Itinerario a piedi sulle colline del pedemonte vicentino, nel comune di Montecchio Maggiore.
Nel 1524 il poeta Luigi Da Porto ambienta a Montecchio la storia di due innamorati, Giulietta e Romeo, divisi dall’odio delle rispettive famiglie. Alla fine del Cinquecento William Shakespeare conosce la storia, ne scrive una tragedia e tramanda al mondo intero una delle più struggenti storie d’amore.
Difficoltà: bassa. Durata: 1 ora. Lunghezza: 3,7 km. Dislivello: 210 metri in salita. Segnavia: n.1 bianco/rosso. Partenza e arrivo: chiesa di San Pietro a Montecchio Maggiore, che si raggiunge con l’autostrada A4 Milano-Venezia. Dove dormire: hotel Castagna,tel. 0444.490540. Dove mangiare: ristorante I castelli (al castello di Giulietta), tel. 0444.697366. Il consiglio: dopo la passeggiata si può visitare la bella Villa Cordellina, tel. 0444.908141. Contatti utili: Proloco di Montecchio, tel. 0444.696546.

Itinerario pubblicato su AIRONE, febbraio 2005. Itinerario non aggiornato. ©Albano Marcarini 2016.
La passeggiata prende le mosse dietro la chiesa di San Pietro, a Montecchio Maggiore. Il segnavia n. 1 indica la strada. Si piega, infatti, subito a destra (via Salita Montenero) e poi, fra le case, si procede lungo il piede della collina, intessuto di vigne e frutteti. Si lambisce e si supera la fonte del Ferro, e si sale dopo sulle prime balze del colle.
All’altezza di un capitello finisce la strada carrabile e inizia il sentiero verso la fonte della Nova, dalle acque ritenute terapeutiche. Alcune tabelle indicano la flora e la fauna di questa zona pedecollinare.
Alla fine il sentiero spunta sulla rotabile che sale ai castelli, in corrispondenza di un tornante (località Roccolo). Il percorso segue per breve tratto la strada, poi s’inerpica più deciso sulla balza rocciosa che regge il castello della Villa o di Romeo (nel disegno).

Questa roccaforte, che la tradizione vuole residenza dei Montecchi, si compone di un recinto, un mastio e un avanzo di torre. Fu eretto alla metà del XIV secolo dagli Scaligeri veronesi. Dal castello di Romeo, si attraversa il piazzale fino alla chiesa degli Alpini proseguendo poi, lungo la strada asfaltata, verso il non lontano maniero di Bellaguardia.
Il Castello di Bellaguardia, o di Giulietta, occupa la parte più elevata del colle. Ha una pianta allungata e un mastio alto venti metri. Dalla terrazza si gode il panorama sulla pianura vicentina, sui Colli Berici e sulle Prealpi. Nelle sale dell’annesso ristorante sono esposti i pannelli sui cui l’artista Pino Casarini ricostruì nel 1939 la vicenda di Giulietta e Romeo.
Ripercorsa a ritroso la via, si piega a destra sulla strada dei Carri, utilizzata per disimpegnare le pietre estratte dalle locali cave. Si percorre un’incantevole campagna con vigne appese agli alberi da frutto secondo la vecchia usanza agricola.
Raggiunta una casa isolata, lo stradello diventa sentiero (al bivio: a destra). Si entra nel bosco. Dopo una ripida discesa si perviene a un altro bivio: si lascia la traccia principale e si piega a destra, salendo la lieve altura di Montenero, dalla scura colorazione della roccia. Con le tacche bianco-rosse si scende rapidamente a San Pietro e alla chiesa, da cui si era partiti.
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