Pasubio: la Val di Piazza

Itinerario lineare con partenza a Raossi (m 723) nella Vallarsa e arrivo alla Galleria d’Havet (m 1781) sulla Strada degli Eroi, comunicante con il Pian delle Fugazze.

Interamente tracciato sul versante tenuto dalle truppe italiane, durante la Prima Guerra mondiale, permette l’osservazione di trincee e di innumerevoli postazioni avanzate sulla montagna del Pasubio, ma soprattutto di rendersi conto dell’incredibile organizzazione logistica delle retrovie, allestite su versanti scoscesi e impervi, ove le uniche vie d’accesso erano costituite da arditissime mulattiere o da linee teleferiche. Il lungo tratto di salita della Val di Piazza copre appunto la principale, se non unica, mulattiera italiana d’accesso alle posizioni dei Sogi e dei Roccioni della Lora, premessa alla conquista dell’Alpe Cosmagnon, avvenuta nell’ottobre 1916.

Raossi
Raossi bombardata

L’itinerario prevede la salita della solitaria Val di Piazza e l’attraversamento della cornice sommitale del Pasubio, fra la Lora e il Soglio dell’Incudine. Il considerevole dislivello, la durezza del percorso e qualche possibile problema di interpretazione del tracciato rendono l’escursione consigliata solo a escursionisti esperti, dotati di altimetro e bussola. Tempo di percorrenza: 6 ore. Dislivello: 1467 in salita, 410 metri in discesa. Condizioni del percorso: sentiero di montagna da Raossi all’ex-rifugio militare (segnavia SAT 135); mulattiera dall’ex-rifugio militare alla Galleria d’Havet (segnavia SAT 398).  Periodo consigliato: da giugno a ottobre. Come arrivare al punto di partenza. Lo sviluppo dell’itinerario prevede di utilizzare due mezzi di trasporto: il primo da parcheggiare a Raossi, punto di partenza; il secondo da parcheggiare alla galleria d’Havet, punto di arrivo. Il collegamento Raossi-Galleria d’Havet-Raossi può essere effettuato anche in taxi (Autonoleggio Raoss, via Roma 34, Raossi, tel. 0464/869206). Raossi si raggiunge da Rovereto (18.3 km) percorrendo la strada statale 46 del Pasubio (indicazioni Vallarsa). La Galleria d’Havet si raggiunge dal Pian delle Fugazze, valico ubicato 8.5 km dopo Raossi sempre lungo la statale 46, imboccando e percorrendo per 7.8 km la ex-strada militare di Val di Fieno e ‘degli Eroi’. Altre informazioni pratiche. Nessuna possibilità di ristoro lungo l’itinerario. Alcuni tratti del percorso, nell’alta Val di Piazza possono essere infrascati. Dotarsi di provviste in Vallarsa o al Pian delle Fugazze e di una buona scorta d’acqua. Si ringrazia il sig. Tiziano Bertè. Itinerario aggiornato a dicembre 2015.

Pasubio.mapIl percorso prende avvio all’uscita di Raossi (direzione Pian delle Fugazze). Dalla cappella di San Rocco si segue la strada delle antiche calchere (segnavia bianco/rosso). Nel primo tratto si salgono i prati del villaggio su fondo asfaltato. Dopo un’area attrezzata, ubicata nei pressi di un restaurato forno per la calce, si prosegue su una carrareccia e poi, dopo altri resti di calchere, sulla mulattiera ex-militare, realizzata dagli italiani all’inizio dell’estate del 1916. Si è ormai all’interno della cupa Val di Piazza; la mulattiera ne risale il versante idrografico destro, dentro un fitto bosco di conifere. La vegetazione ha ormai quasi del tutto ricoperto i numerosi terrazzini disposti lungo il cammino: ospitavano baraccamenti e ricoveri delle truppe in posizioni di retrovia. Il percorso, dopo aver lasciato sulla destra un itinerario naturalistico, prende a salire con maggior impeto e con una prima serrata serie di serpentine. Si noti come le curve siano sempre più larghe rispetto ai tratti rettilinei; ciò per consentire un più facile transito dei traini d’artiglieria. La mulattiera è ben presto invasa dalla vegetazione e si riduce alle dimensioni del sentiero.

