Il Re del Sempione

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Itinerario a piedi lungo il Sentiero storico del Passo del Sempione, dal Passo a Simplon Dorf nel Canton Vallese (Svizzera).

Fate conto di essere al cospetto di Sua eccellenza illustrissima Gaspare Barone Stockalper della Torre, Gran Balivo dell’inclita Repubblica del Vallese, insignito dell’Ordine dello Speron d’Oro, Cavaliere del Sacro Romano Impero e dell’Ordine di San Michele nonché Barone di Duing, altresì chiamato, in forme più spicce, “Roi du Simplon”, e di chiedergli cortesemente, previo un ossequioso inchino e un doveroso omaggio, il permesso di attraversare le sue terre, da una parte all’altra del Passo del Sempione. Adesso fate conto di essere nel suo magnifico palazzo di Briga, la più vasta dimora patrizia di tutta la Svizzera, appena scesi dall’Eurocity proveniente da Milano (sì, d’accordo siamo nel Terzo Millennio, ma sforzate l’immaginazione e calatevi per un attimo nel lontano 1670!), e di prepararvi, se il permesso vi verrà benevolmente accordato, a compiere una splendida passeggiata su una delle più belle e importanti vie di comunicazione storiche delle Alpi.

Soddisfatte le legittime curiosità dell’illustre e ricchissimo nobile, padrone dei traffici commerciali lungo il valico nel volgere della seconda metà del XVII secolo, approfittate del primo autopostale in partenza dal piazzale della stazione per guadagnare la china del valico, a 2005 metri d’altezza, sotto l’abbacinante riverbero del ghiacciaio del Monte Leone. L’autista, se la giornata promette bene, avrà disdegnato la nuova strada nazionale che con lunghi viadotti taglia le boscose pendici della montagna, e optato per la tortuosa ma romantica ‘strada napoleonica’ che il grande imperatore, più di cent’anni dopo il nostro Balivo, costruì ex-novo per consentire il passaggio dei suoi cannoni in appoggio all’imminente Campagna d’Italia. «A questa altezza – scrisse Théofile Gautier che passò da queste parti nel 1850 – la pelle del pianeta appare in tutta la sua nudità che qualche compassionevole nube viene a velare di tanto in tanto col suo mantello d’ovatta». Bene, ora scesi dal torpedone a Simplon-Kulm, avviatevi in direzione del valico, distante non più di un centinaio di metri, e cercate lì attorno le paline gialle con la dicitura “Stockalperweg” e d’ora in poi seguitele fedelmente in direzione di Simplon-Dorf. Si tratta della tappa centrale di una traversata, della durata di tre giorni, che copre da Briga fino alla frontiera italo-svizzera di Gondo, la mulattiera seicentesca riattata, sulle tracce del sentiero medievale, dal Barone Stockalper.

SImplon

Punto di partenza: Passo del Sempione (m  2005). Si raggiunge in auto da Milano seguendo l’autostrada per Gravellona Toce e quindi la strada statale 33 per Domodossola e il Sempione. In treno si può arrivare a Briga con la linea internazionale del Sempione e quindi utilizzare il servizio di autopostale svizzero, utile anche per tornare al punto di partenza dopo la fine dell’escursione. Punto di arrivo: Simplon Dorf. Per gli orari dell’autopostale di ritorno al Passo del Sempione vedi: www.autopostale.ch –Tempo di percorrenza: 3 ore e 15 min., su sentieri e strade forestali; percorso facile, per tutti. Dislivello (in discesa): circa 500 metri. Periodo consigliato: da fine giugno a fine settembre.

Segnavia alle gallerie
L’Ospizio al Passo del Sempione

Lo Stockalperweg è un itinerario escursionistico praticabile da tutti in tre giorni di cammino (circa 33 km, con tappe medie di 4-5 ore al giorno). La partenza è a Briga, stazione ferroviaria sulla linea del Sempione con treni Intercity per Milano. Il ritorno da Gondo a Briga (o, in estate, il proseguimento a Domodossola) avviene in autopostale. Il segnavia è marrone/giallo con la scritta ‘Stockalperweg’. Il periodo migliore va da giugno a fine settembre. Diversi alberghi e ristoranti offrono i loro servizi agli escursionisti alla fine di ogni tappa. Pacchetti prenotabili anche con trasporto bagagli e alloggio: http://www.simplon.ch/viastockalper/viastockalper.html –Consigliabile anche alloggiare nell’Ospizio napoleonico alla maniera dei viaggiatori d’un tempo. L’ecomuseo della Fondazione Sempione (Stiftung Simplon) a Simplon-Dorf è aperto con più frequenza in estate, tel. 0041 (0) 279788086. Dispone di un pieghevole con la mappa del percorso, reperibile anche nelle librerie a Briga. 

