ITINERARIO circolare in mountain-bike nella Valle dell’Adige (Bassa Atesina) in provincia di Bolzano.
La Chiusa di Salorno nella Valle dell’Adige, fra Trento e Bolzano, è considerata il punto di passaggio fra il Trentino e l’Alto Adige. Il paesaggio però non muta poiché, accanto al fiume, all’autostrada e alla ferrovia, si estendono floridi frutteti, mentre due pareti di roccia dolomitica conferiscono alla vallata la forma a catino, tipica delle conformazioni glaciali. L’Adige è stato regimato e corre con lunghi rettifili arginati. In passato il suo letto divagava nella valle, impaludandosi con bracci morti o allargandosi a dismisura durante le alluvioni. Strade antiche e abitati si radunarono a ridosso dei rilievi, in posizioni protette. La storia è passata nella valle. Ad esempio con la romana Via Claudia Augusta, diretta dalla costa veneta di Altino ad Augsburg, e della quale si sono rinvenute, vicino a Egna, le tracce di una stazione di sosta per truppe e mercanti. A partire dal VIII secolo la colonizzazione di area germanica arrivò con i Baiuvari fin quasi a Trento e mise le basi per l’attuale divisione linguistica e culturale. Salorno, con il suo arcigno castello retto su una rupe, l’antica chiesa di S.Floriano con l’ospizio, i terrazzi di Pochi e il ponte ‘romano’ sul Rio Lauco, il paese di Magré sono gli spunti per una gita in mountain-bike in questa porzione meridionale dell’Alto Adige.
Partenza e arrivo: Salorno/Salurn. Si raggiunge dall’autostrada A 22 (Modena-Brennero) con l’uscita di S.Michele all’Adige. Quindi si percorre un tratto di 9.2 km della strada 12 in direzione Bolzano. In treno Servizio Treno+Bici sulla linea Verona-Brennero. Lunghezza: 26.1 km – Tempo di percorrenza: 3 ore. Dislivello: 410 metri – Condizioni del percorso: strade provinciali, piste campestri e ciclabili. Attenzione agli incroci con la statale 12. Ai non esperti il tratto in discesa va fatto con la bicicletta a mano. Un tratto iniziale di salita di 5 km con punte del 12%. – Variante: a piedi è possibile seguire un lungo tratto dell’itinerario da Salorno al Klösterle seguendo dapprima il sentiero per Pochi/Bucholz e poi il Sentiero Dürer in circa 4 ore di cammino. Il ritorno si può effettuare con il servizio di linea 120 della Sad (http://www.sad.it) – Periodo indicato: dalla primavera all’autunno. Indirizzi utili: per la visita interna della chiesa di S.Floriano rivolgersi al custode il cui indirizzo è indicato in loco. Info: Associazione turistica Salorno, Piazza Municipio 2, tel. 0471.810231, www.castelfeder.info
Dove mangiare e dormire.
Weinschenke Vineria Paradeis (Magré sulla strada del vino, St.Gertraudplatz 5, 0471.809500, www.aloislageder.eu/it/paradeis), al punto giusto per lasciare la bicicletta e mettere le gambe sotto al tavolo, piatti di carne alla piastra, speck e prodotti dell’azienda di Alois Lageder, ovviamente con ottimi vini. Chiuso la domenica. Per una merenda completa, dai 25 ai 30 euro.
Specktube Perkeo (Pochi/Bucholz, loc. Grüenwald 4, 0471.889069). In cima alla salita del percorso se lo stomaco vi attanaglia provate questa ‘casa dello speck’ per una buona merenda. Menu a 30 Euro con piatti di pesce, carne e dolci.
Hotel Grünwald (Pochi/Bucholz, loc. Grünwald, o471.889092, www.gruenwald.it). Tranquillo alloggio nel villaggio a mezzacosta, sopra Salorno (in tal caso si risparmia la salita all’inizio). Pochi è anche ‘porta’ d’accesso al Parco naturale del Monte Corno con una larga scelta di percorsi escursionistici. Camera doppia a 70 euro a notte con prima colazione.
Itinerario collaudato nella primavera 2014. Pubblicato su BELL’ITALIA. ©Albano Marcarini 2016.

Si parte dalla piazza di Salorno, con il municipio e la bella chiesa seicentesca. La cittadina ha un’impronta nobile: le dimore contadine svelano lo stato di benessere che Salorno aveva raggiunto nel XVI secolo e nei successivi, approfittando della duplice influenza italiana e germanica, evidente nello stile edilizio. Mimetizzato dalle ombre della montagne, come un escrescenza di pietra si erge il castello, o Haderberg, un nido d’aquila, forse risalente al 1200 e spesso teatro di fosche vicende, come del resto il minaccioso aspetto porta facilmente a supporre. Si esce seguendo Via Loreto (sulla destra, sotto la montagna, sgorga la cascata del Rio Stigia) per prepararsi subito all’impegnativa salita – pendenza al 12% – che porterà a Pochi. Chi non se la sente di affrontare il dislivello può continuare lungo la via pedemontana fino a Laghetti. La strada – provinciale 129 – sale su asfalto con serpentine e lambisce casolari con i loro orti al margine del bosco di conifere. Verso valle lo sguardo si apre su Salorno, sulla piana dell’Adige e sulla cornice del versante opposto, dalle bianche rupi di calcare.

