Itinerario circolare a piedi nel comune di Aquilonia, in Alta Irpinia.
Ho scandagliato l’Italia per anni alla ricerca di isolati villaggi, ultime memorie di culture e sedi umane perdute nel tempo e nello spazio. La ricerca non è stata faticosa, ma triste. Alpi e Appennini denunciano pesanti fenomeni di abbandono e i luoghi meno favoriti risentono dell’inevitabile attrazione dei grossi centri. Su borghi e villaggi, abitati per secoli, scende un malinconico silenzio, anche se – occorre dire – fenomeni di questo genere si sono ripetuti a ondate nella storia. Nel Medioevo, centinaia di sedi umane stabili furono abbandonate e ripopolate dopo molto tempo e solo in parte.
Un segno del tempo, dunque, che però un piccolo paese dell’Alta Irpinia non vuole far passare sotto silenzio. Qui, un villaggio abbandonato, distrutto non dall’uomo ma dalla terribile forza di un terremoto, è rinato come ‘villaggio della memoria’. Si tratta di Aquilonia Vecchia in provincia di Avellino. Il 23 luglio 1930 il paese fu scosso dal sisma che causò 231 morti e oltre un migliaio di feriti. Le case furono quasi del tutto distrutte. La gravità dei danni convinse della necessità di ricostruire Aquilonia altrove. Il nuovo paese, secondo la prassi fascista, fu rifabbricato in soli tre mesi con una moderna maglia ortogonale e basse casette antisismiche. Del vecchio abitato si perse memoria, divenendo luogo di nessuno, coperto di erbacce e di muri cadenti. Della sua riscoperta e valorizzazione si cominciò a parlare qualche anno fa e oggi il sito si presenta come un singolare Museo della memoria. Si sono riscoperte le strade selciate, si sono rizzate le murature delle case, senza però completarle di modo che resti a perenne ricordo il crudele destino che colpì Aquilonia e i suoi abitanti.
Punto di partenza e arrivo: Aquilonia. Si raggiunge in auto da Napoli (km 145) seguendo l’A 16 fino allo svincolo di Avellino Est, quindi le superstrada 7 e 7dir C in direzione di Melfi. Giunti alla stazione di Calitri s’imbocca la statale 399 per Calitri e Bisaccia. La diramazione per Aquilonia si trova 10 km dopo Calibri. Tempo di percorrenza: 2 ore su strade comunali, asfaltate e sterrate. Percorso non segnalato. Dislivello: 272 metri. Periodo consigliato: fino a giugno, da ottobre in poi. Dove mangiare. All’Antica Osteria Grillo d’Oro, via Mancini 195, nel vicino comune di Bisaccia, vero rifugio della tradizione culinaria irpina, tel. 0827.89278. Dove dormire. Al Tufiello, nobile azienda agrituristica di Calitri (a poca distanza dal bivio per Aquilonia), tel. 0827.38851-081.5757604, www.iltufiello.it – Indirizzi utili: Museo etnografico di Aquilonia (raccoglie dal 1995 un ricchissimo materiale e documenti della cultura contadina locale), tel. 0827.83123-83031, www.carunar.it
Itinerario pubblicato su BELL’ITALIA 224, dicembre 2004. Aggiornato il 13.12.2009.
Con una bella passeggiata si copre la breve distanza fra il nuovo e il vecchio abitato. La visita di questo inizia dalla Contrada Croce dov’è il Palazzo Alibino, sede del Museo delle città itineranti, poetica metafora per tutte quelle città che nella storia hanno mutato per svariate cause la loro ubicazione. Risalendo verso il Rione Castello, si lambiscono i setti degli edifici, i portali con le superstiti iscrizioni e gli stemmi. Sul sito dello scomparso castello medievale – Aquilonia, rifondata dai Longobardi, si chiamava allora Carbonara – si gode uno splendido panorama. Dalla platea che rievoca la vecchia piazza, la vista si apre sulle vallate irpine, fino alla lontana Capitanata un tempo solcata dalle vie di transumanza. Guardando verso il paese nuovo, si scorge la monumentale fontana del 1792.
Se avete tempo a disposizione chiudete la passeggiata con il percorso indicato nella cartina. Prevede un anello che dal vecchio paese scende al vallone di San Vito e risale all’omonima badia, in un paesaggio di colture promiscue, ancora privo di contaminazioni moderne. Dinanzi alla badia s’innalza una quercia di eccezionali dimensioni che ha visto l’evolversi della piccola chiesa, forse non dal suo primo impianto, nell’XI sec., ma certamente da almeno quattro o cinque secoli in quà. L’escursione inizia dalla parte più elevata di Aquilonia. Si esce per Via De Gasperi. Superati gli impianti sportivi, si segue la strada accanto al camposanto che s’inoltra nella campagna e aggira un dosso.
Alla fine di una discesa si giunge di fronte all’oratorio della Maddalena (sec. XIX). Piegando verso sinistra, su asfalto, si perviene al Museo delle città itineranti, che precede i resti di Aquilonia Vecchia. Dopo la visita del
villaggio-museo si continua sulla rotabile fino al bivio che, a sinistra, conduce con una ripidissima discesa verso valle. Scesi nel fondovalle s’incontra un crocicchio di strade. Si segue a sinistra quella in salita, lasciandola circa 200 metri più avanti per una strada sterrata che s’inoltra nel vallone di lo Padre. Da qui si sale alla badia di S. Vito. La chiesa è preceduta da una quercia secolare. A poca distanza c’è la fonte del santo, ritenuta medicamentosa. Dalla chiesa con un altro piccolo sforzo si ritorna infine al paese.
TI POTREBBE ANCHE PIACERE

Albano Marcarini, LA VIA DEGLI INCANTI, Alleanza Ass., 80 pag.
Si chiama Via degli Incanti proprio perché la sua bellezza lascia incantati. Il sentiero è una ‘alta via’, ma di quelle che si affrontano senza rischi o fatica. Ha una lunghezza ragionevole (26 chilometri) e si può percorrere in pochi giorni, magari durante un fine settimana d’inizio autunno, il periodo più indicato per visitare la Costiera Amalfitana. Dopo Amalfi ha il vantaggio di salire subito e di mantenersi a 7-800 metri sul mare, fino al suo arrivo a Positano. Quindi visioni mozzafiato sul Tirreno, sulle falesie, sulle limonaie, sulle tipiche case bianche dalle volte a botte.
€6,00
Rispondi