Itinerario in bici nella Valganna, in provincia di Varese.
Nelle Prealpi varesine, la Valganna traccia un solco verso il Lago di Lugano. Prima di arrivarvi s’incontrano altri due laghetti, un’abbazia, un vecchio mulino, un maglio per il ferro e fresche sorgenti. La ciclabile segue la traccia dell’ex-tramvia elettrica Varese-Ponte Tresa.
Difficoltà: bassa. Lunghezza: 22 km. Dislivello: 110 m. Condizioni del percorso: pista ciclabile sterrata o asfaltata; brevi tratti su percorso promiscuo. Partenza: il punto di partenza è in località Miniera, circa 2 km dopo le Grotte di Valganna, lungo la strada 233 che da Varese conduce a Ponte Tresa. Arrivo: Ponte Tresa.
Dove mangiare: a Ganna si può approfittare del noto ristorante Tre Risotti, via Roma 11, 0332.719720. Dove dormire: Agriturismo Tenuta del Maglio, via del Maglio 15, Cunardo, 0332.716439. Indirizzi utili: Comunità Montana Valganna Valmarchirolo, Via Tremolada 2, Cadegliano Viconago, 0332.590224, www.cmvalganna.it
Per saperne di più: ancora maggiori dettagli su questa ciclabile sul mio libro PISTE CICLABILI E GREENWAYS IN LOMBARDIA, Seconda edizione. Ediciclo 2016. Itinerario pubblicato su AIRONE, aprile 2006.
Nel primo tratto la ciclabile si presenta come un percorso sterrato, lungo il sedime della vecchia tramvia. Siamo dentro il bosco di fondovalle, fresco e umido. Si lambiscono la sorgente del fiume Olona e la cappella di S.Gemolo. É il luogo dove questo santo fu martirizzato, alla fine del X secolo.

Narra la leggenda che sul Lago di Ganna, nel Varesotto, quando l’aurora tinge di rosa le nubi, bellissime ninfee emergono dall’acqua e si aprono alla delicata freschezza del nuovo giorno. Come d’incanto, da esse spuntano diafane figure velate danzanti sull’acqua. Sono le Ninfe, creature amorose che attirano i giovani cantando dolcissime melodie. Leggenda o realtà questo piccolo lago è solo una delle perle incastonate nel paesaggio prealpino. Ma questi laghetti con cui fare amicizia sono anche, per alcuni, le gocce che un gigante piangendo ha lasciato sul cammino. Lacrime o altro, certo sono un ricordo di eventi lontani, come il ritiro degli antichi ghiacciai del Quaternario. Anch’essi nella loro smania di plasmare e modellare le rudi rocce alpine, scavando solchi e frapponendo terra a terra, hanno dovuto lasciare qua e là qualche scoria, piccoli o grandi laghi prigionieri delle morene o incatenati in valli apparentemente prive di sbocco.
Dopo aver costeggiato il laghetto di Ganna si esce sull’asfalto. Lì accanto sorge la badia di Ganna, pure intitolata a S. Gemolo. Il complesso spazia nei secoli con accostamenti stilistici diversi ma non contrastanti. La chiesa è riferibile al 1100 – 1125, nei modi lombardi a tre navate, le case dei monaci sono successive come rivelano tracce di affreschi trecenteschi, il campanile è una bella opera del 1175 dove sono rappresentate le pietre della valle: porfidi, arenarie grigie e bei conci di dolomia. Il chiostro interno è ammirevole per la strana forma pentagonale e la sua intima atmosfera: risale in parte alla prima metà del XIV sec. e in parte al XVII. Il recente restauro permetterà agli ‘Amici della Badia’, di adibire alcuni locali a sede espositiva (già vi è allogato un piccolo museo d’arte e archeologia) e, perché no, a foresteria per viandanti di passaggio.

Ora la ciclabile, in sede propria, risale la sponda del lago di Ghirla. Fra le foglie dei castagni e dei frassini si intravede il piccolo bacino d’origine glaciale che fa il paio con l’attiguo Lago di Ganna. Sono le due perle della Valganna. Nel 1904 la vallata fu valorizzata con la costruzione della tramvia elettrica Varese – Ghirla. Sportivi milanesi e varesini furono attratti dai laghetti che, in inverno, ricoperti di un solido strato di ghiaccio, divennero ideale palestra di pattinaggio. Sorsero sulle sponde club esclusivi, lindi villini nello stile floreale che allora imperava in zona, alberghi e pensioni.

A Ghirla si possono osservare il vecchio maglio per la lavorazione del ferro e, poco più avanti, il Mulino Rigamonti, ancora attivo nonostante gli anni e le tecniche più moderne. Traversata la strada per Luino, si continua su una secondaria, entrando, dopo qualche chilometro nel comune di Marchirolo.

Questo è il culmine del percorso, al confine fra Valganna e Val Marchirolo: d’ora in poi le acque scorreranno verso nord, defluendo nel Ceresio. Difatti ci attende ora una lunga e bella discesa. Prima però ci si può attardare fra le vecchie case dell’abitato, provviste di portico e loggia, come nella tradizione locale. Si può anche vedere la monumentale chiesa di Marchirolo (nel disegno), dedicata a S.Martino. Si innalza sul fianco del colle come una piccola Trinità dei Monti.
La ciclabile riprende il tracciato della ex-tramvia: con larghe curve e due brevi gallerie attraversa il Parco dell’Argentera, ricavato sullo storico giardino di una villa. Dopo aver incrociato la provinciale, il percorso prosegue sulla pendice boscosa.
Si raggiunge il livello del lago a Lavena, e dopo poche centinaia di metri si entra a Ponte Tresa. Nel bar della ex-stazione, affacciato sul lago, ci si può rifocillare prima di fare ritorno sullo stesso percorso dell’andata.
Una vecchia tranvia portava i milanesi in Valganna a pattinare in inverno sui laghetti del Varesotto… oggi è una pista ciclabile che dalle porte di Varese conduce a Ponte Tresa, sul Lago di Lugano. Da fare con questa guida in una bella giornata di sole!
La pista ciclabile della Valganna, Guida PDF, 10 pag., foto, mappe, acquarelli, 15 x 21 cm. Scaricabile, stampabile.- Le guide di Cycle! 11. Anche in I-Books su I-Tunes.
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