I ‘biligòcc’ nella Valle del Lujo

Itinerario a piedi attorno al Monte Pranza, nella Valle del Lujo, in comune di Albino, provincia di Bergamo.

Molti versanti delle nostre montagne, fino a un’altezza di 800 metri, sono connotati da un paesaggio fatto di alberi imponenti, dall’ampia e ricca chioma verde. Sono i boschi di castagno, specie che i botanici chiamano ‘Castanea sativa’. L’albero non è originario dei nostri orizzonti, è una specie importata dall’Asia in tempi remotissimi. Per conoscere il castagno e per apprezzare i suoi frutti si sono attrezzati in ogni parte d’Italia sentieri e percorsi di visita. Questo itinerario è tracciato nel castagneto di Casale, una piccola borgata del comune di Albino, nelle Prealpi orobiche, in provincia di Bergamo.

Casa.bergamasca copiaQui la castagna, o il ‘ biligòcc’ come si dice in dialetto, è di casa e ha fornito l’alimentazione dei contadini per generazioni. Casale fu uno dei maggiori centri della bergamasca per lo smercio delle castagne. Già nel 1289 riforniva la non lontana abbazia di Vallalta di una notevole quantità di castagne «ben sicche et piste et mondate». Le castagne seccate erano una risorsa indispensabile nei mesi invernali. Nel bosco di Casale si contavano fino a 40 essicatoi, minuscole costruzioni a due piani dove si ponevano per giorni le castagne a seccare sopra un focolaio lentissimo. Questa tradizione  – è il caso di dire – non si è spenta del tutto. Nel piccolo abitato si vede un essicatoio funzionante, attorno al quale, la prima domenica di ottobre si tiene la Sagra delle ‘borole’ (le castagne), e a febbraio la Festa dei ‘biligòcc’, altro termine per intendere le castagne bollite nell’acqua. Tuttora la produzione annua, fra secche e bollite, si aggira a venti quintali. Avendo tempo si può visitare a Casale, il Museo etnografico (aperto solo la domenica mattina), rivolto a coloro che desiderano conoscere meglio l’ambiente umano e naturale di questo ancor preservato angolo prealpino.

Gallo

Partenza e arrivo: Casale (alt. 650), frazione di Albino. Si raggiunge in auto da Milano seguendo l’autostrada A4 per Venezia, uscendo al casello di Seriate, quindi le indicazioni per la Val Seriana. Giunti ad Albino, quelle per Casale e Gaverina (provinciale 39). Lunghezza: 10,8 km Tempo di percorrenza: 3 ore. Dislivello: 590 metri. Condizioni del percorso: strade comunali, sentiero; da Casale ai Prati Alti con il segnavia 513, dai Prati Alti al bivio di M.Pranza con il 609, dal bivio di M. Pranza al Cesolì con il 622, dal Cesolì al Colle del Gallo con il 621. Periodo indicato: autunno. Le buone cose: al Colle del Gallo, la Fattoria del Colle vende formaggi e salumi di produzione propria, tel. 035.824435. Occasioni di visita: all’inizio di ottobre la Sagra delle Borole; domenica 31 gennaio 2016 la 27ma Sagra dei Biligòcc. Info: http://www.valledellujo.it – Indirizzi utili: Museo etnografico della valle del Lujo, via Oprando Abate 7, Casale, tel. 035.770727 – 338.4304107. Alberghi e ristoranti. Agriturismo Il Faggio (via del Cereto, Dossello di Albino, 035.772485). Menu fisso a 29 Euro con i prodotti dell’azienda agricola, dai formaggi, ai salumi, alle carni, al pane fatto nel forno a legna, alle paste fresche, ai dolci. Prenotare. Il nostro B & B (via Armando Diaz 32, Spinone al Lago, 035.811329, 340.5589791). Ai piedi del versante opposto del Colle del Gallo, sulle sponde del Lago di Endine.: struttura nuova, accogliente e arredata con gusto e fantasia. Camera doppia a notte a 60 Euro. Trattoria Come una Volta (via Roma 76, Albino, 035.751929 – 327.0495550) Locale ispirato alla tradizione della cucina bergamasca con originali tocchi di novità. Menu degustazione a 29 Euro.

