Il secondo sentiero della lucertola

Itinerario a piedi sull’Isola d’Ischia, nel Golfo di Napoli

Quando a Ischia la stagione dei bagni finisce, o in primavera poco prima che cominci, resta il piacere delle passeggiate nei boschi, fra i borghi e i terrazzi coltivi a precipizio sul mare. Con il simpatico nome di “Sentieri della lucertola”, il Comune di Barano d’Ischia ha allestito alcuni percorsi pedonali, di breve estensione, segnalati e di facile praticabilità. Questo ha come meta il venerato santuario dello Schiappone o di Montevergine, nella parte sud-orientale dell’isola.

Come è noto, Ischia è nata su un vulcano. La sua morfologia, con conche e improvvise cuspidi coniche, lascia intendere lo sviluppo di antichissime eruzioni (la prima di queste addirittura fra 150 mila e 55 mila anni or sono). Il paesaggio varia dunque continuamente, tratteggiato dai numerosi insediamenti che occupano le terrazze più arieggiate e fertili.

ScansionePunto di partenza e di arrivo: Vatoliere, frazione di Barano d’Ischia (Napoli). Si raggiunge da Ischia Porto con il servizio di bus insulare. Ischia è collegata a Napoli (Mergellma e Moìo Beverello) con seruizi di batteÌlo o di aliscafo. Info http: www.snav.it

Tempo di percorrenza: l ora e 30 minuti su strade campestri e sentieri. Dislivello: circa 100 metri. Segnavia: tabelle rosse con il disegno della lucertola. Periodo consigliato: tutto l’anno, in primavera per le fioriture.

Dove mangiare: Vigna di Alberto, via Garibaldi 57, Flaiano (poco a nord di Barano), 333 9680970. Dove dormire: Hotel Parco Smeraldo Terme, spiaggia dei Maronti, Barano d’Ischia, 081/99.01.27, http://www.hotelparcosmeraldo.comLe buone cose: Panificio Montevergine, via Schiappone, Barano, 081.3335928; Ceramiche Cianciarelli, via Regina Elena 43, Vatoliere, 082/90.53.18, http://www.ceramichecianciarelli.it/new.

Indirizzi utili: L’Ufficio Turistico, presso di Municipio di Barano (081/90.54.08), distribuisce un pieghevole su tutti i “Sentieri della lucertola”.

Pubblicato su Bell’Italia, ottobre 2005 – ©Albano Marcarini 2018

Barano.I.acq

Una veduta di Barano d’Ischia

Il nostro itinerario parte in località Vatoliere, frazione di Barano, e segue la via omonima, in direzione di Chiummano. Secondo l’etimo antico, Barano significa delizioso. Si punta dunque in direzione della frazione Chiummano. Nel dialetto antico questo toponimo rimanda al piombo. In passato era un centro dì lavorazione di questo metallo.

Barano.campagnaFra gli edifici di nuova realizzazione restano alcune dimore di più vecchia data: per esempio quella al civico 8, in pietra lavica e con profonde cantine voltate dove si ricoveravano gli attrezzi per la vinificazione. Altre belle case sono quasi affastellate una sull’altra lungo uno stretto vicolo.

Poi dal vicolo, rispettando il piccolo segnavia con il disegno della lucertola, si passa su un sentiero che aggira diversi poggi, retti da successioni di muri in pietra. La vite copre i terrazzini, ma si notano anche piante da frutto e ortaglie, segno di un intenso sfruttamento agricolo a livello familiare. Ginestre, cisti, eriche bordano il sentiero con i loro variati colori. A volte spunta un’agave, magari dietro una folta schiera di fichi d’India, offrendo un tocco di esotismo tropicale.

Montevergine.acq
Il santuario di Montevergine

Si torna fra le case presso il santuario dello Schiappone, o di Montevergine, per via della venerata immagine della Madonna che campeggia sull’altare. Fu un eremitaggio, fondato nel XVII secolo dalla famiglia Siniscalchi. Il santuario sorge sopra uno spalto da cui si gode una bella veduta dei casali di Barano. La processione annuale, che ha come meta il santuario, inizia a notte fonda dai vari paesi dell’isola e procede alla luce dei ceri. E una festa collettiva, celebrata in settembre, che saluta la fine della bella stagione. Ora, con una piccola diramazione, si sale fino al belvedere verso il mare. Vi si gode una splendida veduta della Scarrupata, l’alto gradino roccioso che s’immerge nel mare circa 200 metri più in basso. Un sentiero che varrebbe la pena ripristinare, proseguiva oltre, lungo la rupe, per raggiungere l’isolata chiesa di San Pancrazio.

Tornati a ritroso, dal santuario si scende per la stretta via Schiappone fino a un crocifisso dei padri Oblati. Nell’aria aleggia un buon profumo di pane: viene dal vicino panificio Montevergine. Dal suo forno a legna escono il buon pane ischitano, i panelli e il palatone. Nell’ultimo tratto, lungo via Terone, l’itinerario costeggia l’orlo del cratere di Vatoliere, evidente relitto vulcanico. Ha una profondità di circa 75 metri ed è occupato da’un’area umida e da una boscaglia di pioppi.

Cianciarelli.ceramista1Prima di rientrare a Vatoliere, salita una scaletta e raggiunta la via principale, si può visitare il laboratorio ceramico di Filippo Cianciarelli, qualificalo continuatore della tradizione decorativa ischitana. Sue le tazze, i piatti, le anfore e le formelle raffiguranti con estro artistico i fiori, le luci, il cielo e i colori che si sono potuti ammirare dal vivo lungo questa breve ma appagante passeggiata.

 

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Si chiama Via degli Incanti proprio perché la sua bellezza lascia incantati. Il sentiero è una ‘alta via’, ma di quelle che si affrontano senza rischi o fatica. Ha una lunghezza ragionevole (26 chilometri) e si può percorrere in pochi giorni, magari durante un fine settimana d’inizio autunno, il periodo più indicato per visitare la Costiera Amalfitana. Dopo Amalfi ha il vantaggio di salire subito e di mantenersi a una quota di 7-800 metri sul mare, fino al suo arrivo a Positano. Quindi visioni mozzafiato sul Tirreno, sulle falesie, sulle limonaie, sulle tipiche case bianche dalle volte a botte. Dai piedi della scalinata del Duomo di Amalfi, l’itinerario imbocca la ‘Via Maestra dei Villaggi’ e s’inerpica sullo sprone di San Lazzaro; poi attraversa l’altopiano di Agerola (o, con una variante, raggiunge le case ‘sospese’ di Furore) e fa capo a Bomerano. Fin qui almeno due tappe, ma di breve gittata, poi una lunga meravigliosa traversata sulle falde dei Monti Lattari, fino ai villaggi di Positano: Nocella e Montepertuso. L’ultima gemma di questa splendida collana si svela nel giorno successivo: da Montepertuso al santuario del Castello e poi, la vertiginosa discesa a Positano. Un modo inconsueto e assolutamente straordinario di visitare e conoscere davvero questo incantato angolo di mondo, lontano dalle auto, sospesi fra cielo e mare.

€6,00

 

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