Itinerario a piedi sulla costiera occidentale del Lago di Garda, nel comune di Toscolano, in provincia di Brescia.
La coltura dell’ulivo segna il paesaggio italiano. Assieme al vigneto ne è il tratto più classico, anche in regioni inaspettate, come la Lombardia. Sui laghi prealpini, grazie al clima mite e alla buona insolazione, l’ulivo tratteggia le sponde e riveste le pendici costiere, su ripiani lavorati dall’uomo fra minuscoli villaggi e linde chiesuole ombreggiate dai cipressi. Qui è bello sostare ad ammirare splendidi panorami. Più ancora dei laghi di Como e d’Iseo, è quello di Garda a conservare questo delicato paesaggio. Questo breve itinerario è tracciato fra gli uliveti del comune di Toscolano Maderno, sulla sponda occidentale – quella bresciana – del Benaco.
Partenza e arrivo: Gaino, frazione di Toscolano Maderno. Si raggiunge in auto da Milano seguendo l’autostrada A4 per Venezia, uscendo al casello di Brescia Est, quindi con un tratto della ex-statale 45 bis per Salò e Riva del Garda. A Toscolano si devìa a sinistra per Gaino.
Lunghezza: 7.9 km – Tempo di percorrenza: 2 ore e 30 minuti. – Dislivello: 155 metri circa. – Condizioni del percorso: viottoli, strade selciate; da Fornico a Gaino con il segnavia ’19’. Periodo indicato: in ogni stagione.
Indirizzi utili: Ufficio turistico di Toscolano Maderno, Lungolago Zanardelli 15, 0365.641330. Proloco di Toscolano Maderno, via Garibaldi 24, 0365.644298. Orari di visita del santuario della Madonna di Supina: durante la S. Messa la prima domenica di ogni mese (in ottobre e novembre la seconda) alle ore 16 da aprile a settembre, alle ore 15 da ottobre a marzo e il 25 marzo, Pasquetta, il 15 agosto, 26 dicembre.

Alberghi e ristoranti.
Trattoria Fornico (via Sole 13, Fornico, 036571058). Schietta cucina locale con in testa il rinomato spiedo con polenta, le paste caserecce con i tortelloni e i casoncelli e un po’ di pesce di lago Menu intorno ai 25 euro.
Ristorante Bertansì (via Roina 49, Roina, 0365.643126). Posizione consona al carattere della passeggiata: un locale immerso negli ulivi. Specialità di carne alla brace e, in fine, tortino alla menta con crema al cioccolato fondente. Pranzo medio fra 25 e 30 euro.
B&B Cà dei Casai (Via Folino Cabiana 82, Folino, 0365.5441360 – 339.2905422, www.cadeicasai.eu/it). Antico cascinale, circondato da un rigoglioso oliveto con vista lago, ideale per il weekend con 4 camere doppie. Camera doppia (minimo due notti) fra 35 e 45 euro a persona
Si parte da Gaino, frazione di Toscolano, posta a 290 metri d’altezza- circa 200 sopra le acque del lago – su un ripiano alle falde del boscoso Monte Castello. Toscolano si dice essere all’origine del termine ‘Benaco’, denominazione dotta del Lago di Garda. «Trasse questo nome – puntualizza Leandro Alberti, autore nel 1567 della prima ‘guida turistica’ d’Italia – dal Castel Benaco, ch’era dove oggidì si vede Tusculano contrada, che rovinò nel lago per un diluvio grande. Del quale eziando al presente si vedono assai rovine d’edifici circa la riva del lago».
Si imbocca la strada per la vicina Folino, un minuscolo nucleo rurale dove, all’altezza del civico 60, si piega a destra e, per un viottolo, si scende fra gli ulivi a Cussaga (attenzione alle biforcazioni laterali!).

Cussaga, come Folino, è un borgo di vecchie case in pietra a vista legate da strati di malta e con cortili chiusi da alti muri. I portoni hanno sempre cornici di marmo bianco e solidi battenti in legno, il ché conferisce una certa nobiltà anche alle costruzioni in apparenza più umili. Le balze prative, che sono il modellamento originato dall’antico ghiacciaio del Garda, sembrano fatte apposta per la coltura delle olive. Il sole scalda anche in inverno, rende il clima mite e consente la crescita non solo delle olive, ma anche di cedri e limoni. Una strada sterrata (via Caronte), fra ordinate tenute agricole, bordate da muretti o da siepi, scende di quota e arriva di fronte alla chiesa di Cecina (alt. 137, km 1.7), un bell’edificio alto sul suo sagrato, qualche decina di metri lontano dal borgo.
Qui si piega a sinistra e 200 metri più avanti, ancora a sinistra, attraverso il campo da golf Bogliaco. L’impianto sportivo ha una sua storia. Terzo in Italia per ampiezza, fu aperto nel 1912 a uso della clientela turistica straniera ma ebbe poi utilizzi poco all’altezza della sua fama: come campo di frumento durante l’autarchia fascista, pista aerea da decollo durante la guerra, campo da baseball per le truppe americane dopo la Liberazione. Nel 1953 tornò alla sua originaria destinazione.

