Itinerario a piedi nella Riserva naturale orientale dello Zingaro, in provincia di Trapani (Sicilia).

Le strade che arrivano allo Zingaro sono due, una da sud, da Castellammare del Golfo, una da nord, da San Vito lo Capo. In mezzo non c’è nulla, a parte la costa tirrenica, tutta imbastita di solitarie cale, di scogliere, di vecchie tonnare; a parte una pigna di terrazze, vigilate da bianche casette di calce e dai ciuffi puntuti delle palme nane; a parte il volo sovrano delle aquile e dei falchi; a parte un sottile sentiero panoramico che è l’unica concessione alla viabilità, ma di esclusivo carattere pedonale. Sottratta trent’anni fa agli appetiti speculativi, la Costa dello Zingaro è oggi una riserva naturale orientata. Allo Zingaro si entra solo a piedi o a dorso di mulo, chi naviga deve rispettare delle elementari ma efficaci norme di tutela. Sono sacrifici che si pagano volentieri. Il tunnel, giusto all’ingresso, è il purgatorio di chi voleva portare una strada fino in cima al capo. Ora è la porta di un piccolo paradiso terrestre le cui chiavi sono affidate alla cura dell’Azienda Forestale Regionale. Sono i suoi agenti che curano i sentieri, restaurano le casupole dei contadini, vigilano sul patrimonio di flora e fauna. Difficile dire quale sia il sentiero più bello. Tutti sono ben segnalati. Vale la pena provarne almeno un paio, partendo da quello più basso rispetto al mare e tornando da quello di mezza costa. Il profilo della costa è alto, tormentato, le montagne, spesso incappucciate di nuvole, scendono al mare con spogli pendii da quasi mille metri d’altezza. Negli angoli, fra un vallone e l’altro, su qualche terrazzo, allignano magnifici giardini spontanei. Un tempo si utilizzavano le palme nane, ovvero le ‘giummarre’, per fare scope, per intrecciare corde insieme agli steli dell’ampelodesma, altra pianta molto comune allo Zingaro. Dai frassini si ricavava la manna, dagli ulivi un olio saporito e leggero, dal carrubo cibo per gli animali, del mandorlo e del fico si coglievano i frutti. I contadini smerciavano i loro prodotti per via mare con filanti barche a vela. Sulla via del ritorno si poteva accogliere nella stiva qualche latitante, desideroso di sottrarsi alla cattura. E, in questo senso, lo Zingaro offriva sempre un rifugio sicuro. Il sentiero costiero inanella tutte le cale della riserva, stupende nicchie di sabbia e di mare azzurro, chiuse fra gli scogli. A Cala Marinella fiorisce il finocchio selvatico, alla Cala del Varo i gusci di un mollusco hanno formato delle curiose piattaforme come una sorta di ‘reef’ corallino, a Cala dell’Uzzo ecco i resti di una torre di guardia, infine alla Tonnarella dell’Uzzo, estremità nord del nostro anello, i vecchi impianti per la pesca del tonno. Il cammino del ritorno si eleva di quota e assume l’aspetto del balcone panoramico. Si guadagnano, dopo l’unico vero tratto di salita, i terrazzi di Contrada Sughero per poi calcare le pietre smosse della lunga mulattiera che sale al Passo del Lupo. Dalle balze esposte si potrebbe veder involare un gheppio o una poiana o, se si è più fortunati, la rara coturnice di Sicilia.

Punto di partenza e di arrivo: Ingresso sud della riserva. Si raggiunge in auto da Castellammare del Golfo (km 10) con la statale 187 per Trapani rispettando le segnalazioni per la riserva. L’accesso alla riserva è a pagamento (3 Euro). Tempo di percorrenza: 4 ore e 30 minuti. Dislivello: 500 metri circa. Segnavia: cartelli in legno. Consigli utili: escursione adatta a tutti, protezione per il sole e gli insetti. Dove mangiare: lungo l’itinerario non si trovano punti di ristoro. A Scopello c’è una piccola pensione con ristorante e albergo: Torre Bennistra, via Diaz 9, tel. 0924.541128. Dove dormire: albergo Al Madarig***, p.za Petrolo 7, Castellammare del Golfo, tel. 0924.33790; o anche due pensioni a Scopello: Tranchina, via Armando Diaz 7, tel. 0924.541099; Pensione La Tavernetta, via Armando Diaz 3, tel. 0924.541129. Indirizzi utili: Direzione Riserva dello Zingaro, via Segesta 197 – Castellammare del Golfo, tel. 0924.35108 – 800.116616, www.riservazingaro.it
Itinerario pubblicato su BELL’ITALIA 208, agosto 2003. Aggiornato il 15.12.2009.
1. Prima di accedere alla riserva si deve vedere la Tonnara di Scopello, con la torre e gli alti scogli che la proteggono, notissima dopo essere apparsa in un episodio del Commissario Montalbano.

2. Dall’ingresso sud, superato il tunnel, si imbocca il sentiero principale (direzione ingresso nord). Diverse deviazioni portano alle spiagge. Fra una punta e l’altra il sentiero sale e scende fra palme nane, euforbie, fichi d’india, oleastri, rosmarini e altre specie di macchia mediterranea.
3.Poco prima di scendere alla Cala dell’Uzza, una breve deviazione porta alla grotta omonima, frequentata fin dal Neolitico. L’immenso antro è stato usato per secoli come rifugio pastorale. Dalla Cala dell’Uzzo seguendo da vicino la bassa scogliera marina, si arriva alla Tonnarella dell’Uzzo.
4. Il percorso di ritorno segue il sentiero di mezza costa passando per la Contrada Sughero (segnavia per Pizzo del Corvo). Al culmine del Passo del Lupo si gode una splendida veduta del golfo di Castellammare e dell’intera Costa dello Zingaro.
5. Raggiunta la recinzione della riserva si scende per ripido sentiero fino a incontrare, presso il Centro Visite, il cammino fatto all’andata.
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