Itinerario in mountain-bike fra le colline moreniche del Garda veronese, nel comune di Caprino.

All’ingresso della pianura veronese l’anfiteatro morenico del Garda e dell’Adige è un impianto di pianori e di colline arcuate modellate dai ghiacciai. Qui vegeta bene la vigna. Numerose contrade, dalle case costruite con una pietra bianca calcarea, danno il senso di una presenza umana antica e laboriosa. In una di queste, che dall’albero ha preso il nome, si eleva un grandioso platano secolare.
Difficoltà: media, qualche tratto di buona salita su strade campestri. Durata: 3-4 ore. Lunghezza: 15.9 km. Dislivello: 310 metri in salita. Partenza e arrivo: Caprino Veronese. Si raggiunge da Verona con la A22 del Brennero (uscita Affi), poi con un tratto di 6.7 km della provinciale 29a. Parcheggio in piazza della Vittoria. Usare il casco.
TRACCIA GPS disponibile su richiesta a info@guidedautore.it
Dove mangiare: a Caprino, loc. Platano, ristorante, 045.7242283. Dove dormire: a Cisano, loc. Bardolino (a 11 km), agriturismo Costadoro, 045.6210493, http://www.agriturismocostadoro.com
A – Si esce da Caprino seguendo la strada per Garda e San Zeno (via Gardesana) passando a fianco di villa Carlotti (municipio) e rasentando la pendice del monte Baldo. Dopo 1.7 km, una diramazione a sinistra entra a Boi di Pesina (via Boi).
B – All’altezza della sua chiesina si piega a sinistra (via Stazione) percorrendo, fra campi aperti, il rettifilo che porta a Ceredello.
C – Seguendo la via principale di Ceredello si sbocca sulla strada per Affi (croce): la si segue a destra per 200 m per poi volgere a sinistra in direzione di Rivoli (via Pontare). Ci attende una breve salita.
D – Dopo avere scollinato a Ca’ Pontare, attenzione: a una brusca curva a destra si lascia l’asfalto per una strada campestre sulla sinistra (direzione casetta Cimi), facente parte del circuito Baldo Bike. Una bacheca indica il Sentiero dell’antiteatro morenico. Si segue la via più battuta che, lasciate alcune diramazioni, punta diritta alla frazione Zuane.
E – Si torna sull’asfalto presso un laboratorio di marmi. A sinistra si incrocia la provinciale 29a. Si procede per Brentino, ma lasciate le sue ultime case, di fronte al civico 2, si abbandona di nuovo l’asfalto e si imbocca l’ex-strada militare che, con 34 tornanti, sale al Forte S.Marco. Si tratta di un percorso di 3.6 km con panorama sulla chiusa di Rivoli, nota per lo scontro napoleonico del 14 gennaio 1797.

F – Il Forte S.Marco è posto sulla china di un’aspra rupe calcarea sulla bassa valle dell’Adige, un avamposto formidabile. Fu costruito dal corpo dei genieri italiani dopo l’Unità nazionale, a guardia del confine con il Trentino austriaco. Appena sotto il forte, dove c’è una bacheca, prosegue il sentiero. La discesa è ripida, su fondo sconnesso. É meglio procedere a piedi se non si è bikers esperti!
G – A Lubiara si riprende la strada asfaltata e, in discesa, si arriva al famoso ‘platano’. Nel 1937, sotto le sue fronde, si nascosero cento bersaglieri durante una manovra militare. Misura 10.30 metri di circonferenza e 19 d’altezza. Ha più di 400 anni di vita.
H – Vicino si trova la villa Nichesola, dai bei camini del XV secolo. Ora si continua in direzione di Caprino, cui si fa ingresso dopo meno di due chilometri, chiudendo l’anello.
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Albano Marcarini (a cura di -) – VENETO E FRIULI VENEZIA GIULIA – De Agostini/Alleanza Ass., 2004, 228 pagine con foto, mappe e acquarelli – formato 13 x 20 cm
L’Italia dei records vanta anche il primato del numero di autoveicoli per km di strada: 103, contro i 65 della Germania e i 29 della Francia. Ce n’è fin troppo, quasi da soffocamento. Perché, ogni tanto, non lasciar perdere il volante e passare al manubrio… della bicicletta o a un buon paio di scarponi per una bella passeggiata all’aria aperta. Il nostro Paese, appena al di là del guard-rail dell’autostrada regala ancora bei paesaggi e luoghi tranquilli. Sono angoli sconosciuti ai più, sono posti che per arrivarci bisogna faticare un po’, scrutare la cartina, magari chiedere in giro, oppure leggere con attenzione questa guida. Ne abbiamo scelti appena più di una dozzina in due regioni – il Veneto e il Friuli - Venezia Giulia – che ne meriterebbero almeno cinquanta.
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