Monte Lavane, con i suoi 1241 metri il più elevato del territorio di Marradi. Vale la breve deviazione per via del panorama; in giornate chiare va dall’Adriatico al Tirreno.

Capanna Partigiani
La Capanna del Partigiano

Poi si riprende il cammino col segnavia 533 che arriva subito alla Capanna del Partigiano, ideale luogo per una pausa, prima di affrontare l’ultima parte dell’itinerario: la discesa verso Campigno. Mettete in conto un po’ più di un’ora di cammino. Il sentiero, dopo il primo tratto nella pineta e nel sottobosco di felci, spunta sulla strada forestale. Scende ripida. Tocca il Rifugio di Poggio Giuliano, altro luogo di sosta (ma non custodito), e quindi le case di Crognole dove si rientra nell’ambiente umanizzato della valle, fra i prati e i castagneti.

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2 risposte a "I monti ostili di Dino Campana a Marradi"

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