La stradina costeggia la propaggine di una lunga collina che, verso destra, ci divide dalla vista del lago. Si passa accanto al tabernacolo del Santo Nero, che se in Sicilia risponde al nome di S.Calogero, qui, nel Bresciano, risulta invece essere S.Agostino di Ippona per la sua origine numidica. La sua saggezza e la sua statuta filosofica è simbolizzata dal personaggio, intento a scrivere su un rotolo di papiro… ma al tempo stesso è in atto di camminare. I due gesti non si conciliano molto. Inoltre questa è un’iconografia piuttosto insolita di Agostino, di solito raffigurato nelle sue sontuose vesti vescovili, seduto, in atteggiamento benedicente.
Poi si attraversa il bel nucleo rurale di Mornaga (alt. 155, km 2.9). Raggiunto un bivio si tiene la direzione di monte, verso il ristorante Bertansì e verso il nucleo di Fornico. Si può raggiungere questo villaggio, dalle belle case a corte, e rifocillarsi alla locale trattoria, oppure seguire le indicazioni per il santuario di Supina, passando sotto l’agriturismo Zenner. A Supina si accede con un breve, ma ripido tratto in salita, che rimanda forse al toponimo: ‘supina’ appunto, cioè posta in declivio. Il tempietto, è di semplicissima fattura ma di invidiabile collocazione fra gli ulivi e un crocicchio di antiche mulattiere. Risulta citato dal 1430; fu ripreso nel XVI secolo e restaurato nel 2004. La facciata, rivolta alla montagna, ha il portale, un oculo e sorregge il tetto a capanna; interno a una sola aula ripartito da archi. La decorazione interna è più tardiva e si deve alla particolare devozione di un fabbricante di carta di Toscolano il quale, nel suo testamento datato 1581, stabilì un lascito per la chiesa con il ricavato della vendita della sua cartiera detta ‘Il folo del Lovo’. Con quel sostanzioso beneficio, che si esaurì solo alla metà del XIX secolo, la chiesa fu ampliata per venerare meglio la statua lignea della Vergine che vi era stata deposta sin dal momento della fondazione. La decorazione alle pareti raffigura, entro finte cornici, scene della Vita di Maria, ma ciò che sorprende maggiormente il visitatore sono le 72 formelle che rivestono il soffitto. Sono dipinte a tempera con raffigurazioni mitologiche, datate 1590. Nei secoli la chiesa fu custodita da eremiti che si preoccupavano di accogliere i molti pellegrini giunti fin qui a invocare intercessioni per le calamità naturali o per le frequenti pestilenze. Mi auguro che anche voi, quando arriverete al santuario, abbiate la fortuna di trovarlo aperto! Di solito, la domenica, al pomeriggio.

Da Supina si segue una strada carrabile tornando sul percorso principale, ora indicato con il segnavia n. 19. Terrazzi di ulivi, isolati cipressi e deliziose edicole votive fanno corona al boscoso versante del Monte Castello. L’olio gardesano, già prodotto in epoca romana e tuttora coltivato con metodi tradizionali per le difficoltà della lavorazione meccanica, vanta livelli di qualità superiore. Un censimento dei torchi da olio condotto dalla Repubblica Veneta nel 1750 evidenziò la presenza di ben 213 torchi nella Riviera di Salò, di cui 37 sul territorio di Toscolano Maderno. Impressiona in inverno vedere sullo sfondo, dietro la chioma degli ulivi la groppa nevosa del Monte Baldo, sulla sponda veronese del lago.
La stradicciola tocca Cervano (alt 232, km 5.4), cascinale con una bella casa padronale: fra i cespugli spuntano pianticelle di terebinto e di ruta. Non manca la fillirea a sottolineare il tepore di questa costa di lago. Più avanti si ritorna sull’asfalto ma, prima di rientrare a Gaino, con lo sfondo della sua parrocchiale, eretta su un colle, si può effettuare una deviazione a Cabiana, altro nucleo rurale di bell’impianto. Per chiudere, una nota dolente: a Folino alcune improvvide lottizzazioni edilizie stanno purtroppo contaminando un lembo di questo memorabile angolo di paesaggio italiano.
Avendo ancora un po’ di tempo si può chiudere la visita nel centro storico di Toscolano per ammirare la basilica di S.Andrea, ritenuta fra le più interessanti architetture romanico-lombarde della zona benacense, oppure la splendida villa romana dei Nonii Arrii, risalente al I sec. d.C. Da ricordare infine che Toscolano è nota per la Valle delle Cartiere, un profondo solco naturale che per il suo clima umido fu ideale per l’insediamento di numerose cartiere, le cui ultime testimonianze fanno oggi parte del locale Ecomuseo delle cartiere.
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