Nella chiesa più settentrionale d’Italia c’è un Crocifisso che sanguina. Non è un miracolo, ma un’impressionale opera di artigianato ligneo. Valle Aurina è un comune della Provincia autonoma di Bolzano. In tedesco si chiama Ahrntal. Vi abitano circa 6000 abitanti, il 98.7% dei quali di madrelingua tedesca.

La Valle Aurina/Ahrntal, in Alto Adige, si insinua nel superbo acrocoro delle Alpi Noriche senza apparenti via d’uscita. La strada risale tutti i villaggi, aggira il possente Castel Tures, poi da grande si rimpicciolisce e si chiude al cippo del chilometro 43 di fronte a un grandioso scenario di pascoli, vette e ghiacciai. Più avanti ci sono solo sentieri e mulattiere. Fra le montagne svetta il Picco dei Tre Signori, dominatore della vallata: raggiunge i 3499 metri d’altitudine. Poco evidente invece è la Vetta d’Italia, cima che in modo impreciso è stata individuata come punta settentrionale della nazione. Più certo invece che questo primato, nell’ambito degli edifici religiosi, spetti alla locale chiesa di S. Spirito, un luogo di culto antichissimo. Aveva la funzione di essere l’ultimo luogo di preghiera per i viandanti che utilizzavano il Passo dei Tauri (o Krimmler Tauern, in tedesco), a 2633 metri d’altezza, per raggiungere il Salisburghese e la Baviera. Sciaguratamente era anche il ricovero delle salme di coloro che morivano assiderati nel tentativo di passare il valico. All’interno della chiesa, con diverse statue di pregio, figura un impressionante crocifisso, forse una delle più realistiche e drammatiche raffigurazioni del Cristo con il corpo morente grondante fiotti di sangue e disseminato di ferite e piaghe aperte. L’opera, in legno dipinto, ha una sua storia. Si dice che alla fine del Settecento fosse collocata all’aperto, presso un maso. Un cacciatore che intendeva partecipare a una gara di tiro, per provare il suo fucile, la prese a bersaglio colpendo il corpo crocifisso per tre volte. Il giorno dopo vinse la gara ed ebbe come premio un toro. Al ritorno, passando vicino al crocifisso, l’animale s’inferoci e trafisse con le corna il sacrilego. Difatti, ancora oggi, la statua riporta evidentissime le tre sanguinanti ferite da arma da fuoco.

Lunghe carovane di muli recavano merci di vario genere attraverso il Passo dei Tauri: dalle regioni oltralpine arrivavano pelli, lana, pellicce, cera, sale estratto dalle miniere del Salisburghese; dal sud, invece, arrivavano il vino, l’olio, la seta, le spezie, il cotone. Fra i transiti più illustri, si annovera quello di Carlo IV nel 1340. Fino a qualche anno fa, al momento del disgelo, vi transitava il bestiame diretto nella Krimmler Achental, la vallata salisburghese dove gli allevatori altoatesini possiedono tuttora ricchi pascoli. Nel 1963 valicarono il passo, secondo fonti ufficiali, 315 bovini, 1200 pecore, 379 capre e 8 cavalli. Oggi gran parte della transumanza avviene con automezzi e per altra via, ma non si è voluto del tutto perdere questa antica usanza, per cui, alla fine dell’estate, la simbolica discesa dell’alpe dal Passo dei Tauri è salutata come una gioiosa ricorrenza. Ma questo valico, tuttora raggiungibile solo a piedi, è ricordato anche per essere stato nel 1947 la principale via del ritorno degli ebrei, dispersi o reduci dai campi di sterminio, verso il nuovo stato di Israele. Si calcola che, solo nell’estate di quell’anno, furono circa 8000 le persone che uscirono dall’Austria per questa via. «Tutto si svolgeva di notte – ricorda Victor Knopf, autore di un libro sulla vicenda – all’insaputa, o con la tacita condiscendenza, delle guardie di confine dei due Paesi. Divisi in gruppi di 100-200 persone e accompagnati dalle guide dell’organizzazione ebraica Bricha, si marciava al chiarore della luna, senza lampade per scorgere la via. Giunti, dopo molte traversie, a Casere, sul versante italiano, si restava per alcune ore alloggiati nelle case contadine fino a quando non arrivavano i camion per il trasbordo a Venezia».

Una facile e breve passeggiata di meno di un’ora porta da Casere, ultimo villaggio della Valle Aurina, alla chiesa di Santo Spirito seguendo alternativamente le due sponde del torrente Aurino. Si parte dal vasto piazzale a parcheggio di Casere dove si trova anche il Centro Visite del Parco naturale degli Alti Tauri.

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