Il sentiero dello sfusato di Calabria

Itinerario a piedi sulla costa calabra di Scilla.

Il restauro di una vecchia mulattiera che univa la costa ai primi rilievi dell’Aspromonte, evoca la trascorsa civiltà contadina e gli scambi materiali che avvenivano fra mare e monte.

Difficoltà: bassa. Durata: 2 ore (solo andata). Dislivello: 558 metri in salita. Segnavia: Cai, bianco/rosso. Partenza: Favazzina, frazione di Scilla. Si raggiunge da Reggio Calabria con l’autostrada A3 (uscita Scilla); quindi seguendo per 6 km la statale 18 in direzione Bagnara. In treno utilizzando la stazione Favazzina della linea Reggio C. – Paola. Arrivo: Tagli, frazione di Scilla, da cui a Favazzina per lo stesso percorso dell’andata

Condizioni del percorso: mulattiera selciata. Dove mangiare: ristorante Luna Rossa, C.da Chiusa, Favazzina, 338.7056075. Contatti utili: Ecotouring Costa Viola, 0965.794323 (per escursioni guidate).

Albano Marcarini©2017. Pubblicato su Airone. Si ringrazia Alfonso Picone.

scansioneOggi è una piacevole escursione vista mare dove praticare la dimenticata pratica della contemplazione.

A. Si può lasciare l’auto nel piazzale antistante la strada statale 18, sopra l’abitato di Favazzina. Alcuni segnavia indicano una stradina che sale verso monte. Il torrente Favazzina scorre sulla sinistra e, più avanti, si scorgono i resti di alcuni opifici. Utilizzavano le acque del torrente che, opportunamente, canalizzate (resti di condutture si scorgono all’inizio del sentiero), davano forza alle ruote dei mulini, alle macchine di una cartiera e anche alla turbina di una piccola centrale idroelettrica. Favazzina, oltre a queste piccole industrie, è stato un borgo di pescatori e agricoltori nell’orbita della vicina Scilla, sempre soggetto alle vessazioni dei nobili feudatari. I Ruffo la governarono per tre secoli a partire dal 1553.

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B. Dopo pochi passi, con un ponte si supera il torrente. Quindi, cessato il fondo in cemento, inizia il selciato della vecchia mulattiera, sapientemente restaurato. Ancora oggi su piccole fasce terrazzate si coltivano il limone ‘sfusato’ di Favazzina e la vigna. La mulattiera le guadagna poco a poco e si apprezza l’attaccamento a questi segni del paesaggio.

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Upupa (A.Marcarini)

C. L’ascesa apre sempre di più la vista sull’intera Costa Viola: a nord le falesie a strapiombo sul mare di Bagnara e Seminara fino al Monte S.Elia; a ovest le isole Eolie, apparentemente vicine; a sud il castello di Scilla con l’imboccatura dello stretto. Il percorso s’inerpica fra vallecole, rivelando gallerie vegetali che si alternano a viva roccia. Carrubi, lecci, frassini, querce dalle forme contorte accompagnano l’escursionista. A volte, fra i cespugli, spunta un upupa (nel disegno). Appaiono lembi profumati di macchia che si sostituiscono ai campi e preludono ai folti castagneti delle quote più alte.

D. Il percorso è obbligato, alcune panchine invitano a una sosta. Continuando a salire si sovrasta l’autostrada e, in contrada Rocca, dove si scorge un grande masso a strapiombo è ubicata un’altra area di sosta. Dalla macchia ai castagni il mutamento è netto perdendo la visuale sul mare ma ottenendo il beneficio dell’ombra.

E. Un’edicola votiva preannuncia le case di Tagli, appoggiata su uno dei tipici ‘piani’ aspromontani, e la fine della salita, con una gradita fontana.

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Albano Marcarini, LA VIA GRANDE D’ASPROMONTE – IL SENTIERO DEGLI EUCALIPTI, Alleanza Assicurazioni, Milano 2001, pag. 80, con foto, carte e acquerelli – Formato: 11 x 16 cm

La Via Grande d’Aspromonte è un itinerario escursionistico lungo 45.8 km. Inizia a Cittanova, località calabrese posta all’estremità orientale della Piana di Giòia Tauro, e si conclude a Natile Vecchio, frazione di Careri, a pochi chilometri dalla costa ionica. È una lunga traversata che percorre un tratto della dorsale appenninica, nella zona  settentrionale del Parco nazionale dell’Aspromonte. Segue sentieri e piste forestali, quasi sempre all’interno dei boschi (faggi, abete bianco). Talvolta ha uno sviluppo un po’ tortuoso perché evita le strade asfaltate. Non comporta difficoltà tecniche. Tocca il suo culmine, nei pressi del M. Scorda, a 1372 metri d’altezza. Il dislivello complessivo, in salita, è di 1166 metri. Gran parte di questo dislivello – circa 500 metri – si vince gìà nella prima tappa, salendo dopo Cittanova il primo gradino orografico fino a raggiungere un’altezza media di 900-1000 metri. La Via Grande si percorre in tre giorni di buon cammino.

€6,00

 

 

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