Itinerario circolare in mountain-bike nel Supramonte di Urzulei, provincie di Nuoro e dell’Ogliastra, Sardegna.
Si scrive spesso che il paesaggio italiano è antropizzato, ovvero che è stato l’uomo con la sua secolare attività a trasformarlo e a renderlo produttivo, riducendo gli spazi naturali. Sul Supramonte, in Sardegna, questa affermazione è difficile da condividere. Qui la natura è sovrana e l’uomo, anche il più equipaggiato ed esperto, è intimorito e insicuro. Segue le tracce lasciate dai pastori, i soli esseri che, fin dalla Preistoria, hanno dialogato con un paesaggio ‘estremo’: uno sterminato altopiano di masse calcaree biancastre, in certi punti d’aspetto lunare, intagliato da valli profonde, le cosiddette ‘codule’, defluenti al mare. Non vi sono riferimenti sicuri, nessun abitato, e gli animali selvatici, come il muflone, il cervo sardo, i rapaci trovano qui il loro ultimo rifugio. Percorrere il Supramonte a piedi è sconsigliato senza guide, in mountain-bike no se si ha l’avvertenza di stare sulle strade e le piste battute. Con questo itinerario andremo nel cuore del selvaggio Supramonte di Urzulei.
Partenza e arrivo: Genna Cruxi (910 m), al km 177.6 della statale 125 ‘Orientale Sarda’ che collega Olbia con Cagliari.
Distanza: 44 km. Dislivello: 958 metri. Condizioni del percorso: strade asfaltate, piste forestali sterrate. Un tratto in discesa difficile. Avere con sé qualche provvista, acqua e attrezzi in caso di guasto meccanico. Indossare il casco protettivo. Periodo indicato: autunno e primavera. Per saperne di piu: L.Fancello, Trekking dei Cuiles, Archivio Fotografico Sardo, pag. 204, 15 Euro.

Dove mangiare e dormire. Lungo il percorso non si segnalano luoghi di ristoro, salvo alcuni bar a Talana e a Urzulei.
Hotel Silana*** (loc. Ghenna de Silana al km 183 della statale 125, Urzulei, 347.1398399, 340.2278332, www.hotelsilana.com). Ideale collocazione per chi pratica outdoor nel Supramonte, simpatica accoglienza e cucina che risveglia il piacere del gusto anche ai palati più difficili. Camera doppia in mezza pensione da 58 a 75 Euro a persona al giorno.
B&B Serrecoro (via Mazzini 14, Urzulei, 0782.649328 – 340.0680889). Nell’abitato di Urzulei, appartamento indipendente e tranquillo. Camera doppia da 40 a 50 Euro a notte.
Hotel S. Efisio (loc. Sant’Efisio 1, al km 4.5 della provinciale per Talana, Talana, 0782.646921 – 338.3591742, http://www.hotel-santefisio.com). 10 camere luminose, arredate con oggetti di artigianato sardo, cucina di tradizione a chilometro zero. Camera doppia da 60 a 75 Euro a notte. Colazione sarda a 5 Euro.
La traccia GPS si può richiedere a info@guidedautore.it specificando il titolo dell’itinerario.

Si parcheggia l’auto al km 177.6 della strada statale 125 ‘Orientale Sarda’, strada che in questo tratto, provenendo sia da Arbatax sia da Dorgali ha scenari paesaggistici di straordinaria bellezza sui rilievi che degradano verso la quasi inaccessibile costa del Mar Tirreno. La località di partenza è denominata Genna Cruxi. Da qui si imbocca la strada in asfalto scavata a grande altezza nella parete di calcare di Is Gruttas – il nome indica diverse cavità naturali – che, con alcuni tratti in salita, si dirige sul Supramonte di Urzulei. A circa un chilometro dalla partenza si impone una sosta per godere del panorama sul sottostante abitato di Urzulei e sulla verde vallata del Riu e’ Gurue, da cui si farà ritorno nella seconda parte del percorso, segnata da un fitto mosaico di campi e frutteti. Un paesaggio molto diverso da quello che ci attende di lì a poco.

