Itinerario a piedi sulla Riviera ligure di Levante da Camogli a Punta Chiappa (Parco del Monte di Portofino).
«Camogli m’apparì una notte paesaggio d’apocalisse. Le case, altissime, erano quinte rizzate per spaventare. Sulla piazza, barconi tirati in secco parevano pronti al salvataggio della popolazione nell’imminenza d’una mostruosa marea. Nella pece dell’acqua, addentata dai moli, bisce di luce si divincolavano (…) quando ad un piccolo caffè all’aperto, inaspettato usignolo, tutto ciò si mise perdutamente a cantare» (Camillo Sbarbaro, 1920).
La vicenda antica di Camogli discende dalla collina del Castellaro rivelando un’origine preistorica, quella più recente occupa invece la riva con le fortune marinaresche, la benevolenza dei Fieschi, la fedeltà a Genova fino ad arrivare, nel corso dell’Ottocento, alla fase di grande espansione economica. Nel 1856 gli armatori camogliesi avevano messo in acqua una flotta di velieri mercantili in grado di primeggiare in tutta Europa. L’evoluzione urbana andò naturalmente di pari passo con il progressivo sviluppo economico.

All’origine il nucleo medievale approfittò dell’Isola, ovvero di uno scoglio roccioso, per proteggere il castello, la cappella di S. Erasmo e il sottostante porto. Al Priaro, borgata di case, corrispose invece la limitrofa zona costiera. Le due parti si saldarono sulla spiaggia dove si tiravano in secco le imbarcazioni e dove poi si aprirà la piazza Colombo. Il porto diede spesso preoccupazioni ai camogliesi: neppure il suo potenziamento, voluto da Genova nel 1624, lo riparò dalle mareggiate alle quali, solo nel XIX secolo, si pose nuova cura con il prolungamento del molo.
Dal Priaro, già a partire dal XV secolo, si conformarono poi i due assi stradali paralleli del Carroggino e Carroggio Dritto. Quest’ultimo possiede oggi un aspetto diverso da quello originario. Nel 1914, infatti, quella verso il mare, delle due alte cortine di edifici che vi prospettavano, fu interamente demolita. Con il nome di Via Garibaldi si ebbe così l’attuale, caratteristica palazzata a mare, dai colori e dagli ornati tipici del repertorio decorativo ligure. Sui livelli stradali soprastanti si ubicarono infine gli equipaggiamenti civili a coronamento delle fortune economiche di Camogli. Accanto ai solidi edifici residenziali ‘a blocco’, elevati fino a 8-9 piani per contenere lo spazio, presero posto il Teatro Sociale (1876), la stazione ferroviaria, la sede municipale, quella dell’istituto nautico e i primi alberghi.

La riviera ligure di Levante ha, nel Monte di Portofino, la sua incontaminata oasi di bellezza. Qui si procede lungo costa solo a piedi; esattamente come più di un secolo fa, prima di autostrade e ferrovie. Le lunghe gradonate che stanno fra mare e monte sono fiancheggiate da terrazzini fioriti, uliveti, pinete e cespugli di macchia. Le case isolate o i villaggi che s’incontrano lungo via hanno la gentilezza dei tempi perduti, quando bastavano una fontana e una panchina a ristorare il viandante. Le chiese sembrano stendardi che chiamano a raccolta le case sparse sui poggi.

