I misteri di Pietra Cappa

Itinerario a piedi sul massiccio dell’Aspromonte, nel comune di Careri, provincia di Reggio Calabria.

«Erano venti chilometri di sentieri e facevano tutto un mondo, avevano diversi aspetti da miglio a miglio, sembrava di non arrivare mai, e mettendomi in viaggio mi accadeva spesso di pensare come è meraviglioso trovarsi in un luogo e dopo tre ore in un altro». Quelle di Corrado Alvaro, illustre calabrese di San Luca, sono parole che condividono quanti amano camminare e sono le stesse sensazioni che si provano mettendosi in marcia su per la sua montagna, l’Aspromonte. «L’Aspromonte merita il nome che porta» ha detto il viaggiatore inglese Norman Douglas. Ne è riprova Pietra Cappa, enigmatico monumento naturale, meta di questo itinerario.

Difficoltà: media. Tempo: 4 ore e 15 minuti. Distanza: 8 km circa. Dislivello: 409 metri.

Condizioni del percorso: mulattiere e sentieri, percorso non segnalato. Partenza e arrivo: : Natile, frazione di Careri. La località si raggiunge da Reggio Calabria (98 km) seguendo la strada statale 106. Al bivio con la statale 112 dir si segue la direzione Platì. Appena superato Natile Nuovo si segue a sinistra una strada secondaria che scende a una fiumara e risale a Natile.

Dove mangiare: non esistono punti di ristoro sul percorso: necessario approvvigionarsi a Natile Nuovo. Dove dormire: a Ardore Marina (a 20 km), Eurohotel***, km 89 della S.S. 106,  0964.61024. Indirizzi utili: Parco nazionale dell’Aspromonte, via Aurora, Gambarie di Santo Stefano in Aspromonte,  0965.743060.

Pubblicato su AIRONE aprile 2006 – ©Albano Marcarini

A – Partiamo da Natile Vecchio, villaggio alluvionato nel 1951 e  sfollato d’autorità. In realtà non fu mai del tutto abbandonato. L’attaccamento alle radici (il nome pare provenga da ‘nati-lì’, nati sul posto) è così tenace da vincere ogni imposizione. Dalla piazza si sale verso la montagna evitando la rotabile. Dopo le ultime case del villaggio si piega a sinistra per un sentiero in costa fra coltivi. La traccia è selciata. Si trascura un viottolo a sinistra, e si prende quota a gradoni superando un cancello. In cima alla prima erta ci si imbatte in un accenno di pista: la si impegna a sinistra verso un ruscello che si risale fino a riprendere il vecchio sentiero. È un piacevole incedere fra vecchi coltivi, muri a secco e macchia mediterranea.

B – Alla fine della salita, ma prima di un altro cancello, si devìa a destra seguendo una traccia incisa dalle acque piovane.

C – Un’altra ripida salita porta infine a una cresta panoramica, fra il vallone del Torrente Menica a sinistra, le Rocche di San Pietro di fronte e il pianoro di Afrundu a destra. A un trivio si continua diritto mentre, poco dopo, occorre scendere a destra per costeggiare la prima delle Rocce di San Pietro. Vi si trovano in gran numero antichi ricoveri in roccia utilizzati da eremiti basiliani. Questo movimento religioso prese vigore con l’immigrazione in Calabria, fra il VI e il X secolo, di monaci dall’Oriente. Organizzati in forma spontanea, si dedicavano all’eremitaggio, alla trascrizione di codici antichi, al lavoro nei campi. Il vicino toponimo Afrundu (variazione del termine greco ‘acrantos’, puro, incorrotto) riporta alla memoria una dipendenza monastica a carattere colonico. Il più singolare di questi rifugi, o asceteri, con tre ampie aperture, si trova sulla terza roccia e richiede un po’ di agilità nell’arrampicata.

D – Si traversa l’insellatura fra la seconda e la terza roccia e, più avanti, si supera un cancello.

E – Si giunge a un ovile dove s’incontra la pista carrabile che sale da Natile. La si segue in salita per circa un chilometro; superato un altro ovile la si lascia per un sentiero a sinistra, ingombro di ciottoli che sale senza troppa fatica.

Gatto selvatico

F – Infine si giunge alla recinzione del bosco demaniale di Pietra Cappa. Qui si incontra uno scalandrino (rampa in legno usata per superare la rete) e varcatolo si procede nel bosco in direzione del locale vivaio forestale. Siamo a breve distanza dal casello di San Giorgio, dove si trovano un’area di sosta e i ruderi di una chiesa basiliana avente funzione lauritica, vale a dire di temporaneo cenobio. Spogliata di tutte le sue parti (fra cui un pavimento a mosaico e diverse colonne marmoree) negli anni ’80 per l’inutile ricerca di un tesoro, avrebbe avuto in precedenza uno schema in tutto simile alla nota Cattolica di Stilo.

G – L’escursione si chiude con il periplo di Pietra Cappa, una delle ‘grandi pietre’ che fanno da contrappunto al paesaggio del versante ionico dell’Aspromonte, una cupola di arenaria aggredita dall’erosione. Non fanno difetto le osservazioni botaniche fra lentischi, corbezzoli, mirti, cespugli di menta e origano, mentre è quasi impossibile scorgere il gatto selvatico (nel disegno) che nottetempo frequenta il sottobosco. Vuole una leggenda che all’interno della pietra fosse stato rinchiuso Malco, servo del Sommo Sacerdote, colpevole di aver schiaffeggiato Gesù e al quale San Pietro mozzò un orecchio. Saliti fin sulla cima, al birdwatcher attento sarà possibile, con un po’ di fortuna e pazienza, l’avvistamento del falco pellegrino, nidificante su queste rocce.

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Albano Marcarini, LA VIA GRANDE DELL’ASPROMONTE – IL SENTIERO DEGLI EUCALIPTI, Alleanza Assicurazioni, pag. 80, con foto, mappe e disegni.

La Via Grande d’Aspromonte è un itinerario escursionistico lungo 45.8 km. Inizia a Cittanova, località calabrese posta all’estremità orientale della Piana di Giòia Tauro, e si conclude a Natile Vecchio, frazione di Careri, a pochi chilometri dalla costa ionica. È una lunga traversata che percorre un tratto della dorsale appenninica, nella zona settentrionale del Parco nazionale dell’Aspromonte. Segue sentieri e piste forestali, quasi sempre all’interno dei boschi (faggi, abete bianco). Talvolta ha uno sviluppo un po’ tortuoso perché evita le strade asfaltate. Non comporta difficoltà tecniche. Tocca il suo culmine, nei pressi del M. Scorda, a 1372 metri d’altezza. Il dislivello complessivo, in salita, è di 1166 metri. Gran parte di questo dislivello – circa 500 metri – si vince gìà nella prima tappa, salendo dopo Cittanova il primo gradino orografico fino a raggiungere un’altezza media di 900-1000 metri. La Via Grande si percorre in tre giorni di buon cammino.

€6,00

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