Itinerario a piedi nella Val Mastallone, secondaria della Valsesia, nel comune di Fobello.
Bisogna fare molta strada per arrivare a Fobello. Insomma… non è proprio fuori porta. Ma una volta arrivati la differenza si vede. Il paesino, nel Parco regionale dell’Alta Valsesia, conta ben 30 frazioni, sparse sulle due pendici della Val Mastallone. Tutte sono legate fra loro da sentieri e mulattiere.
Difficoltà: bassa. Tempo di percorrenza: 5 ore. Dislivello: 450 m. Condizioni del percorso: sentieri e mulattiere selciate. Partenza e arrivo: Fobello, comune della Val Mastallone, laterale della Valsesia. Si raggiunge da Milano o Torino uscendo al casello Romagnano Sesia dell’A 26. Quindi si seguono le indicazioni per Varallo Sesia. A Varallo s’impegna la diramazione per Fobello (a 18.2 km). Dove mangiare: a Fobello, Rist. Centrale, 0163.55140; a Cervatto, Rist. La Montanina, 0163.55134. Dove dormire: B&B Stella Alpina, a Roj, sopra la latteria sociale, 0347.2622880. Le buone cose: il pane a fermentazione naturale di Vulaiga, a Fobello, in via Rizzetti 22, 0163.55901.
Itinerario pubblicato su AIRONE, aprile 2006. Itinerario non aggiornato. ©Albano Marcarini.2016

L’anello delle frazioni di Fobello parte dal capoluogo, nella piazzetta fra la chiesa e la casa comunale. Lo stemma del paese reca in fronte un faggio con il motto: «Eccoti il faggio che Fobel Denomina» perché ‘fó’ in dialetto significa ‘faggio’. Il costume tradizionale femminile di Fobello era fra i più ammirati della Valsesia. Ne rimase sedotto anche Federico Tonetti, compilatore della Guida della Valsesia nel 1891: «I giustacuori neri e scarlatti, i fini ricami delle camicie candidissime, il corto vestito terminato da larga fascia porporina, dei gambaruoli o calzoncini di panno nero bordati e trapuntati a vari colori, e i nastri verdi e azzurri pendenti dalle bionde treccie, quel tutto insieme aggiunge grazia alle belle sembianze delle fobelline…».
Si segue la mulattiera che sale fra le cappelle della Via Crucis e fra belle dimore d’impronta alpina: solide, a più piani, con le facciate rivolte a valle. Una lapide ricorda che Fobello fu il paese natale di Vincenzo Lancia, patron della celebre casa automobilistica.
Il sentiero collega due nuclei di mezzacosta: prima Cagianolo, poi Agazza. Quindi, restando in costa nella pineta che cela il martellare del picchio, con il segnavia 9 si perviene ai prati sottostanti la frazione Campelli. Un villino ospita il Museo Carestia, con un erbario del sec. XIX e l’esposizione del costume tradizionale di Fobello. Usciti da Campelli si trascura il segnavia 7 che scende in fondovalle e si segue il 20. È un bel sentiero che, sopra la strada

asfaltata, lambendo la chiesa di S. Bernardo (la più antica della valle, citata nel 1485) conduce in quota a Riva e, da qui, con un breve tratto di salita a Boco superiore. Scrive ancora il Tonetti, a rimarcare la caratteristica di questo paesaggio: «Su queste pendici, che largamente e in alto si distendono su tutto il fianco orientale della valle, v’è una moltitudine di paeselli a varii gruppi distribuiti e pittorescamente disposti ora in seno a piccole vallette, or sul colmo di poggerelli, or fra i boschi di pino o di abeti ed ora sopra spaziosi e verdeggianti ripiani.»

Ora il sentiero (segnavia 17) scende verso la frazione più ‘alta’ del fondovalle: la Piana, a 1032 metri d’altezza. Ora si segue la rotabile passando accanto alla neogotica Villa Musy.
A Catognetto si piega in direzione di Roi, nucleo attestato sul pendio di destra della valle. Poi, con una bella traversata a mezzacosta nel bosco, si raggiunge il nucleo di Torno, contraddistinto da alcune splendide case alpigiane (una, datata 1789, reca un affresco del Sacro Monte di Varallo).
Aggirato un vallone si punta infine su Cervatto, disteso su una colma prativa e con all’estremità un castello-villa. Una bella mulattiera selciata parte proprio sotto il parcheggio e giunge in riva al Mastallone. Senza attraversarlo, ma risalendo la sua sponda si torna in breve al capoluogo.
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