A piedi fra le vie di Barga

Itinerario urbano e pedonale a Barga, nella Garfagnana.

«Al mio cantuccio, donde non sento se non le reste brusir del grano, il suon dell’ore viene col vento dal non veduto borgo montano…». Il poeta è Giovanni Pascoli, il luogo è Barga, nei monti della Garfagnana, in Toscana. La cittadina, d’impianto medievale, è arroccata sul colle. La passeggiata inizia dalla Porta Reale, all’estremità sud del centro storico: un muro di difesa corre verso oriente fino a sorreggere la platea del Duomo, il monumento più illustre di Barga; dov’è oggi il parcheggio, un tempo stava il fossato.

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Barga

La porta è una delle tre della città antica. Nello slargo dopo l’arco c’è animazione fra i tavolini dei caffè dove i turisti si attardano prima di iniziare la visita. Si segue Via di Mezzo, una via pedonale stretta e tortuosa che attraversa tutto il centro storico. In alto, uno spicchio di cielo fa capolino fra le facciate dei palazzi. Per uno strano effetto prospettico sembrano avvicinarsi e le gronde quasi toccarsi. Eppure, fatti pochi passi, ecco già un’ariosa piazzetta cui si accede tramite una rampa in discesa. È incorniciata dalla chiesa dell’Annunziata e dal palazzo Mordini: i due edifici sono uniti da una loggia così che i nobili accedessero più agevolmente alle funzioni religiose. La strada si stringe ancora e si può occhieggiare dietro i portoni, negli antri scuri da cui salgono ripide scale di pietra. All’angolo con il Vicolo del Sole c’è una libreria con buoni libri sulla storia e le tradizioni locali. Poi si scende di qualche passo, si risale e si fa tempo a scorgere, sulla destra, la semplice facciata del Teatro dei Differenti (1689), sede del festival Opera Barga. Ora si entra in Piazza Angelio che i barghigiani chiamano ‘Aiaccia’ (l’aia) per via della sua relativa ampiezza. Anche qui palazzi dai prospetti rinascimentali con portali bugnati e stemmi in pietra serena a celebrare la dignità urbana di questa piccola Firenze. Nella piazza del Comune si protende la Loggia del Mercato, oggi occupata dallo storico Caffè Capretz, ideale per una pausa di ristoro. Poi si passa nell’attigua piazza Garibaldi con il palazzo Balduini, del XVI secolo, d’impressionante altezza rispetto all’angusto varco della via. La Via di Mezzo si chiude a Porta Macchiaia, l’uscita delle strade verso la montagna.

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Duomo di Barga

Poco prima della porta, a destra, si rimonta Via della Speranza. Qui le abitazioni sono più modeste, basse e senza decori, segno delle residenze del popolo. Sul retro della ex-chiesa del Crocifisso si nota una ‘ruota’ : vi venivano lasciati i bimbi trovatelli. Questa chiesa, usata per esposizioni, ha una facciata che prende una calda luce al momento del tramonto. Ma l’attenzione viene ora rapita dallo spalto di sinistra, dove si trova il Duomo, nel punto più elevato di Barga. Pascoli ricorda i barghigiani quando «campavano rosicchiando castagne e fecero il Duomo», come a dire che non conta la ricchezza, ma la fede. Così venne fuori un capolavoro. Non tutto d’un fiato, bensì in quattro respiri, cadenzati a seconda delle esigenze del culto, dal Mille fino al XVII secolo. Lo schema è a tre navate, ma la fronte principale è il fianco della chiesa primitiva. Ammirate, all’interno, il superbo ambone del sec. XIII. Le colonne frontali poggiano su due leoni marmorei, uno di questi aggredisce un uomo che giace sotto le sue fauci. Un’altra colonna poggia su un nano. Le facce del pulpito raffigurano scene della vita di Gesù, profeti e simboli evangelici. I reconditi significati di queste immagini hanno suggestionato per secoli i fedeli. Dal sagrato del Duomo si gode una splendida vista sulla valle del Serchio e sull’aspro dorso delle Alpi Apuane.

Nel momento in cui la chiesa s’ingrandiva, nel XIII secolo, anche il borgo trovava una nuova veste. L’unione a Firenze, nel 1331, comportò rinnovamenti che proseguirono fino a tutto il Settecento con bei palazzi d’aspetto urbano. Se ne ha un’ulteriore conferma continuando, giù dal Duomo, lungo Via del Pretorio che riporta al punto di partenza.

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Punto di partenza e di arrivo: Barga (LU). Si raggiunge dal capoluogo provinciale (39 km) con la strada della valle del Serchio (ex-SS 445). A Fornaci di Barga una diramazione porta all’antica cittadina.

Parcheggio: in piazza del Fosso. Lunghezza: 960 metri. Dove dormire: Casa Cordati, via di Mezzo 17, 0583.723450; Albergo La Pergola, Via Sant’Antonio 1, 0583.711239. Dove mangiare: La Pergola, Via del Giardino 90, 0583.723086; Locanda di Mezzo, Piazza Santissima Annunziata 7, 0583.1717525.

Pubblicato su Bell’Italia nel novembre 2007 – ©Albano Marcarini 2018.

1 – La nostra passeggiata nel centro storico di Barga ha inizio dalla Porta Reale, una delle tre che si aprivano nella cinta fortificata.

2 – Percorrendo via di Mezzo si arriva a piazza Angelio, intitolata all’illustre umanista locale (1517-1596) di cui resta la casa natale.

3 – Attorno alla piazza del Comune si concentrano i maggiori edifici cittadini: la Casa Comunale, la Loggia del Mercato, la Colonna medicea e il marzocco, ossia l’insegna del leone gigliato, simbolo di Firenze.

4 – Giunti al limite settentrionale del borgo, la passeggiata volge sul vertice del colle per raggiungere il panoramico spalto del Duomo. Si risale dunque per Via della Speranza.

5 – Dalla balconata del Duomo, suggestivo monumento romanico-gotico, bellissime viste sul borgo e sulle Alpi Apuane.

6 – Seguendo Via del Pretorio si fa tranquillamente ritorno al punto di partenza. Prima di arrivarvi si possono occhieggiare il cortile del Conservatorio, con un luminoso chiostro e un pozzo, e la chiesa di S.Elisabetta: dietro il suo altare campeggia la notevole pala dell’Assunzione, attribuita a Giovanni della Robbia.

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