Quant’è Soave il paesaggio

Itinerario in bicicletta nel pedemonte a est di Verona, nel comune di Soave.

Chi l’avrebbe detto che dietro l’autostrada A4, poco a est di Verona, ci fosse il Paradiso! Dietro i capannoni e le insegne commerciali, dietro il ‘new jersey’ di cemento che separa le corsie e impedisce di vedere il paesaggio c’è… il Soave. Un persuasivo nome per una piccola campagna che sta fra la pianura veronese e i Monti Lessini. Fa capo alla cittadina omonima, fiera e torreggiante, memore della sua medievale statura. Ciliegie, uva da cui ricavare buon vino, prelibati prodotti dell’orto come una ricercata varietà di piselli – i ‘bisi’ di Colognola -, altra frutta e verdure di campo, fiori e piante secolari, boschetti e pergole di edere e gelsomini. La felicità non è distante se vuoi raggiungerla in bicicletta, su stradine disegnate con grazia, pronte a concederti lo svago di una buona tavola o l’attenzione di un monumento. La Strada del Vino Soave è un’associazione che ha intenzione di mettere in valore questo patrimonio. La zona, così vicina a strade e ferrovie – il tanto decantato ‘Corridoio 5’ – potrebbe correre seri rischi e venir compromessa. Le prime mosse difensive sono una rete agrituristica con produttori di qualità e decine di circuiti cicloturistici. Ne ho tolto uno – figuratevi che reca il numero 64, di tanti che ce ne sono – fatto apposta per una scampagnata domenicale. Ci sarà qualche salitina… niente paura, si può scendere di sella e camminare, bici alla mano, per qualche centinaio di metri.

Soave.map

Come si arriva. Soave si raggiunge in treno dalle stazioni della linea Milano-Venezia scendendo a S.Bonifacio (servizio Treno+Bici su tutti i treni regionali). Da qui, Soave si trova a 2 km di distanza. In auto si utilizza l’autostrada A4 con l’uscita Soave. Distanza: itinerario in bicicletta di 30.5 km Dislivello: 300 metri circa. Condizioni del percorso: strade asfaltate con due tratti in salita (pendenza 5-6 %). La diramazione al castello di Illasi è su sterrato (800 metri). Segnavia: percorso non segnalato. Disponibile la Carta dei percorsi cicloturistici della Provincia di Verona, scala 1:50.000, editore Tappeiner, www.tappeiner.it – Traccia GPS ottenibile su richiesta a info@guidedautore.it– Periodo consigliato: settembre-ottobre. Info: Associazione Strada del Vino Soave,  via Mattielli 11, Soave, tel. 045.7681407, www.stradadelvinosoave.com; Ufficio IAT – Est Veronese, Foro Boario 1 – Soave ,tel. 045.6190773.

I ristoranti. A Colognola ai Colli: Agriturismo Al Bosco, località Bosco, tel. 045.7651635, con le specialità ai ‘bisi’ (piselli), menu fra 20 e 25 Euro (prenotare). A Illasi: Ristorante Villa Ballaraini, loc. Cellore d’Illasi, via Fabio Filzi 10, tel. 045.6520636, www.villaballarini.it, pasta casalinga e risotti di stagione, menu da 25 Euro. A Soave: Antica Locanda El Grio, loc. Costeggiola, piazza Salvo d’Acquisto 3, tel. 045.7675255, www.locandaelgrio.com, menu degustazione da 30 Euro con ravioli alle castagne, offre anche sistemazioni in B&B a 55 Euro per camera doppia. Gli alberghi. A Caldiero: Hotel Bareta***,  via Strà snc, tel. 045.6150722,  www.hotelbareta.it  – 33 camere in un esercizio ‘storico’ (aperto nel 1861), 70 Euro la camera doppia. A Cazzano di Tramigna: Agriturismo Corte Verzè, Via Cambran 5, tel. 045.7820855, con ristorante, centro benessere e vendita prodotti tipici, 100 Euro la camera doppia, 120 la suite. A Soave: Agriturismo Corte Tamellini, loc. Tamellini 13, tel. 347.2232051 – 340.9886489 – 349.2452461, www.cortetamellini.com, da 70 a 80 Euro per una camera doppia, disponibilità di appartamenti fino a 6 posti letto.

IMGP0768Itinerario pubblicato su BELL’ITALIA di ottobre 2010. Aggiornato a dicembre 2015. © 2016 Albano Marcarini.

Si parte da Soave. Date un’occhiata al centro storico. Ha molto dell’assetto conferitogli dagli Scaligeri veronesi, quando, nel 1375, decisero di farne un avamposto del loro scacchiere difensivo. La cortina di mura sale sul colle e cinge la rocca, l’icona più conosciuta della cittadina, la quale, peraltro, offre anche un Palazzo pubblico trasformatosi oggi da sede di giustizia a luogo di grasse libagioni. Scrive, alla fine dell’Ottocento, Gustavo Chiesi: «Il territorio di Soave, ubertosissimo, è soprattutto messo a vigne, che dànno un vino così prelibato per sapore ed aroma da essere conosciuto col nome di ‘vin santo di Soave’. La produzione limitata non può dar luogo ad un considerevole commercio di questo peraltro ricercatissimo prodotto. Anche i cereali, i gelsi, le ortaglie, i legumi, gli alberi da frutta sono coltivati in Soave con molto successo».

