La ‘Dentada’ di Opicina

Il tram… con la badante. Così si potrebbe definire un tram che parte in piano e quando arriva la salita ha bisogno di una ‘spintarella’ per vincere lo sforzo. Sto parlando della pittoresca tramvia che da Trieste sale a Opicina, fantastico retaggio dei mezzi di comunicazione d’antan. Imperdibile se intendete visitare la città giuliana.

Motrice Opicina489

Il tram di Opicina (linea 2) parte da piazza Oberdan a Trieste (5 minuti a piedi dalla stazione Fs). Il biglietto (3,50 Euro per una giornata) si acquista al chiosco della stazione. Per gli orari: www.triestetrasporti.it – Alla fermata di Poggioreale-Obelisco si dipartono numerosi sentieri lungo l’orlo dell’altopiano; il più battuto si dirige a Prosecco lungo la Strada Napoleonica (1 ora e 20 minuti). Da Opicina un lungo giro in mountain bike (TC mtb, Traversata del Carso) raggiunge Trebiciano, Padriciano e Draga S. Elia; si torna a Trieste seguendo la pista ciclabile della ex-ferrovia della Val Rosandra. Per queste e altre escursioni, utile la Carta del Carso triestino a scala 1:25.000, Ed. Transalpina. Occorre una certa pratica dei luoghi per conoscere le ‘osmizze’ per via del loro carattere rustico e informale. A Opicina se ne trovano due o tre ed è bene chiedere in luogo l’indirizzo e soprattutto se sono aperte. La pasticceria Saint Honorè di Opicina è in via di Prosecco 2, tel. 040.213055, www.sainthonoretrieste.it Il posto a Borgo S. Nazario dove si mangia pane e prosciutto si chiama Bar da Giovanni e Maria, al civico 196/a, tel. 040.225479. Itinerario pubblicato su Bell’Italia, luglio 2009. Aggiornato gennaio 2016. © 2016 Albano Marcarini.

Opicina.map– Quanto tempo ho?

– Tre minuti… poi parte! – dice il barista al chiosco di piazza Oberdan asciugando con forza un bicchiere.

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Il tram di Opicina

Fuori dalla porta c’è un tram color blu e panna. Qualcuno è già dentro, seduto. Il tempo veloce di sorbire un caffè e salgo anch’io. È domenica mattina. La vettura si riempie in fretta. Tanti triestini, bimbi, mamme, ragazze con la tuta, un paio di cagnolini, una coppia di turisti ‘fai da te’. Tutti pronti a far due passi all’Obelisco, giù per la Strada Napoleonica, magari fino a Prosecco a vedere i free-climbing sulla parete del Monte Grisa o a mangiare pane e prosciutto al ristoro di Borgo S. Nazario. Per questi e per tanti altri buoni motivi si prende la tramvia di Opicina. La vettura sobbalza come se avesse preso una scossa e parte allegra per le vie di Trieste. Dopo due curve però si ferma, cambia di binario e retrocede di qualche metro. Gli ignari pensano a un imprevisto. No, si sente un altro colpo, secco, di respingente. Uno strano aggeggio si è attaccato dietro e ora comincia a lavorare di spinta. La vettura sembra sollevarsi e riparte con impeto.

– Si chiama carro-spinta – avverte il manovratore – perché ci spinge nel tratto più duro della salita, dove c’è la funicolare.

D’improvviso le case prendono una strana inclinazione. I passeggeri seduti puntano i piedi. Si sale, si sale forte. Sopra i tetti arrivano i raggi di sole. La giornata è splendida, pulita. Il panorama si apre come una scatola. Ora si capisce tutto di Trieste: il mare e la città sotto, il Carso sopra e dietro; il grande porto, le vele al largo, la baia di Muggia, le punte dell’Istria da una parte e la bassa linea delle lagune di Grado dall’altra. A metà via la nostra vettura incrocia quella che scende, poi alla stazione di Scorcola un’altra sosta: il carro-spinta ha finito il suo compito e si stacca. Come una chioccia premurosa ha accompagnato il pulcino per la sua via.

116.Veduta sul Faro
Veduta sul faro e sul Golfo di Trieste

Lo chiamano tramway, tramvia, elettrovia o anche trenovia, o più popolarmente ‘dentada’ per via che nel tratto più acclive la trazione fu in origine a cremagliera. Forse perché cammina in modo così strano non gli si può dare un nome solo. È il caso di saperne di più. Apro la mia guida, datata 1904, due anni dopo l’inaugurazione. «La linea, di 6,2 km, è a scartamento ridotto, con pendenza 6-9% a semplice adesione e fino a 25% per un tratto di 869 metri, in cui la vettura automotrice è spinta o frenata da un locomotore elettrico supplementare. Vi sono queste fermate: piazza Scorcola, Romagna Scorcola, Cologna, Conconello, Banne, Poggio Reale (già Obelisco, quota m. 344, massima della linea, 30 min. da piazza Oberdan). Tariffa unica: lire 1, con lieve aumento nelle feste. Parte ogni mezz’ora e anche più spesso, secondo stagioni e giornate.

