Itinerario a piedi nel Casentino, dalla stazione ferroviaria di Pratovecchio alla stazione Porrena.
La ferrovia Arezzo-Stia, una delle tante ferrovie ‘da non dimenticare’, ci permette questa escursione nel Casentino. Le mete sono il castello e la pieve di Romena, capisaldi storici di questo territorio di dolci colline.
Punto di partenza: Pratovecchio, raggiungibile in treno da Arezzo con la linea per Stia. Alcuni treni utili (validi fino al 12.06.2011) da Arezzo: 8.04 (feriale), 9.04 (giornaliero). Punto di arrivo: Stazione Porrena, da cui ad Arezzo con la stessa ferrovia. Alcuni treni utili (validi fino al 12.06.2011): 17.49 (feriale), 18.38 (giornaliero). Per il quadro completo degli orari: www.trasportoferroviariotoscano.it – Lunghezza: 11.5 km. – Tempo di percorrenza: 3 ore. –Dislivello: 280 metri circa. Condizioni del percorso: strade asfaltate o sterrate, sentieri. In gran parte lungo il segnavia CAI 26. Usare prudenza lungo i brevi tratti lungo le strade provinciali: tenersi sul margine e indossare giubbini catarifrangenti. Info: Castello di Romena, per visite tel. 0575.581353-0575.582520; Pieve di Romena, tel. 0575.58725 (visite dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19); Ufficio turistico di Pratovecchio, Via Enrico Mattei , tel. 0575. 504584. Dove mangiare: nessun punto di ristoro sul percorso salvo a Borgo alla Collina, meglio acquistare provviste a Pratovecchio. Oppure pranzare in ristorante a fine escursione: a Pratovecchio, Tana degli orsi, via Roma 1, tel. 0575.583377, menu da 30 Euro, aperto la sera; a Poppi, I tre baroni, Via di Camaldoli 52, loc. Moggiona, tel. 0575.556204, menu da 40-45 Euro. Il buon riposo. Albergo Casentino***, piazza della Repubblica 6, Poppi, tel. 0575.529090, www.albergocasentino.it (camera doppia con colazione a 70 Euro); Agriturismo Poggio a Poppi, via Magrete 13, Poppi, tel. 0575.529886, www.poggioapoppi.it (camere da 70 a 80 Euro al giorno).
Itinerario pubblicato su BELL’ITALIA, speciale Toscana 2011. © 2016 Albano Marcarini.
L’itinerario parte a Pratovecchio dopo aver seguito il simpatico tragitto ferroviario di una linea realizzata nel lontano 1888. La piazza centrale di Pratovecchio predispone per un caffé: buona occasione per dire un paio di cose su questa cittadina. La prima è che era ‘mercato’ del castello di Romena e lo si nota per via dei portici che contornano la piazza. La seconda è che Pratovecchio contende a Firenze il luogo natale di Paolo di Dono, artista del XV secolo, più noto come Paolo Uccello (lo pseudonimo gli venne per via della passione per questo genere di animali).
Sazi di queste piccole ‘perle’ di cultura generale si può ora impegnare il segnavia ‘bianco-rosso 26’ che marcherà per buon tratto il percorso. Si passa l’Arno – qui poco più di un torrentello – a margine dell’abitato e si costeggia la strada provinciale 74 ‘di Scarpaccia’. Al primo tornante la si abbandona approfittando della vecchia sterrata. Questa sale e raggiunge Case Palaia per poi confluire di nuovo nella provinciale. Ancora pochi passi sull’asfalto: quindi si piega a sinistra, aiutati dalle indicazioni per il castello. Si calca lo sterrato di una bella stradetta di crinale, fra cipressi e scorci panoramici, ormai in vista del castello. È una delle tante ‘strade bianche’ della Toscana: delizia dei paesaggisti, maledizione dei viandanti ricoperti di fine polvere bianca dopo il passaggio di un veicolo.

