Seborga, vento di libertà

Itinerario a piedi sulle colline dell’entroterra della Riviera di Ponente, alle spalle di Bordighera, in provincia di Imperia.

Seborga, nell’entroterra di Bordighera, vive una singolare contraddizione ‘politica’. In passato aveva titolo di principato e, per dimenticanza o superficialità, nessun trattato ha mai disconosciuto la sua potestà, neppure quando si costituì il Regno d’Italia.Così oggi Seborga ha un principe, dei sudditi, una moneta e un vessillo che sventola in cima alle case del borgo. Insomma più di una ragione per andare a scoprirla… ma non in auto, bensì a piedi.

Seborga.map

Distanza: 17.9 km. Dislivello: 856 metri. Tempo: 4 ore e 30 minuti.  Partenza e arrivo: Bordighera Alta. Si raggiunge in auto con l’A10 (direzione Ventimiglia), in treno con la linea Genova-Ventimiglia. Dove mangiare: a Seborga, Hosteria del coniglio, via Verdi 7, tel. 0184.223820. Dove dormire: Albergo Aurora***, via Pelloux 42b, Bordighera, tel. 0184.261311.  Indirizzi utili: Comune di Seborga, Direzione del turismo, tel.0184.223622.

Itinerario pubblicato su AIRONE, marzo 2005. Itinerario non aggiornato. ©Albano Marcarini 2016.

Mimosa
Mimosa

Si parte da Bordighera alta seguendo, di fianco alla parrocchiale, via Mariani e, quindi, il segnavia per Seborga (via del Beodo, via Corombeire). Si sale la collina fra le serre dei floricoltori e distese di ginestra bianca. Si traversa la provinciale 57 per Seborga e s’imbocca via Colla. Il segnavia giallo è in qualche punto deficitario. Bisogna a volte intuire la vecchia strada di cresta o percorrere alcuni tratti della provinciale.

Si scavalca l’autostrada e si entra a Sasso (nel disegno), uno degli otto nuclei che, con Bordighera, costituirono nel 1686 la ‘Magnifica Comunità degli Otto Luoghi’. Si tratta di otto comunità, o ‘ville’ come erano denominate allora, che si affrancarono dalla sottomissione al Comune di Ventimiglia. La Repubblica di Genova non fu del tutto estranea alla cosa, poiché da tempo mirava all’annessione del territorio intemelio. Si mantiene la stradina di cresta. Il panorama si apre sulle colline dell’entroterra rivierasco.

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Sasso di Bordighera

Si passa accanto alla cappella della Madonna della Neve e si segue la via omonima (attenzione! prima che via scenda, lasciarla e risalire a destra sulla provinciale). Al km 2 della provinciale si prende, a destra, via Rocca Scura. In seguito si interseca di nuovo, varie volte, la provinciale. Infine si entra a Seborga. La sua curiosa vicenda storica rimonta alla fine del decimo secolo. In quel periodo l’abate benedettino dell’isola provenzale di Lérins, presso Cannes) acquistò dal conte Guido di Ventimiglia il feudo locale, fregiandosi del titolo di principe e istituendo una zecca di monete. Seborga mantenne a lungo questa prerogativa assieme a una magra agricoltura e l’utilizzo dei boschi. Il Congresso di Vienna nel 1815 che conferì all’Europa l’assetto politico post napoleonico non considerò il destino di questo piccolo nucleo indipendente, ragione che gli valse fino a oggi la rivendicazione autonomistica.

Da visitare, nel piccolo e ‘indipendente’ nucleo, fra la trama dei suoi oscuri vicoli, la chiesa di S. Martino e l’attiguo palazzo della zecca, l’oratorio di S. Bernardo.

Si fa ritorno a Bordighera seguendo la dorsale del Monte Nero. Il sentiero parte all’estremità nord di Seborga, dietro il camposanto. È un lungo tratto nella pineta e nella macchia con alterne vedute sul litorale di Sanremo. Raggiunto il Passo del Ronco il percorso, ora carrabile, scende in direzione di Bordighera (seguire il segnavia ‘Anello 8 Luoghi’). Raggiunto l’asfalto si ritrova il segnavia giallo che consente di scendere a Bordighera Alta per via più diretta, lungo un bel tratto di ‘creusa’ per riguadagnare infine, sopra il camposanto, via del Beodo e la chiesa da cui eravamo partiti.

 

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