Itinerario circolare a piedi nelle colline della Valle Versa, in provincia di Asti, Piemonte. Le vigne, appena terminato il lavoro della vendemmia, attendono al riposo stagionale. Qualche foglia ramata pende dai tralci, mentre i contadini si accingono a potare e ardere i rami secchi. Una lepre impaurita scapicolla nel campo e sfugge fra le erbe del fosso. Sulle prode pendenti, grossi trattori passano e ripassano la terra lasciando alle spalle un alito di polvere. Dai boschetti, che stanno in cima ai colli, spuntano un campanile e un turrito castello. Ecco il paesaggio di questo recondito angolo della collina astigiana, fatto apposta per chi, sul fare dell’inverno, ama le passeggiate lente e contemplative.

Distanza: 15,4 km. Tempo: 4 ore e 30 minuti. Dislivello: 430 metri. Partenza e arrivo: Cocconato (m 435), comune della Valle Versa astigiana. Lo si raggiunge da Torino (a 46 km) seguendo la statale 11 fino a Chivasso e quindi la statale 458 per Asti fino al bivio per Cocconato. Percorso: strade campestri, qualche tratto di strada asfaltata. Segnavia: da Cocconato a Piovà Massaia con sigla A2, poi non segnalato. Periodo consigliato: tutto l’anno. Dove mangiare: a Cocconato, nel tradizionale ristorante Cannon d’Oro (con albergo), p.za Cavour 21, tel. 0141.907794, www.cannondoro.it – Indirizzi utili: Comune di Cocconato, tel. 0141.907007, www.comune.cocconato.at.it – Itinerario pubblicato su QUI TOURING, novembre 2003. Aggiornato il 12.12.2009.
Prima di incamminarci, Cocconato (1) merita una visita. Il borgo sta accavallato sul colle e concentra le sue bellezze lungo via Roma. Qui si apprezzano l’impronta civile del municipio (fine XV sec.) e il decoro di palazzine che qualificano il centro storico. Sul culmine sta la torre, unico segno, ma rifatto, del castello appartenuto ai conti Radicati, abili nel ritagliarsi, durante il XVI secolo, una loro autonomia, con il diritto di battere moneta. Dal belvedere della Parrocchiale, la visuale si estende, nelle belle giornate, sulle risaie del Vercellese e sulla chiostra delle Alpi. Palme, ulivi e balconi sempre in fiore sottolineano il favore climatico del borgo.

L’itinerario contempla parecchie deviazioni. Consultare la cartina. Da Cocconato si scendono via Alfieri, in direzione di Piovà Massaia (s.p. 84), e poi una splendida strada di crinale (via S. Sebastiano), antica ‘Via del Sale’. Per uno stradello campestre (2) si devìa a sinistra per il casale Vastapaglia, di rustico aspetto. Si risale la costa della collina, fra nude campagne: sull’opposto versante si notano le cave di gesso che nel XVIII sec. rifornivano gli stuccatori del regno sabaudo. Raggiunto un tabernacolo (3), si punta verso Piovà Massaia rispettando il segnavia A2.

Piovà (4), come molti altri borghi nell’Astigiano, s’arrocca su un’altura. In questo caso il Monte Cornegliano, dove un tempo si ergeva il castello. La salita è breve e mette nella piazza Comunale. La piazza unisce le due parti dell’abitato: il ‘monte’ sulla sinistra, il ‘bricco’, sulla destra, dove si formò il villaggio primitivo. Il castello non esiste più, ma in sua vece, fa spicco la Parrocchiale, elaborata opera di Benedetto Alfieri, ritenuta fra le migliori del barocco piemontese. Fu iniziata nel 1749 e conclusa nel 1770. Per apprezzarla, al di là dell’imponenza, bisogna far correre lo sguardo sulle modanature, sui volumi in cotto, sul delicato disegno del campanile.

Si esce da Piovà percorrendo, fra due lunghe schiere di abitazioni, via Roma. Al fondo dell’abitato si erge il dosso della chiesa di S. Martino: qui si segue la direzione di Castelvero (5), frazione che conserva l’antico ricetto fortificato. Discesa la collina per una disagevole traccia nel bosco (o per la più comoda rotabile) si arriva nel fondovalle del Rio, di inattesa ampiezza. Qui, dopo il secondo ponte (6), si piega a sinistra risalendo su una bella campestre la vallata. Appena superato il campo volo (7) si piega a destra per raggiungere, sulla china del colle, le case di Carboneri (8). Queste file di colline sono quinte che disvelano di volta in volta nuovi scenari: da questa si scorge il possente castello di Montiglio.

Calcando un breve tratto di provinciale (o la variante suggerita nella cartina) si giunge a Remorfengo (9). Si lascia l’asfalto per scendere l’anfiteatro di una valle dove campeggia la Panenga, una bella cascina ad archi. Risalita la costa si attraversa una rotabile (10) e si continua su sterrato, lungo il fianco della dorsale. Alcuni luoghi, quasi impenetrabili, celano antiche vestigia di chiese, come quella di S. Antonino, a fianco della strada. Pian piano, serpeggiando sul fondo della valletta, intercettando qualche sentiero inerbito, ci si riavvicina a Cocconato. Raggiunta la rotabile (11), in breve, si torna al punto di partenza.
www.guidedautore.it – Il sito da non perdere per non smarrire la retta via.
Domenica 21 febbraio 2015 abbiamo fatto con amici camminatori il percorso descritto qui. Molto bello e ben descritto. Meritava! Sono grato all’autore di aver salvato dall’oblio, E ARRICCHITO, un itinerario che, come si dice nella descrizione, fu pubblicato su QUI TOURING nel lontano 2003.
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