Nonostante la perdita di molte sue parti, il maniero infonde ancora timore per la sua imponenza e per la posizione di vedetta. Dentro gli originari tre perimetri murati trovavano posto il cassero con le sue tre torri, e altri edifici di servizio per gli animali, le milizie, i servitori, le vettovaglie. La vasta spianata sommitale oggi è un prato erboso, ma la si deve immaginare gremita di armati, pronti a rispondere agli ordini dei conti Guidi di Romena, feudatari del luogo fino al 1357, anno in cui, per 9600 fiorini, cedettero il castello a Firenze. A proposito di fiorini… a Romena, per conto dei Guidi, esercitava la professione di falsario un tale Mastro Adamo, ricordato da Dante nel trentesimo canto dell’Inferno. Ancora oggi, nel bookshop del castello, si possono acquistare per modica cifra i cosiddetti ‘fiorini d’argento dorato’, vere falsificazioni dei fiorini falsi. Il castello è noto anche per essere stato dimora di soggiorni ‘creativi’ per Gabriele D’Annunzio, ispirato dal contesto o forse più dalla compagnia di Eleonora Duse. Negli ambienti interni è allestito un museo di archeologia e di armi antiche.

A piedi si continua oltre il castello, si contornano le mura e si scende nella piana sottostante, presso Fonte Branda e l’abbandonato Podere Capanne. Ci stiamo avvicinando alla pieve di Romena. È un luogo di culto molto antico, oggi spesso utilizzato nelle cerimonie di matrimonio considerando lo splendido fondale di paesaggio. Occasioni che, fra l’altro, vi daranno il vantaggio di accedere all’interno dell’edificio. Qui si sovrapposero varie strutture fino all’attuale chiesa, di bellissime linee romaniche della metà del XII secolo. Ebbe a subire danni per frane e terremoti e, difatti, si noteranno incongruenze e sproporzioni. Sono i capitelli delle colonne interne ad attirare l’attenzione. Sono decori naturalistici o animali, ma anche figure umane, frutto di quelle squadre di lavoranti lapicidi che lasciarono nel Casentino grande copia della loro arte.

Riprendiamo il cammino sulla strada asfaltata. La si abbandora all’altezza del podere Bellavista. Qui si calca una vecchia carrareccia che scende a varcare, presso un laghetto, il Fosso di Camboffoli per poi guadagnare, a volte degradata a sentiero, il ridosso collinare. Altri saliscendi conducono infine a Casa Tripoli dove ci si immette, lungo la linea del crinale, sulla vecchia strada della Consuma, storico collegamento fra il Casentino e Firenze. Belle vedute panoramiche su Poppi e il suo castello, e sulla Piana di Campaldino, celebre per la battaglia del 1289, dove si decisero le sorti della fazione ghibellina di Arezzo, battaglia alla quale partecipò anche Dante Alighieri.
Raggiunto il camposanto di Borgo alla Collina si scende sulla strada statale e si entra, poco dopo, nell’abitato omonimo, di grande significato urbanistico e di eccezionale posizione panoramica. Si tratta infatti di un borgo di crinale, allineato lungo un asse stradale, e, nel contempo, chiuso da mura con due torri, delle quali oggi ne sussiste una sola. Un piccolo brivido ve le potrebbero dare le spoglie mummificate dell’umanista Cristoforo Landino. Si trovano nella chiesa parrocchiale. Ai più questo personaggio non dice nulla, ma fu colui che, nel XV secolo, ebbe in dono il borgo per concessione fiorentina. Deve aver fatto bella vita. Si dedicava alla vita contemplativa, alle lettere e alla filosofia e curò un edizione commentata della Divina Commedia.
All’estremità meridionale dell’abitato si può proseguire sul vecchio tracciato stradale, abbandonando il segnavia 26 che volge a destra per Castel S.Niccolò. Si procede sempre in leggera discesa e si raggiunge infine la piana. Superando l’Arno al Ponte Foderino e seguendo con prudenza il bordo della strada asfaltata si arriva in meno di un chilometro alla Stazione Porrena, dove attendere il treno del ritorno.
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Albano Marcarini, La Via Francigena in Val d’Elsa, Alleanza Assicurazioni, Milano 2002, pag. 80, con foto, carte e acquerelli, formato: 11 x 16 cm
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