IMGP0762Seguite le indicazioni per Colognola ai Colli lasciando però alla frazione S. Vittore la strada principale, tratto della romana Via Postumia, e optate per una di due alternative: in modi diversi, fra le vigne o fra i frutteti, entrambe raggiungono la sommità dove si distende Colognola, divisa fra semplici case e sontuose ville, immerse in ombrosi giardini. Si riprende fiato sulla terrazza panoramica della chiesa per poi ripartire deliziati da una bella discesa.

Tornati in piano si arriva all’estremità occidentale del giro, presso la rotonda di Monticelli: ora si volge a destra, poi subito a sinistra, lungo una via dall’invitante nome di ‘Osteria’. Portava, un tempo, a un locale popolare dove si mangiava la ‘pearà’, una minestra a base di pane, midollo e formaggio, ben pepata. Belle campagne di verde smaltato, intenso, che fanno da platea ai colli e alle lontane vette dei Lessini. Fra una collina e l’altra scendono i ‘progni’: termine veronese per dire di una valle, in alto chiusa e cupa, in basso aperta e ghiaiosa con il torrente che spesso s’infila sottoterra. Lo passiamo a guado questo torrente – si chiama Illasi – e precede di qualche chilometro l’omonimo paese, nato nobile per via dell’unione delle pertinenze di ville settecentesche. Una la si vede subito – Villa Carlotti – riconoscibile per le linee palladiane, un’altra – la più fastosa – è la Villa Pompei-Sagramoso con un monumentale portale e l’edificio con il portico a grosse bugne. Il tutto disteso in un enorme parco.

Villa
Villa Carlotti

Ora ci attende una seconda salita, fra rose e vigneti. Giunti sul colmo, una deviazione a sinistra , su uno stradello sterrato, fra i tralci delle vigne, porta ai ruderi del castello d’Illasi, visibile da ogni parte della pianura. Di questo arcigno maniero le cronache iniziano a parlare nel XI secolo e per molto tempo, in seguito, fu conteso fra i signorotti locali. Mastino della Scala vi mise poi mano per primo e, nel XV secolo, Venezia ne fece dono a Girolamo Pompei, per meriti guadagnati sul campo di battaglia. A lui si deve la sistemazione agraria della zona di Illasi e la formazione del grande parco che degrada verso il paese. Il castello, perduta la sua funzione strategica, divenne così parte di un contesto paesaggistico nel quale figurava come memoria del bellicoso passato. Si compone di tre elementi: la cinta esterna, di forma vagamente ellittica; il possente mastio; il cassero, di epoca scaligera, dove trovavano ricovero i soldati. Tornati al colmo, una ripida discesa mette nel ‘progno’ di Tramigna e alle case di Costeggiola.

Colli di Soave490
Castello di Illasi

A metà discesa però tirate i freni e deviate a destra per la chiesuola di S.Colombano, un’oasi di pace sotto due cipressi, le vigne e, in estate, migliaia di papaveri. La chiesuola risale al XII secolo. Ma questa è anche la valle dei ciliegi… la ‘mora’ di Cazzano è una qualità pregiata che si coglie in giugno proprio in queste campagne. All’inizio della primavera gli alberi del ciliegio si riconoscono per la loro lieta fioritura bianca. Poche pedalate ancora e si rientra a Soave seguendo a un certo punto la strada sotto i colli (Via Carcera) che vi evita la più trafficata strada provinciale.

 

 


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Albano Marcarini (a cura), VENETO E FRIULI – VENEZIA GIULIA, Outdoor, De Agostini/Alleanza, 228 pagine, con foto, mappe e acquarelli, formato 13 x 20 cm

L’Italia dei records vanta anche il primato del numero di autoveicoli per km di strada: 103, contro i 65 della Germania e i 29 della Francia. Ce n’è fin troppo, quasi da soffocamento. Perché, ogni tanto, non lasciar perdere il volante e passare al manubrio… della bicicletta o a un buon paio di scarponi per una bella passeggiata all’aria aperta. Il nostro Paese, appena al di là del guard-rail dell’autostrada regala ancora bei paesaggi e luoghi tranquilli. Sono angoli sconosciuti ai più, sono posti che per arrivarci bisogna faticare un po’, scrutare la cartina, magari chiedere in giro, oppure leggere con attenzione questa guida. Ne abbiamo scelti appena più di una dozzina in due regioni – il Veneto e il Friuli – Venezia Giulia – che ne meriterebbero almeno cinquanta.

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