Obelisco.Trieste
L’Obelisco

Le domeniche e le feste col I e II treno, si accettano biciclette». Mi fa specie, e mi conforta che dopo un secolo quasi nulla sia cambiato: ora le bici si accettano sempre, fuori, appese a un gancio davanti al manovratore; la tariffa è salita a 3,50 Euro, ma vale tutto il giorno; le frequenze sono passate da mezz’ora a venti minuti. Le vetture sono più moderne – si fa per dire – visto che sono entrate in esercizio nel 1935; sono più capienti, ma soprattutto con il loro peso tolgono il rischio che con la bora capottino, come si temeva per gli originari vagoncini in legno. Durante il viaggio c’è tutto il tempo di lanciare lo sguardo oltre i muri di cinta, ammirare i bei giardini della collina, le tenaci terrazze delle vigne, le edere rosse che girano attorno agli infissi delle ville liberty, le rimarcate bugne e i ferri ritorti dei palazzi di città che danno l’idea di essere conficcati nella roccia.

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Il banco di manovra della motrice

Con un grande slancio fra le acacie, sotto il costone del Carso, il tram arriva a Poggioreale. Il luogo è da border-line: finisce la città, inizia lo strano altipiano giuliano, crivellato dalle doline, abitato dalla minoranza slovena. L’obelisco, in pietra bianca, fu eretto nel 1830 per celebrare l’apertura della strada per Lubiana e Vienna. A Trieste c’è sempre stato l’assillo delle strade a causa della situazione geografica: una città stretta contro il mare con una montagna a ridosso. Si avverte ancora una certa impronta imperial-regia: basta guardare il decaduto Albergo dell’Obelisco, meta prediletta dei turisti d’antan. Giungevano fin qui ed erano già appagati della bellezza dell’Adriatico, ammirato da quest’altezza.

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Le praline a forma di tram

A Poggioreale il tram si svuota. La gente svanisce nelle pinete, c’è chi corre, chi cammina, chi resta fermo, sedotto dal panorama. Tornerò qui dopo con l’idea anch’io di fare una bella passeggiata. Prima m’interessa Opicina, o meglio Opˆcine come dicono coloro che la abitano in maggioranza. È ancora un grosso villaggio, a metà fra l’ordine svizzero dei suoi villini e l’animazione del mercato orientale. C’è il confine a pochi passi e anche se non ha più l’impenetrabilità del recente passato è ancora un limite tangibile. Ora, con la Slovenia in Europa, si passa facilmente per lanciarsi in bicicletta sugli esaltanti sentieri del Carso o per cercare qualche accogliente ‘osmizza’, le rustiche osterie dell’altopiano. Oggi a Opicina c’è festa, gente che balla per la strada, ‘vin-brulè’ offerto ai passanti. Paolo Rumiz mi segnala via ‘sms’ la pasticceria St-Honorè. Non mi faccio pregare. Si assaggiano certe deliziose pralines di cioccolato fondente a forma di tram di Opicina!

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Il tram di Opicina

La passeggiata a piedi con partenza dalla fermata Obelisco (vedi la mappa qui sotto) riguarda la storica Strada Vicentina, panoramicissimo belvedere sul Golfo di Trieste, fino alle porte di Borgo S.Nazario e il ritorno dapprima lungo il sentiero di cresta, passando per la Vedetta d’Italia, belvedere deplorevolmente in abbandono, e quindi per l’imponente santuario di Monte Grisa. In totale circa 2 ore e 30 minuti di cammino, senza difficoltà.Opicina.map.2TI POTREBBE ANCHE PIACERE

CoverLa ferrovia Cuneo-Nizza-Ventimiglia è una delle più belle e suggestive ferrovie alpine. Da incorniciare. Taglia le montagne innevate delle Alpi Marittime a un dipresso dal Mar Ligure, dentro una valle – la Valle Roja – che, a tratti, assomiglia a un vero canyon, tanto che i villaggi, per resistere, si sono aggrappati alla roccia, come Saorge, il più bello di tutti. Questa guida ti accompagna per il viaggio in treno e poi, a piedi, sui sentieri della valle, da stazione a stazione.

Albano Marcarini, La ferrovia delle meraviglie, brossura, pag 176, con foto, mappe, acquarelli e tracce gps scaricabili – Alzani editore, Pinerolo 2015 –

15,00 € – Acquista su www.guidedautore.it

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