Dal passo del Sempione a Simplon Dorf.

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L’Ospizio al Passo del Sempione

1. Il passo del Sempione. Questo valico, nel cuore delle Alpi Lepontine, dove passa il più breve collegamento terrestre fra Milano e Parigi, fu scarsamente utilizzato dai Romani che gli preferirono il Moncenisio o il Gran San Bernardo. La sua scoperta, per così dire, avvenne nel Medioevo con l’intensificarsi dei rapporti fra l’Ossola e il Vallese ma soprattutto con il ruolo sempre più predominante che Milano, sotto la nascente signoria dei Visconti, stava assumendo come centro dei commerci di tutta l’area padana. Il trattato, firmato nel 1267 a Lattinasca, fra i Vescovi-Conti di Novara e di Sion, fornisce le prime notizie dei traffici lungo questa importante via di comunicazione. I mercanti lombardi potevano da qui facilmente accedere alle ricche fiere della Champagne e delle Fiandre, mentre, per altri versi, il Vescovo di Sion poteva mantenere uno sbocco verso la Pianura Padana non controllato dai Savoia. Ma la mulattiera ebbe alterne fortune poiché gli stessi interpreti degli accordi commerciali furono di sovente anche acerrimi nemici nel possesso dei pascoli di queste alte terre. I vallesani passarono più volte lo spartiacque e dilagarono nelle alte valli dell’Ossola, poco popolate, dove si stabilirono anche le prime colonie walser; é per questa ragione che oggi il confine politico fra Italia e Svizzera non è fissato sul valico, ma molto più a sud, oltre le gole di Gondo. Queste costituivano la vera difficoltà per i viaggiatori: un’orrida forra, percorsa da un tumultuoso torrente fra pareti altissime e insidiose. I sentieri più antichi aggiravano le gole con tortuosi percorsi aperti nel vuoto a grande altezza. Furono i walser prima e Napoleone, molto più tardi, a renderle percorribili sebbene il loro attraversamento era costante motivo di inquetudine come documentano disegni e descrizioni degli illustri viaggiatori del XIX secolo, sorpresi di raggiungere la ridente e solatìa Italia lungo un passaggio così impervio e selvaggio.

2. L’ospizio napoleonico. Appena iniziato il cammino e passati ai piedi di una monumentale aquila di pietra, una breve diramazione verso sinistra conduce all’grandioso ospizio napoleonico del Sempione, iniziato nel 1813 e aperto ai viandanti nel 1831. Gestito dai canonici della Congregazione del Gran San Bernardo, esso offre ancor’oggi alloggio a modico prezzo ed è sede di corsi estivi per giovani e comunità. In passato veniva offerta ospitalità gratuita agli indigenti, mentre chi poteva permetterselo era tenuto a lasciare una libera offerta pari al valore dei servizi prestati.

Tornati sui propri passi si procede sul sentiero segnalato, che corre alle spalle dell’albergo Monte Leone e si insinua fra i dossi glaciali e i residui morenici dell’ampia colma del valico. A un tratto ci si affaccia a un gradino naturale, sotto il quale si stende la vasta piana della Bergalp, dominata dall’imponente struttura del Vecchio Ospizio.

3. La vecchia mulattiera. Lungo la via, sono stati riportati alla luce alcuni tratti del selciato originario. Vi si osservano vari tipi di pavimentazione. Su un declivio roccioso, si scorge un’iscrizione con la data 1672 e le iniziali C.H.S. Si riferiscono al riattamento del percorso eseguito dal Barone Stockalper. Fu infatti questo ricco uomo d’affari vallesano a restituire al valico nel XVII secolo, dopo un periodo di decadenza, la sua importanza come via di traffico internazionale.