M.Brivio.obice aut
Obice austriaco in postazione di tiro

Una seconda serie di tornanti accede quasi al ciglio della cresta dei Sommele, dividente la Val di Piazza dalla Val di Foxi, ma non lo supera. Il percorso resta sempre dentro il profondo vallone, rimonta un esposta pendice e giunge a una selletta, intagliata entro un contrafforte che precipita nel fondovalle. Nei pressi si trovavano altre installazioni italiane. Su una roccia si legge la scritta ‘Passaggio Linotta – 4° Batt. – 68° Fanteria’. Il sentiero si fa in qualche punto sconnesso. Il forte dislivello consente di apprezzare pressocchè tutti gli orizzonti forestali della Vallarsa: orniello, roverella e larici in quello più basso; faggio e acero in quello intermedio; conifere e pini mughi alle quote più alte. Inizia un’altra, lunga e dura serie di tornanti che vince l’erta del Menderle (m 1546), avamposto roccioso del Pasubio. A un tratto si incontrano in successione cinque camere da mina, utilizzabili per distruggere la via in caso di ritirata: sono cinque fori collegati alle sottostanti nicchie dove era collocato l’esplosivo.

Dopo alcuni tratti dove occorre attenzione per intuire nell’erba la direzione del sentiero ci si attesta al ciglione della Lora, a un’incredibile altezza dal fondovalle. Qui erano piazzati gli avamposti italiani, spesso esposti al tiro dei fucilieri austriaci ben appostati sul margine dell’Alpe di Cosmagnon. Tale situazione si protrasse fino alla conquista dei Roccioni della Lora e dei Sogi, avvenuta nell’ottobre 1916. Il cammino si fa meno faticoso e costeggiando la cornice rocciosa punta verso il profondo intaglio del Passo di Lomo (m 1706), che fa accedere all’altrettanto selvaggia Valle delle Prigioni.

Aggirando alla base lo sprone più meridionale dei Roccioni della Lora ci si imbatte nel singolare monolito che, con qualche forzatura, si è voluto forse identificare nell’ ‘omo’ che ha dato nome al passo. In realtà il toponimo ‘lòm’ starebbe a indicare frana, slavina di sassi. Il percorso insiste nel suo acrobatico sviluppo a precipizio sulla Valle delle Prigioni, ma non guadagna ulteriore quota. Infine perviene all’ampia Sella del Cosmagnon (m 1934). Invece di procedere verso l’ampia conca dell’alpe, il nostro itinerario volge a destra e  affronta le spoglie pendici di Cima Palon e del Cogolo Alto. Più in lontananza si scorgono i celebri Denti del Pasubio, accanitamente difesi, e, più in basso, le tre lievi alture denominate Panettoni, estremo limite avanzato della linea italiana dopo l’offensiva dell’autunno 1916.

Il sentiero s’inerpica sulla pendice: dopo aver raggiunto una spianata erbosa incontra il Sentiero della Pace (sentiero E5) che proviene dal rifugio Lancia. Impegnandolo verso sinistra si aggira la pendice del Cògolo Alto e si perviene in breve all’ex-rifugio militare. Su questa pendice, scoscesa verso la Val Canale, era installata una cittadella militare, formata da baracche e ricoveri su molteplici terrazzini, collegata a valle a strade e teleferiche. La nuda pendice di oggi non lascia neppur lontanamente immaginare il fervore e la frenetica attività di quell’effimera città sospesa nel vuoto.

Dal rifugio, lasciata a destra la mulattiera diretta al rifugio Papa, si scende con qualche tornante passando accanto all’imbocco di diverse gallerie, fra cui quella a doppio portale intitolata al generale italiano Zamboni (222 metri, non praticabile), forata fra l’aprile e il luglio 1918: consentiva un collegamento diretto fra il settore sommitale del Pasubio e l’altopiano del Cosmagnon e del Lora lungo un ardito passaggio a picco sulla parete del Soglio dell’Incudine. Altre gallerie sono accessibili e consentono, con prudenza, di affacciarsi alle feritoie che danno sulla forra della Valle delle Prigioni. Si procede ora lungo lo stretto crinale che divide questa dalla Val Canale. In discesa e con qualche lieve tratto in contropendenza si arriva infine all’altezza della Galleria d’Havet (m 1781), dove ci si innesta nella Strada degli Eroi (parcheggio), 7.8 km sopra il Pian delle Fugazze.

Foto storiche, gentilmente concesse dal Museo storico italiano della Guerra di Rovereto.

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Sentieri storici in Italia, Albano Marcarini (a cura di -), De Agostini/Alleanza Ass., 2004, 262 pagine con foto, mappe e acquarelli. formato 13 x 20 cm, 10,00 € *

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