Itinerario a piedi nel Senese, da Monticiano all’abbazia di San Galgano.
San Galgano è una nave di pietra approdata nella valle del Merse, una delle terre più primitive e pregne di storia della provincia di Siena. Proveremo ad arrivare a questa isolata e incompleta abbazia, splendore dello stile gotico cistercense, percorrendo a piedi il sentiero che parte da Monticiano, il paese più vicino. Seguiremo forse gli stessi passi che fece, nel 1180, il giovane Galgano assieme a San Michele per trovare, “nei pressi di un prato coperto di fiori profumati”, il luogo del suo eremitaggio spirituale.
AGGIORNAMENTO 2021 – ATTENZIONE! Putroppo, al momento, a causa del crollo della passerella sul fiume Merse non è più possibile completare l’itinerario fino a S. Galgano. L’attraversamento del fiume è possibile a guado solo nei periodi di magra.
Punto di partenza e arrivo: paese di Monticiano, in provincia di Siena. Si raggiunge da Siena (35 km) seguendo la statale 73 per Roccastrada.
Tempo di percorrenza: 2 ore e mezzo (andata e ritorno). Segnavia: giallo e rosso. Dislivello: 130 metri. Periodo consigliato: fino a giugno, da ottobre in poi.
Dove mangiare. Bar-ristoro presso l’abbazia di San Galgano. Dove dormire. A Monticiano, Locanda Da Vestro, via 2 Giugno, 390.577756618, www.davestro.it – Agriturismo Castello di Tocchi, 0577.757102, www.castelloditocchi.it
Indirizzi utili: Proloco di Monticiano, via Senese 12, 0577.756312 –www.prolocomonticiano.com Un ufficio turistico è aperto anche presso l’abbazia di San Galgano, 0577.756738.
Pubblicato su Bell’Italia, 2006 – ©Albano Marcarini 2018.

Monticiano, il punto di partenza, sta sulla cima di un colle. Al suo centro storico, che è l’essenza dell’antico castello, si arriva percorrendo in salita la spina del Borgo (via Barazzuoli). Le case si sono affratellate lungo le mura seguendone il giro. AIl’interno delle mura ci sono cinque vie parallele, l’unica porta sopravvissuta (che dava sulla via Maremmana) e la piazza del Municipio dove prospetta la chiesa dei Santi Giusto e Clemente, romanica, dal bei campanile a vela. Altro monumento d’interesse, nella piazza bassa del paese, la chiesa di Sant’Agostino con l’attiguo ex convento, nella cui sala capitolare ci sono affreschi monocromi della Passione di Cristo (metà del XV secolo).
- L’itinerario per San Galgano parte dalla piazza e segue inizialmente, per poche centinaia di metri, la strada per Roccastrada (statale 73), poi piega a destra in via di Scalvaia.
- Evidenti cartelli indicano la via da seguire. Si entra nei campi, dopo le ultime case di Monticiano; si passa accanto alla pista ippica diive, in primavera, vengono selezionati i cavalli destinati al Palio di Siena. A un tratto il percorso si divide: ai pedoni è riservato un sentiero verso sinistra, lungo una recinzione; ai ciclisti la strada sterrata che prosegue diritta.
- Il sentiero bordeggia i campi con due curve a 90 gradi, poi entra nella pineta. Si lascia a sinistra una breve diramazione che conduce a un poggio panoramico e seguendo il solco di un rivo si scende nella valle del Merse. A un tratto si lascia la pista più larga per un sentierìno sulla destra. L’erosione della scarpata ha messo in evidenza grossi blocchi di rocce violacee.
- Tornando all’aperto dei campi s’incrocia l’antica strada Maremmana (con un’area di sosta), tradizionale percorso di transumanza e di comunicaziune fra Siena e il Tirreno. La si attraversa e si giunge al fiume Merse, che si supera con una rustica passerella in legno.


Risalita la ripa boscosa compare la mole dell’abbazia e, in alto, sul vicino colle, l’eremo di Monte Siepi. Per i campi si perviene infine all’insisne monumento: il corpo della chiesa, privo di coperture, racconta la sua plurisecolare vicenda. Dalla grandiosità dei periodo d’oro, quando i monaci cistercensi francesi, dal 1185, bonificarono e resero produttive queste lande deserte, alle spoliazioni e alle rovine seguite dopo il ‘500. L’aver evitato ogni reintegrazione è nota di merito e se nessuna opera d’arte oggi onora la chiesa, sono il vento, il ciela e l’erba della navata a restituirle fascino e dignità. “Un insieme di natura e di opera dell’uomo”, ha scritto Cesare Brandi. “in cui l’opera dell’uomo non è tornata un grezzo ammasso di pietre, mentre della natura appaiono gli elementi puri della terra, dell’aria, del cielo”.
5. Un breve prolungamento dell’itinerario sale alla collina di Monte Siepi, il luogo dell’eremitaggio di San Galgano. Nell’insolita chiesa a pianta rotonda si vede la spada che il Santo avrebbe piantato nella roccia come simbolo di fede.
6.La strada del ritorno a Monticiano può essere variata, come indicato sulla carta, seguendo, all’incrocio con la via Mairemmana, un più largo giro nel bosco.
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