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Il vecchio ospizio

4. Alte Hospiz. Superato l’alpeggio di Niwe, si raggiunge il Vecchio Ospizio (Alte Hospiz). L’intero tragitto montano da Domodossola a Briga (oltre 60 chilometri) richiedeva intere giornate di viaggio ed erano pertanto necessarie strutture di supporto per il ricovero dei viandanti. Nel Medioevo si contavano già nove ospizi lungo il percorso. Antichi documenti danno per certa l’esistenza nel 1235 dell’Ospizio del Sempione, posto nei pressi dell’alpe Gampisch, poco sotto il versante meridionale del valico, tenuto dai Cavalieri di Malta. In seguito abbandonato, intorno al 1670 fu ricostruito poco distante dal Barone Stockalper che vi volle simboleggiare l’apogeo della sua potenza. L’alta costruzione serviva al tempo stesso da alloggio, magazzino e dimora estiva della sua famiglia. Bisogna immaginare le lunghe carovane di muli, carichi di merci, che si incrociavano nel piazzale dell’Ospizio, guidate dai vetturali e sottoposte al rigido controllo del ‘partitor ballarum’, preposto alla riscossione dei diritti di dogana.

Il sentiero prosegue insinuandosi in leggera discesa lungo freschi rivoli d’acque. Costeggia dall’alto Nideralp e supera una stretta rocciosa, riportandosi per breve tratto sulla strada nazionale all’altezza della locanda di Engiloch (5), una delle sette cantoniere costruite con la strada napoleonica, secondo una tipologia comune che contemplava l’alloggio del custode, il magazzino e un locale adibito a taverna. Nel tratto successivo, in un magnifico paesaggio alpestre dove fra verdi pascoli appaiono i primi abeti, il lavoro di recupero del sentiero ha messo in luce altri tratti di pavimentazione (fra cui un bellissimo tratto intagliato nella viva roccia) e di muretti di contenimento in pietra. Lungo la discesa si affianca a un certo punto un rustico e possente edificio in pietra.

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L’albergo Weisses Kreuz a Simplon Dorf

6. La sostra di Engi. Documenti del 1555 indicano in questo luogo un punto di sosta delle carovane. L’edificio sembra prestarsi a questa funzione e le sue piccole aperture, gli archi immorsati nelle pareti ne confermano la vetustà. Alle sue spalle si erge un muro in grossi massi avente funzione di protezione dalle valanghe. Superato il piccolo nucleo di Maschihüs la via, sempre protetta da muretti in modo da impedire agli animali da soma di invadere i vicini coltivi, si immette sulla strada napoleonica in corrispondenza di un poderoso ponte in pietra ad arco (7), che rimarca il notevole impegno costruttivo degli ingegneri francesi. Siamo ormai a breve distanza da Egga.

8. Egga. E’ il primo insediamento stabile che si incontra dopo il passo, discendendo il versante meridionale. La sua fondazione è relativamente recente e fece seguito alla distruzione nel 1597 di un villaggio dell’opposto versante, travolto da una valanga di ghiaccio e pietrame. Calamità naturali di questo genere erano purtroppo frequenti devastando i luoghi e seminando lutti fra la popolazione: un enorme massa di detriti, dovuta a un’altra frana del 1901, si osserva ancor’oggi traversando il bosco di Sengg, nel successivo tratto dell’itinerario.

Il percorso, che si tiene poco discosto dalla strada ottocentesca, aggira alcuni dossi prativi e si affaccia infine su Simplon Dorf, meta finale della vostra escursione.

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Una carovana in partenza per il Sempione

9. Simplon Dorf. Il disegno compatto del villaggio, con le sue case dalle coperture in scisto, si distende nell’ultima conca prativa prima delle cupe gole di Gondo. Nella parte a monte transita la strada principale, vale a dire la strada napoleonica dove affaccia l’Albergo della Posta, costruito nel 1810 come caserma. La più bassa piazza centrale, acciottolata, è una suggestiva immagine del passato; qui transitava l’antica strada che oltre, col nome di Stutzji, discendeva a gradoni verso le gole. Un caratteristico edificio, a corte chiusa e duplice loggiato, si identifica con la settecentesca Alte Gasthof, la vecchia locanda oggi restaurata e in procinto di ospitare dal 1996 la sede dell’Ecomuseo del Sempione. E’ bene ricordare infatti che sia il sentiero storico, sia le strutture che ricordano la storia del valico sono oggi oggetto di valorizzazione ad opera della Fondazione Sempione. E’ grazie a questa istituzione culturale che si è reso possibile il recupero dell’intero percorso fino a Gondo. Manca, a completamento del progetto, una consimile iniziativa nel tratto in territorio italiano, da Gondo a Domodossola, operazione che si rivelerebbe del massimo interesse e verso la quale rivolgiamo il nostro auspicio.


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