Castagna

Il Sentiero del castagno prende avvio da un bivio della strada provinciale per il Colle del Gallo (un cartello in legno lo indica) e segue il versante nord-occidentale del Monte Pranza, del quale faremo il periplo. Lasciate alcune villette si passa nell’oscuro Bosco Fellongo. La stradina è asfaltata ma tranquilla. I vecchi e nodosi alberi, isolati o a gruppi, si elevano ritti con la loro chioma mentre a terra si accumulano grossi ricci spinosi. Il sottobosco è ripulito per permettere una facile raccolta delle castagne lasciando poi agli animali, maiali in particolare, di completare il lavoro. Le foglie si radunano per formare le lettiere delle stalle lasciando spuntare dal terreno i funghi porcini. Una breve deviazione porta a un’area di sosta dove si trova un altro essicatoio. L’itinerario principale prosegue sulla strada.

Nei varchi del bosco si gode il panorama sulla Valle del Lujo, nella quale ci eravamo inoltrati in auto per arrivare a Casale. L’alta valle del Lujo fu possesso esclusivo, in pratica una ‘terra separata’, dell’abbazia benedettina di Vallalta (si trova nel fondovalle e presenta una bella chiesa a tre absidi) grazie a una donazione vescovile avvenuta nel 1136. Per secoli, e fino al 1437 quando decadde, questo centro religioso esercitò in autonomia un piccolo territorio sfruttando in modo esemplare le risorse del bosco. I monaci avevano ricchezze e potere, spesso usurpavano le altrui proprietà ma necessitavano di manodopera per i lavori agricoli. Per questo arrivarono famiglie immigrate provenienti dalle vallate vicine, specie da Gaverina, oltre il Colle del Gallo, tanto che lo stesso comune di Gaverina ottenne nel XII secolo l’affitto del Bosco Fellongo. Solo nel 1822 tutti i terreni della valle furono incorporati nel comune di Albino, al quale per sorte geografica dovevano da sempre appartenere.

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Alla fine si spunta al valico dei Prati Alti, spartiacque con la Val Cavallina. Ora s’imbocca, verso destra, il sentiero con il segnavia 609, in direzione del Monte Pranza. Dopo un primo tratto di salita, il sentiero si distende sul crinale, intorno ai mille metri d’altezza, sempre all’interno del bosco. È un procedere piacevolissimo che, a un certo punto, suggerisce una duplice opportunità: salire fino in vetta al monte, oppure seguire le sue falde risparmiando un po’ di fatica.

Superato l’ostacolo, il sentiero raggiunge dapprima un roccolo di caccia e poi uno splendido alpeggio dal quale si gode un ampio panorama sulla Pianura Padana, fino agli Appennini. In seguito diversi bivi segnalati indicano la direzione del Colle del Gallo, ma noi insistiamo sul sentiero di crinale – ora con il segnavia 622 – che scende al Cesolì. Si tratta di una cappelletta, anch’essa in posizione panoramica: una tavola d’orientamento indica le montagne vicine, a dominio della Val Cavallina e del Lago di Endine.

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Il santuario della Madonna dei ciclisti al Colle del Gallo

Imboccato a questo punto il sentiero 621 si punta finalmente verso il Colle del Gallo, una depressione sul crinale che divide la Valle del Lujo, a occidente, dalla Val Cavallina, a oriente. In passato si chiamava Colle Gal, poi è diventato Colle del Gallo, non si sa se in onore del pennuto crestato. Non credo poiché nel dialetto bergamasco il gallo è detto ‘gall’ con due ‘l’. Vi è posto un santuario mariano che vorrebbe rivaleggiare con quello più noto del Ghisallo, essendo intitolato alla patrona dei ciclisti. Non manca un piccolo museo di cimeli e ricordi dei tanti campioni del pedale. Ora, per tornare a Casale occorre scendere per poco più di un chilometro la strada provinciale, a meno che qualche compagno gentile non vi abbia preceduto e vi sia venuto incontro in auto.

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Albano Marcarini, Lombardia, Leonardo Periodici, 2003, 112 pag.con foto, mappe, acquerelli. Formato: 15 x 21 cm, 6,00 € *  –  Acquista su www.guidedautore.it.

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