Percorso ciclo-pedonale del torrente Morla nel Parco dei Colli di Bergamo.
Una greenway urbana, ma in un ambiente ancora pervaso dal verde, dietro e sotto i Colli di Bergamo, dalle mura di Città Alta fino ai prati di Valmarina. È la pista ciclo-pedonale della Morla, frequentata quotidianamente da chi va in fretta per allenarsi e da chi va lento per passeggiare. Alle spalle dei Colli e di Città Alta una lievissima insellatura divide i bacini idrografici del Brembo e del Serio. Il punto più alto è alla Ramera, a 309 metri d’altezza (la stazione di Bergamo, tanto per dare un’idea è a 247 metri), un quartiere di Ponteranica. Da una parte, verso nord-ovest, le acque del torrente Quisa vanno nel Brembo; dall’altra, verso sud-est, le acque della Morla vanno verso il Serio, anche se poi gran parte di esse si disperdono fra le campagne di Orio. Certo, un tempo, prima dell’urbanizzazione, questo disegno idrografico si sarebbe intuito molto più facilmente. Oggi è più difficile. Gran parte dei corsi d’acqua sono stati interrati, altri scorrono dentro invasi di cemento, fra alti caseggiati. Una sola compagine edificata risale la valletta della Morla e unisce Borgo S. Caterina con Valtesse, e poi Pontesecco con Ponteranica, e Petosino con Almè. Difficile trovare vie di fuga, ma non impossibile. Da una parte, verso le montagne, basta raggiungere la Maresana, luogo di impagabile bellezza, e poi continuare sulla costa fino al Monte Canto Alto; dall’altra, ci sono i Colli con il loro parco, e Città Alta.

Distanza: 3,5 km Dislivello in salita: 30 metri. Altezza minima: 261 metri in Via Baioni. Altezza massima: 290 metri intorno al colle della Lussana. Segnavia: cartelli indicatori. Condizioni del percorso: pista ciclabile asfaltata chiusa al transito dei veicoli (ad eccezione di un breve tratto di circa 150 metri). L’illuminazione pubblica permette di percorrerla anche di notte. Sicurezza: completamente in sicurezza, ma con qualche intersezione con la viabilità ordinaria. Mezzo indicato: bicicletta da città, mountain-bike. Quando: tutto l’anno.
Punto di partenza: Via Baioni (Bergamo). La greenway è bella anche a piedi. In autobus si raggiunge Via Baioni con la linea urbana di Bergamo 7. Punto di arrivo: Ponteranica, località Castagneta. Poco più avanti, in Via del Mulino, o in Via Valbona, prende avvio la greenway del Quisa che può piacevolmente completare la passeggiata fino a Sombreno.
In caso di problemi alla bici: IMD, via Galimberti 1, Bergamo, tel. 035.347267 (c0n servizio di noleggio). Indirizzi utili: Parco dei Colli di Bergamo, Via Valmarina, 25, Bergamo, tel. 035.4530400, www.parcocollibergamo.it
Sotto il bastione più orientale di Città Alta, dove campeggia sovrano il monastero di Sant’Agostino, con accesso da Via Baioni (alt. 261) 1, comincia questa bella pista ciclabile. E, dopo aver superato con un ponticello la Morla, comincia nel migliore dei modi accostando un’azienda agricola che ha fatto dei ronchi terrazzati sotto le mura una deliziosa oasi per una decina di capre e di pecore. Un bel modo per raggiungere, con qualche curva per assecondare il torrente al nostro fianco, Valverde (alt. 275) 2, sul cui significato del nome non occorre aggiungere nulla. Il luogo era fra i prediletti nel XVI secolo per erigere ville di facoltosi notabili bergamaschi. Marcantonio Michiel, osservatore veneto, notava con «quale grazie conferiscono al luogo le ville che spiccano qua e là, anche quelle piccole e modeste per la ristrettezza del sito: tuttavia tanto richieste, sia per la vicinanza, sia per la bellezza del luogo, che non si considera abbastanza fortunato colui al quale non sia toccato di avere là una piccola villa». Desiderio al quale pare non si possa rinunciare anche oggi, nonostante i vincoli che premono sul parco. Intorno a Valverde, giusto dalla parte della ciclabile, il fermento edilizio è intenso e forse non del tutto giustificato. A Valverde nel 1585 aveva posto la sua residenza suburbana il Capitano veneto della città.

Dopo Valverde, la ciclabile e la Morla dividono nettamente la città dalla campagna. Si sfila sotto le pendici di Castagneta (altro toponimo abbastanza eloquente), poi si ripassa la Morla 3 e si procede accanto a un campo giochi. Vicine sono le case di Valtesse, abitato che fino al 1927 faceva comune a sè e del quale, le vecchie guide, ricordano come il suo territorio fosse «fertilissimo producendo cereali, viti, frutta, gelsi, ortaglie». Si può immaginare la bellezza di questo paesaggio, ma anche riconoscerlo ancora su per i poggi che, verso sinistra, salsono agli Zanchi, a S. Antonio e alla Lussana. La pista ciclabile finisce sboccando su Via Castagneta (alt. 290) 4. Molto vicina è la Cascina Valmarina, sede del Consorzio del Parco. Si tratta di un antico monastero, meno nobile di quello ubicato sull’altro versante dei Colli, ad Astino, ma egualmente rilevante poichè di esso si hanno notizie fin dal 1150. Era abitato da monache benedettine, poi trasferite in città. Dal XV secolo il complesso ebbe esclusiva funzione agricola. Nonostante ciò rimangono vive alcune parti monumentali, come gli elementi della chiesuola romanica.
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