Gabbio e Lorino, i guardiani della memoria

Itinerario a piedi nella valle del Rio d’Ancaiano, tributaria della Valnerina, in provincia di Terni.

Di Gabbio si sa poco. Sembra aver perso le sue memorie con l’ultimo terremoto, quello disastroso del 1979 che colpì la Valnerina, in Umbria. Il villaggio è uno dei tanti che in questa magnifica vallata hanno subìto il fenomeno del ‘non ritorno’. Il sisma diede il colpo di grazia a una condizione insediativa già precaria e in dismissione. Oggi a Gabbio, a pochi chilometri da Ferentillo, si sale anche con una strada sterrata, arrivata però troppo tardi. Noi saliremo a piedi, per la vecchia via cogliendo nella fatica dell’incedere il significato di un abbandono da parte di generazioni non più disposte a sopportare i sacrifici degli antenati.

Punto di partenza e arrivo: Ferentillo. Si raggiunge da Terni seguendo per 17.8 km la strada statale 209 in direzione di Visso. L’itinerario sale a Gabbio e a Nicciano; con una deviazione si può raggiungere Lorino. Tempo di percorrenza: 1 ora e 30 minuti (solo andata) su strada campestre e sentiero; la deviazione a Lorino richiede un’ora in più. Dislivello: 240 metri (450 con la deviazione a Lorino). Periodo consigliato: fino a giugno, da ottobre in poi. Dove dormire: Guesthouse Runcini, via Ugo la Malfa 4, Gabbio, 342.0621616, www.guesthouseruncini.com – Dove mangiare. Nessun ristoro lungo il percorso, provviste a Ferentillo. Scorta d’acqua.  Per saperne di più: A.M. Della Vedova, S. Notari, Lungo i sentieri del passato, Thyrus, Arrone 1999. Internet: http://www.comune.ferentillo.tr.it

Itinerario pubblicato su BELL’ITALIA 221, settembre 2004. Aggiornato a dicembre 2015.

Schermata 2015-11-21 alle 19.02.22

Si lascia l’auto a Matterello, uno dei due borghi in cui è diviso Ferentillo, nel fondovalle della Nera. Il luogo era crocevia di importanti vie da soma. Ne sono riprova i resti delle spettacolose fortificazioni erette a controllo della vallata. Il nostro percorso era battuto dai traffici diretti nello

IMG_0673
Gabbia e la chiesa

Spoletino: si portavano carbone di legna e corteccia di quercia e, forse, si facevano anche traffici di contrabbando dato che il confine fra Stato della Chiesa e Regno borbonico correva per un breve tratto lungo il fiume Nera. Dalla piazza della chiesa di Matterello s’imbocca Via Campania che procede in salita fra terrazzi d’ulivo e qualch stentato campicello. All’oratorio di S. Rocco si lascia la strada e si imbocca un sentiero che, lungo il bordo di un muretto, arriva sotto le case di Gabbio. Sulla parete della prima campeggia la targa ‘Via Ugo La Malfa’, anacronismo di un passato, ancora non del tutto consumato. Si tratta di un viottolo acciottolato, a gradoni, che serpeggia fra gli edifici. Le case spuntano dall’intrico della vegetazione.

Gabbio
L’ingresso nel vecchio borgo di Gabbio

Quelle ancora in piedi hanno un impianto poderoso; si fissano sulla roccia e approfittano della ripida pendenza per appoggiarsi su un fianco al monte. Gli accessi sono a più livelli, con portali arcuati in pietra bianca. Un arco, che sottopassa la via, fa accedere alla chiesa di San Vincenzo, dalla rude facciata in sasso. Parrebbe non dire nulla di più, ma sbirciando dalla porta, chiusa da un catenaccio, si nota un apparato interno di grande bellezza: un altare circondato da sculture e rilievi barocchi; e poi affreschi cinquecenteschi che le guide attribuiscono a tale Francesco da Lugnano. Vicino al sagrato si trova il pozzo del villaggio, chiuso da uno sportellino.

Gabbio229
La chiesa di San Vincenzo a Gabbio

Da qui, prestando attenzione a eventuali ostacoli, si gode uno splendido panorama sulla valle di Ancaiano e sulle case di Gabbio, lentamente divorate dai rovi. Superata la suggestiva chiesa di San Vincenzo, il sentiero guadagna uno sprone panoramico e poi prosegue pianeggiando nel bosco con altre belle vedute sulla valle di Ancaiano. Un bivio, segnalato, indica la diramazione a destra per Lorino, altro villaggio in abbandono, che si raggiunge in meno di un’ora. Lorino è su una sella a dominio della Valnerina. Altrimenti si continua a sinistra per Nicciano. Il sentiero, uscito dal bosco, si chiude d’improvviso di fronte a un uliveto. Attenzione! Occorre salire la ripa erbosa, sulla destra, e proseguire sul bordo del campo alberato fino a incontrare (circa 200 m) una baracca e poi la strada sterrata che porta a Nicciano. A Nicciano si può arrivare fino alla chiesa di S. Michele Arcangelo. Il piccolo sagrato erboso con il vicino lavatoio inducono a una sosta. Da Nicciano si può fare ritorno a Ferentillo per un altro sentiero. Una ventina di metri prima del cimitero di Nicciano si piega a sinistra costeggiando un uliveto e continuando poi sul sentiero. Avrete notato, di tanto in tanto, dei curiosi presepi celati fra le rocce o nella vegetazione. Sono stati sistemati dagli abitanti della valle e sono meta di visita nel periodo di Natale. Dopo circa 30 minuti si uscirà poco sotto le case di Gabbio per riprendere infine un tratto del cammino fatto all’andata.

Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Blog su WordPress.com.

Su ↑

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: