Due passi sulla Cassia Antica

Itinerario a piedi lungo la Via Cassia antica in provincia di Viterbo (Lazio).

Alla scoperta di un suggestivo tratto dell’antica strada romana, fra Capranica e Vetralla, con la pervicacia dell’esploratore e un pizzico di avventura. Questo itinerario non è per tutti. Non esiste segnavia, occorrerà scavalcare siepi, traversare campi, talvolta chiedere permesso ai contadini. È adatto agli appassionati di archeologia stradale, a coloro che rintracciano le antiche strade romane riesumando le residue spoglie sotto le zolle dei campi arati. La Via Cassia si dirigeva da Roma verso l’Etruria e, sebbene importante fra le vie consolari, ancora non si conosce il nome del suo costruttore. Le fonti rammentano solo un certo Cassio, che si occupò della selciatura della via. Gli studi più recenti vorrebbero identificare questo personaggio in C. Cassius Longinus, censore nel 154 a.C. In alcuni tratti, come attorno al lago di Vico, la Cassia si sdoppiava; in altri si sovrapponeva a una seconda strada con diverso nome, forse più antica, come la Via Clodia fra Roma e la Storta. Il luogo della nostra esplorazione va da Capranica a Vetralla.Cassia.map

Punto di partenza.  Stazione Fs di Capranica-Sutri raggiungibile con la linea Roma-Viterbo. Per gli orari consultare il sito www.metrebus.it – Punto di arrivo. Stazione Fs di Vetralla, da cui a Roma con la stessa linea Viterbo – Roma. Tempo di percorrenza: 3 ore. Dislivello: 135 metri. Percorso: tracce di sentiero, strade sterrate. Segnavia: inesistente, seguire con attenzione la cartina. Attenzione! a seguito dei lavori di raddoppio della ferrovia Roma-Viterbo si possono verificare modifiche nella viabilità locale nei pressi della stazione di Capranica. Dove mangiare. Nessun punto di ristoro sul percorso. A La Botte di Vetralla, Trattoria Da Patente, via Cassia 77, tel.0761.481562, chiuso martedì. Dove dormire. Agriturismo Torre Spadino, Strada Capo Ripa, Capranica Scalo, tel. 0761.660456 (si trova a circa 2 km dalla stazione Fs di Capranica). Per saperne di più: A. Esch, La Via Cassia, Ed. Roma nel Rinascimento, Roma 1996

Itinerario pubblicato su Qui Touring, febbraio 2001. Attenzione! Itinerario non aggiornato. Sono possibili occlusioni abusive del percorso. L’ultimo sopralluogo risale al 2010. © 2016 Albano Marcarini.

1. Si inizia dalla stazione Fs di Capranica. Si segue subito la strada per S. Elia (centro ippico), quindi, a destra, quella detta ‘Doganale Oriolese’.

Cassia Antica.punto 5 (1)
I basoli della Via Cassia

2. Dopo circa 1 km, sottopassata la ferrovia, si scende in un vallone tufaceo dove, verso sinistra, al di là di una sbarra, si scorge una traccia erbosa che risale il pendio. Percorrendola ci si attesta sul tracciato dell’antica strada, perfettamente rettilineo. Un monumentale castagno può fare da riferimento. Dall’erba affiorano alcuni grossi basoli.

3. Dopo il Casale S.Leonardo, si esce da un cancello in legno, si traversa la Strada Formellozzo e si continua in rettifilo fra noccioleti. Più avanti, la traccia si riavvicina al vallone e lo attraversa. Intuendo la direzione della strada antica, sempre rettilinea, si intecetta sul versante opposto una profonda trincea che evidentemente accoglieva il sedime della Cassia. Qua e là emergono dal suolo larghi tratti di pavimentazione.

4. Si riprende verso destra la via Dogana Oriolese, avvicinando alcune case; lasciando a destra via Trinità, si continua in rettifilo fra alti pini marittimi.

5. All’altezza del bivio fra la statale 2 – la Cassia moderna – e la statale 493, si segue quest’ultima per circa 500 metri, fin poco dopo il cippo del km 50. Qui si lascia la strada e ci si inoltra nel noccioleto traguardando una fila di paline in cemento.

Torri di Orlando (3)
Le Querce di Orlando

In breve si giunge alle Querce di Orlando che debbono il nome al leggendario nipote di Carlo Magno. La vicenda narra che i suoi genitori, Milone e Berta, si fossero rifugiati a Sutri per sfuggire alle ire dell’imperatore. In una vicina caverna vide la luce il piccolo Orlando, destinato a essere il Paladino di Francia. Il luogo è di suggestiva bellezza con gli alti monconi di due torri funerarie romane e le rovine di una chiesa medievale. Fra questi ruderi transitava la nostra via. Procedendo oltre, si lascia a destra una casa colonica e si imbocca uno stradello sterrato che nasconde il basolato della Cassia. Alcune pietre sono state reimpiegate per farne muretti o sono semplicemente accatastate nei pressi. La descrizione del percorso diventa ora complessa e occorre consultare bene la cartina. Facendo salvi alcuni ostacoli da aggirare, bisogna rispettare il più possibile l’assialità della strada, qui sepolta dai campi.

6. Più avanti, nel mezzo di un campo, si notano tre alti cippi in pietra. Fissano il confine fra i territori di Capranica e Vetralla e, indirettamente, il tracciato della Cassia. Spesso infatti le antiche strade servivano da riferimento per la determinazione dei confini.

Capannacce.Dio Mitra
Bassorilievo del Dio Mitra al Casale delle Capannacce

7.Tornando verso la strada statale, si raggiunge il Casale delle Capannacce, con accanto la chiesuola di S.Maria di Loreto. Si tratta dell’antica ‘mansio’ di Vicus Matrini, la stazione di sosta citata negli itinerari stradali dell’epoca. Seguendo la strada campestre che parte a fianco dell’accesso al casale si arriva a un quadrivio. Qui si prende a sinistra entrando, poco più avanti nel fitto bosco che giunge fino all’orlo del cratere del lago di Vico. La selva evoca una singolare consuetudine. L’8 maggio di ogni anno il sindaco di Vetralla si unisce in matrimonio con due alberi. Si tratta di un’usanza antichissima che vorrebbe legittimare i diritti e il rispetto della comunità verso il proprio patrimonio naturale.

7. Mantenendo la direzione di sinistra si seguita per lungo tratto uscendo dalla macchia solo alle prime case di Botte, frazione di Vetralla. Lasciando verso destra la Strada Scorticata ci si avvia verso la stazione Fs. Prima di arrivarvi però si può ancora osservare, sulla destra, fra i campi, un monumento funerario romano.

LE DUE CASSIE

La Via Cassia fu probabilmente realizzata intorno alla metà del II sec.a.C. Fungeva da collegamento con la parte settentrionale dell’Etruria, con Arezzo, il Valdarno e la Lucchesia. Uscita da Roma, dopo un brevissimo tratto in comune con la Flaminia, lasciava a sinistra la Via Clodia presso La Storta, a destra l’Amerina presso Baccano e la Cimina presso Monterosi. Raggiunta Bolsena discendeva in Valdichiana per lambire Arezzo e quindi il Valdarno. Nel Medioevo l’abbandono della viabilità romana e l’impaludamento della Valdichiana favorirono l’utilizzo di una variante che da Bolsena puntava in Val d’Orcia e nel Senese per poi puntare su Firenze attraverso il Chianti. La denominazione di Via Cassia fu così trasferita a questa nuova arteria il cui traffico fu enormemente incrementato dai flussi di pellegrinaggio provenienti dalla Via Francigena. Sul tracciato della Cassia antica si può consultare lo studio di A.Mosca, Via Cassia, Olschki, Firenze 2002.

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