A Pochi/Buchholz ci si può permettere una sosta per poi proseguire fino al ristorante Perkeo. Qui, terminata la salita, si segue verso valle il segnavia per Laghetti/Laag e per Crozol. È un tratto del Sentiero Dürer, dedicato al celebre artista tedesco e al suo viaggio in Italia, compiuto nel 1494. Si scende fra i meleti e i vigneti, lungo un terrazzo, circa 300 metri sopra la valle dell’Adige; si passa sullo sterrato e, superato un guado, ci si addentra nell’ombrosa forra del Rio Lauco. La strada mostra segni antichi ma, nel suo stato attuale, risale a non prima del XIX secolo, così come ottocentesco, e non ‘romano’, risulta il ponte in pietra sul rio. Si tratta in ogni caso di un manufatto considerevole anche se di difficile osservazione perché incassato nella profonda voragine.
Si torna a guardare la valle; si lascia a destra la pista per Crozol e si inizia una ripida discesa su fondo sassoso e instabile (ai meno esperti si consiglia di procedere a piedi) che mette all’abitato di Laghetti/Laag, di nuovo in fondovalle. Senza entrare nell’abitato ci si sposta verso l’argine dell’Adige per imboccare (direzione Bolzano) la pista ciclabile dedicata all’Imperatrice Maria Teresa. La si segue per circa 3 km fino a incontrare la strada di Magré. Qui, prima di volgere verso il paese, occorre effettuare una deviazione per ammirare due significativi monumenti.

Il primo, a ridosso della statale 12, è la chiesa di S. Floriano. Un sacerdote vi celebrava nell’anno 1188. Nel XIII secolo si ampliò l’edificio, a una sola navata con tetto a capanne, dando risalto in altezza alla parte del coro e aggiungendo l’abside. Non si aggiunse il campanile, limitato a un vano laterale. All’interno si nota un lacerto di affresco tardo-romanico raffigurante la pesca miracolosa di Gesù. Belli gli ornati sulle mensoline all’esterno dell’abside. Si scorgono una mano che benedice, una fiasca, un volto barbuto fra due foglie d’acanto, un animale cornuto.
Il secondo monumento, proseguendo per meno di 500 metri sulla statale 12 (direzione Egna) fino alla centrale elettrica, è il Klösterle, o Conventino. Si tratta di un importante, perché ben conservato, esempio di ospizio medievale per pellegrini. Il complesso, sorto intorno al sec. XIII, ha tre corpi di fabbrica posti intorno a una corte centrale chiusa sul quarto lato da un muro con il portone d’accesso. Privo di eccessive decorazioni per via del suo umile ruolo, era dotato di un’ampia cappella. Accanto vi era il dormitorio, con un’apertura così che i malati o i viandanti stremati dalle fatiche del viaggio potevano assistere alle funzioni stando sui loro giacigli. Un singolare sistema di vasi acustici, sistemati lungo gli angoli delle pareti, faceva funzione di cassa di risonanza amplificando in lontananza le parole del celebrante. Negli altri fabbricati si trovavano i magazzini, la cucina, gli alloggi dei sorveglianti o degli ospiti ‘nobili’ di passaggio, le stalle e i fienili.

Tornati sulla strada per Magré/Margreid – al cui nome occorre aggiungere la specificazione ‘sulla strada del vino’ – si passa sull’opposta sponda dell’Adige e si raggiunge l’abitato, fatto di rustici ma dignitosi edifici, addossati alla montagna in corrispondenza di una cupa spaccatura da cui precipita una cascata. La Parrocchiale, dalla sobria facciata a capanna, fu realizzata fra il 1671 e il 1674 ed è un bell’esempio di barocco altoatesino, di poco successivo alla chiesa di Salorno. Posta accanto, ma isolata, è la torre campanaria tardogotica, risalente alla chiesa precedente.
Ora l’itinerario segue la via del ritorno seguendo la strada provinciale di fondovalle destro fino al bivio con la strada per Salorno. Quest’ultima si può evitare di percorrerla, preferendo piccole stradine fra i frutteti – come indicato nella cartina – per tornare infine a confluire sulla strada per Salorno.
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Albano Marcarini, FRIULI – VENEZIA GIULIA, Leonardo International, 2001, 96 pagine con foto, mappe e acquarelli Formato 15 x 21 cm
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