La strada, percorsa dagli automezzi dei pastori, vince l’ultima asperità e si presenta sul solitario altopiano di Planu Campu Oddeu. Le distanze appaiono infinite fra pascoli e informi masse di granito. Nessun abitato e poco o nulla s’incontrerà per decine di chilometri. Alla prima biforcazione si lascia la direzione di destra – una delle vie d’accesso alla celebre gola di Gorropu – e si prosegue a sinistra traversando brani di foresta e altri pascoli dove grufolano decine di maiali. In discesa si perviene al cuile Televai, dove si osserva una caratteristica ‘pinnetta’. Per ‘cuile’ si intende lo spazio dell’ovile, dove si allevano capre e maiali con strutture e metodi che, fino a qualche anno fa, potevano definirsi arcaici e che sono sopravvissuti per decine di secoli a partire dalla Preistoria. Per ‘pinnetta’ s’intende la capanna d’abitazione del pastore, di forma circolare e di struttura conica formata da travi di leccio o di ginepro fissati su un basamento in pietra.

Il percorso prosegue risalendo un vallone che ha, sulla destra, una costa boscata. La salita non è faticosa e ha il culmine a mille metri d’altezza. In velocità, e sempre su asfalto, si scende alla piana di Fennau, punto di snodo di antichi percorsi pastorali. Qui occorre prestare attenzione! Appena prima del ponte sul Riu sa Codula si lascia la strada principale e si segue, a sinistra, una pista sterrata che segue da vicino il letto del torrente in direzione sud. Si passa a guado il corso d’acqua su declivi sempre più spogli di vegetazione dove affiora un deserto di pietre e di rocce imponenti. Si supera un cancello e ci si immette, verso sinistra, su un percorso più battuto che accentua la sua pendenza. Una occasione di sosta è fornita da una sorgente, attrezzata con alcune panchine, in prossimità del culmine di S’Arcu è Nortiduli (1101 m): una groppa erbosa fra due vette che si amalgamano nel labirinto orografico del Supramonte. Si affronta la discesa su asfalto e, in tal modo, si perviene al crocevia di S’Arcu è s’Orostode dove s’incontra la strada provinciale per Talana (a sinistra): la si segue per circa due chilometri godendo di un panorama che si estende, a sud, fino alla valle del Flumendosa e sul lontano ‘tacco’ di Perda e Liana. A un tratto, un passaggio di piste pastorali e un cartello indicano a sinistra il complesso nuragico di Bau e’ Tanca, a circa 600 metri. È formato dal nuraghe a torre e dal villaggio circostante. Il tutto è solo in parte conservato ma dimostra la sua imponenza in un paesaggio desolato, spesso battuto dal vento di maestrale che rende vivido e impressionante lo scenario roccioso. Proseguendo lungo la pista che dal nuraghe volge in direzione est si tocca, in breve, la quota più elevata del percorso, a quota 1118. È anche il limite dell’altopiano. Dinanzi si spalanca la vertiginosa veduta delle vallate sottostanti che si spinge fino al golfo di Arbatax. Inizia un difficile tratto in discesa su una pista molto dissestata – ai meno esperti si consiglia di scendere dalla bici – e che corrisponde a una delle tradizionali ‘scale’, ovvero i percorsi che i pastori seguivano per spostare in estate le greggi sul Supramonte. Il tratto impegnativo corrisponde alle prime centinaia di metri, poi la traccia si assesta e, più avanti, subentra addirittura l’asfalto. Con infinite curve e tornanti si scende vorticosamente a Talana, il primo abitato, che può servire da supporto in caso di necessità, noto per la sua produzione di prosciutti.

Quindi si esce seguendo la direzione del fondovalle, lungo la provinciale 56 per Lotzorai. È un breve tratto: dopo le ultime case infatti, si abbandona la provinciale e si segue, a sinistra, la direzione ‘Campo sportivo’. Inizia ora un lunghissimo e suggestivo percorso (strada provinciale 37) che seguendo anfratti e sporgenze della vallata, fra sugherete e coltivi, porterà a Urzulei e quindi al punto da cui si era partiti. Sul versante opposto domina la scena la mole granitica di Monte Orosei. Si può suggerire una sosta all’isolata chiesa di S. Basilio, ricostruita nel XIX secolo sui ruderi della parrocchiale del distrutto villaggio di Mannurri. I resti di questo insediamento si celano nel sottobosco e l’origine dell’abbandono si debbono, secondo la leggenda, a una faida scoppiata a causa di una bella fanciulla. Urzulei è l’ultima sosta prima del tratto finale di salita che riporta a Genna Cruxi, incontrando la statale 125 presso la Cantoniera Giustizieri. A Urzulei, se aperta, vale la pena visitare la chiesa di S.Giorgio di Suelli, del XVI sec., fatta oggetto nel 1992 di un attento restauro conservativo.
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Albano Marcarini, I SENTIERI DELLA SARDEGNA, Alleanza Assicurazioni, Milano 2004, 80 pag.
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