Itinerario in bicicletta nella Sicilia sud-orientale, da Noto alla Riserva naturale dei Pantani di Vendicari.
La Riserva naturale di Vendicari, lungo la costa sud-orientale della Sicilia, è una spettacolare zona umida dove stagni, paludi, spiagge e vecchie saline offrono un’importante rifugio alla fauna selvatica.
Distanza: 26 km. Tempo di percorrenza: 2 ore e 45 minuti (esclusa la visita alla riserva). Dislivello: 252 metri. Partenza e arrivo: Stazione FS di Noto (m 64), lungo la linea Siracusa-Ragusa. Servizio Treno+Bici. Percorso: strade asfaltate e sterrate. Facile, ma attenzione al tratto lungo la strada statale 115. Mezzo consigliato: mountain-bike. Periodo consigliato: tutto l’anno, in estate evitare le ore più calde. Dove mangiare: nessun punto di ristoro lungo il percorso, dotarsi di provviste e di una buona scorta d’acqua. Dove dormire: Agriturismo Il Roveto, presso la Riserva di Vendicari, tel. 0931.66024-339.4123148, www.agrituristsr.it/aziende/ilroveto.asp – Indirizzi utili: Riserva di Vendicari (Ispettorato Foreste di Noto), tel. 0931.571457, www.oasivendicari.net; Apt Noto, tel. 0931.573779; Villa Romana del Tellaro, tel. 338.9733084, www.villaromanadeltellaro.com – Per saperne di più: Ente Fauna Siciliana, Vendicari, Ed. Arbor, Palermo 1991; Tci, Lagune d’Italia, Guide d’Italia, Milano 1999.
Itinerario pubblicato su QUI TOURING, gennaio 2004. Aggiornato il 15.12.2009.
Per raggiungerla in modo ecologico si può usare la bicicletta partendo dalla stazione FS di Noto (1), la celebre cittadina del Barocco siracusano. Dalla stazione si sale verso la città. Al primo semaforo si piega a destra seguendo le indicazioni per Pachino e, dopo il ponte sul fiume Asinaro, quelle (a sinistra) per Calabernardo. Appena imboccata quest’ultima direzione, si piega però a destra per una via secondaria che sale l’ultima cinta collinare prima della costa e si dirige verso il sito dell’antica Eloro. Si attraversa la fertile campagna di Noto, purtroppo intaccata dalla costruzione dell’autostrada per Gela. A un tratto si giunge in prossimità della Colonna Pizzuta (2) (vi arriva, verso sinistra, uno stradello sterrato, in pochi minuti). Si tratta di un alto monumento funerario di età ellenistica, impostato su una platea rettangolare.

Più avanti si confluisce sulla stradina che, verso destra, conduce all’ingresso della riserva di Vendicari (4). Un filare di eucalipti accompagna il visitatore che, parcheggiata la bicicletta, può usufruire dei vari percorsi naturalistici segnalati. Uno dei più suggestivi conduce, sul bordo della duna litoranea, fino alla tonnara settecentesca e alla torre Sveva, un tempo e fino al 1693 (anno del terribile terremoto che colpì Noto e dintorni) adibita al controllo dei traffici granari in partenza dal porto di Vendicari. Un secondo sentiero, di più ampia gittata, tocca gli osservatori faunistici del Pantano Roveto e manda alla cittadella dei Maccari con i ruderi di un insediamento di età bizantina con una chiesuola a pianta quadrata e tre absidi. Un terzo, verso nord, arriva fino alla solitaria Calamosche, fra basse scogliere. Ma su tutto s’impone la presenza degli animali, soprattutto dei volatili migratori in transito da e per l’Africa. Nelle pozze d’acqua dolce vive la tartaruga palustre, mentre sulla bianchissima rena costiera si segnala ancora, seppur rara, la nidificazione della testuggine marina. Spettacolare e frequente il volo del falco di palude nell’atto di perlustrare le acque alla ricerca di prede.

Il percorso di ritorno alla stazione di Noto può avvenire per un tracciato in parte diverso. Di nuovo raggiunta la provinciale per Pachino, la si attraversa per proseguire lungo la strada di S. Paolo. Dopo appena un chilometro si lascia l’asfalto e si piega a destra per una strada campestre bordata da una lunga teoria di muretti a secco. Carrubi, ulivi e mandorle fanno a gara nell’abbellire il paesaggio. Svelte upupe si lanciano da un albero all’altro irridendo i nostri lenti movimenti. In fondo a questa strada si perviene alla villa romana del Tellaro (5) (in restauro, 2003), formata da un complesso di ambienti posti attorno a un peristilio quadrato. In uno di questi è stato rinvenuto un mosaico con scene di caccia (IV sec. d. C.), dai soggetti affini a quelli più celebri di Piazza Armerina. Subito oltre la villa, la strada sbocca sulla provinciale Pachino-Noto, già percorsa all’andata, lungo la quale si può fare ritorno alla stazione ferroviaria.

La nostra meta naturalistica impone solo un rapido accenno al vicino sito archeologico di Eloro (3), città siracusana della fine dell’VIII sec.a.C., di cui restano il teatro, il tempio di Demetra e parti della cinta di mura. L’itinerario fa ora ritorno verso l’entroterra per raggiungere il ponte sul fiume Tellaro lungo la provinciale per Pachino. Questo tratto, di circa 3 km, richiede prudenza per via del traffico e della ristretta sede stradale. Dopo il ponte la strada accosta la dismessa ferrovia Noto-Pachino, aperta nel 1935 per lo smercio dei prodotti vitivinicoli della zona e chiusa nel 1985. Sarebbe auspicabile il suo riutilizzo come pista ciclabile. Dopo il cippo del km 6, utilizzando il ponticello che scavalca la linea, si può lasciare la strada trafficata e seguire la vecchia parallela carrabile che, ben presto, lambisce l’ex-stazione Roveto-Bimmisca.
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Un’esplorazione selettiva dell’isola attraverso 14 microaree di particolare valore ambientale e naturalistico dove esercitare il tempo libero all’aria aperta (escursionismo, mountain-bike, canoa, cavallo ecc.). Troverete in queste pagine le gole dell’Alcantara, le ‘cave’ dell’Anapo nel Siracusano, i vulcani delle Eolie, le ‘trazzere’ dei Monti Sicani, le saline del Trapanese ma anche i pistacchi di Bronte, le cassate di Catania, i cannoli di Ragusa.
Sicilia – Outdoor, Albano Marcarini (a cura di -), De Agostini/Alleanza Ass., 2004, 204 pagine con foto, mappe e acquarelli, formato 13 x 20 cm
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