Da Camogli a Punta Chiappa, al vertice occidentale del Monte di Portofino, occorrono solo un paio d’ore a piedi, benché l’impresa, vista dal molo della bella cittadina ligure, sembri ben più impegnativa. E sono due ore di grande felicità, sempre al cospetto di panorami marini di prima grandezza. Il ritorno, se si vuole, si può effettuare in barca o, sempre a piedi, ma per altra via. Il Monte di Portofino è stato una delle prime aree naturali protette in Italia, fin dal 1935. Ciò ha consentito la conservazione di uno splendido tratto costiero dove le rocce s’immergono nel mare fino a profondità abissali. L’escursione a Punta Chiappa è solo una delle tante possibili. Altre mete, sempre pedonali, puntano su San Fruttuoso o su Portofino. In primavera, o alla fine dell’inverno, sono l’esercizio ideale per accogliere la bella stagione.
Come arrivare: il treno (linea Genova-La Spezia) è il mezzo più comodo per raggiungere Camogli. Punto di partenza e di arrivo: Camogli. Il percorso di ritorno da P.ta Chiappa può avvenire a piedi (per la variante bassa, vedi cartina) o in barca. Info tel.0185.772091 o sul sito http://www.golfoparadiso.it – Tempo di percorrenza: 2 ore (solo andata). Dislivello: 240 metri (solo andata). Per chi: per tutti, anche con bambini, tutto l’anno. Dove mangiare. A P.ta Chiappa si trovano un paio di ristoranti con cucina di mare: Da Spadin, tel. 0185.770624; Da Drin, tel. 0185.770530. Anche a S.Rocco si gusta la cucina ligure: Da Nonna Nina, via Molfino 126, tel. 0185.773835; La Rocca, via Molfino 164, tel. 0185.772813. Per una colazione al sacco, il rifornimento ideale si fa a S. Rocco al bar panificio Maccarini (tel. 0185.770611), con la Galletta del Marinaio e altre prelibate focacce. Dove dormire. B&B La Rosa Bianca, loc. Mortola, tel. 0185.776666. Indirizzi utili: Comunità di Punta Chiappa, www.comunitadipuntachiappa.it –Parco di Portofino, v.le Rainusso 1, 16038 S.Margherita Ligure, tel. 0185.289479; Battellieri Golfo Paradiso, tel. 0185.772091; Ufficio turistico di Camogli, tel. 0185.771066.
Itinerario pubblicato su BELL’ITALIA 202, febbraio 2003. Aggiornato il 29.12.2009.
1. Dalla Stazione Fs di Camogli si scende via Cuneo, fino a giungere di fronte alla Caserma dei Carabinieri. Qui, accanto al Rivo Gentile, si diparte il percorso pedonale per San Rocco. Si salgono i gradini con bella vista sul pendio della Ruta, affollato di villini e giardini. Una rampa dopo l’altra, fra decine di gatti che vi osservano impassibili, si raggiunge S.Rocco.
2. A S.Rocco le poche case stanno sotto la chiesa. Questa è una costruzione del XIX sec., conserva begli ex-voto di soggetto marinaresco. Dal sagrato si prosegue per via Mortola con splendida vista sul Golfo Paradiso, su Genova e su un buon tratto della Riviera di Ponente. Dopo un centinaio di metri si scende a destra, per la lunga scalinata di via S.Nicolò.
3. A un tratto, fra i lecci, spunta la chiesa di S.Nicolò di Capodimonte, dall’alta facciata in pietra scura. Risulta citata nel 1141, quando vi sorgeva accanto un convento dedicato a S.Rufo. Sulla parete dell’abside figura il Santo titolare, patrono dei naviganti; a fianco, un’affresco mostra un mare in tempesta: a poppa della barca in balia delle onde si nota la Madonna col Bambino, supplicata dai marinai. Il sentiero segue, dietro la chiesa, la direzione ‘alta’, verso la ‘Chiesa vecchia’.
4. Pinete e castagni si alternano o si mischiano alla lecceta e alla macchia alta. Se si getta lo sguardo in mare si note le chiazze scure delle praterie di posidonia. Il sentiero scende infine a Punta Chiappa, una scabra penisola di scogli vigilata dal mosaico della Stella Maris. Il ritorno a piedi avviene passando per Porto Pidocchio con le casine dei pescatori e il molo dove, eventualmente, prendere il battello.

L’escursione nella Guida negli Appennini e nelle Alpi liguri di G.Dellepiane, Cai, Genova 1896:
«Camogli (dil. Camuggi). Staz. ferr. k.20 e telegr. notturno. Uffi. telegr e postale. Comune ab. 10325, la città 5108. Alb ristorante, Rist dell’Aurora. Città con piccolo porto sul mare, a destra della via della riviera. Per la ristrettezza dello spazio, vi si sono innalzate case a sette e fino a dieci piani. La chiesa è splendida per marmi e dorature; i naviganti l’avevano associata ai benefizi dei loro commerci per averla propizia. Gli abitanti sono dediti al traffico marittimo dal quale per l’addietro traevano ingenti guadagni. Si contavano allora molti armatori e quasi 800 capitani di mare. (…) Alla Punta della Chiappa, lungo scoglio di puddinga che si allunga in mare, all’angolo sud-ovest della penisola di Portofino, cattivo, ma pittoresco sentiero. Vi è un antico convento, ridotto ad abitazione, proprietà del conte Gnecco, e da aprile a settembre, una tonnara le cui reti si spingono a 250 metri da terra».
Bellissimo post. Segnalo che da qualche anno e’ stata tracciata una variante che da Punta Chiappa permette di risalire il diedro del promontorio di Portofino sino ad intersecare il sentiero San Rocco-San Fruttuoso. Questa variante permette all’escursionista di visitare Punta Chiappa e San Fruttuoso senza tornare sui propri passi.
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