Cornice non ha bisogno di presentazioni. Il nome stesso la identifica, stesa con le sue case sulla linea di un monte a far da ‘cornice’ al cielo. Sta nella Val di Vara, nell’entroterra della provincia di La Spezia, su quell’incerta linea di confine fra il tepore mediterraneo e le durezze appenniniche. Il borgo prende il meglio da ambedue: riposa al sole, ma si radica sulla salda roccia. Qualche casa è ancora abitata in inverno, c’è la strada e c’è pure un reputato ristorante, ma si può immaginare quale ben altra animazione ci fosse cinquanta o cent’anni fa, con la chiesa addobbata, le case ben tenute, gli alberi potati, i fienili pieni e i campicelli coltivati.
Punto di partenza: Mangia, frazione di Sesta Godano (SP), raggiungibile da La Spezia (km 29.2) con la statale 1 ‘Aurelia’ fino a Borghetto di Vara; quindi, con un breve tratto della statale 566 fino alla diramazione (a destra) per Mangia. Giunti a Cornice si torna per lo stesso percorso a Mangia. Tempo di percorrenza: 1 ora. Dislivello: 182 metri. Segnavia: non segnalato. Periodo consigliato: fino a maggio, in estate il sentiero può presentare tratti infrascati. Dove mangiare. A Cornice, La Taverna dei Golosi, via Giù de Fora 13 (il locale, consigliabile, si è spostato a Brugnato, via B.go S.Bernardo 16, tel. 0187.895007).
Itinerario pubblicato su BELL’ITALIA 214, febbraio 2004. Aggiornato il 13.12.2009.
A Cornice vale la pena arrivare a piedi per la vecchia mulattiera che sale da Mangia, un altro piccolo villaggio deposto sul fondo della valle omonima. Qui si lascia l’auto e si passa subito sotto una successione di archi porticati in pietra, sopra i quali non ci sono case, ma le aie che s’usavano un tempo per lavorare i prodotti dei campi. Qualche vecchio osserverà divertito il vostro atteggiamento indagatore. Passati accanto alla chiesuola, comincia il tratto selciato che guadagna con una viva pendenza le ‘fasce’ che reggono la montagna. Sono stretti e lunghi campicelli ricavati artificialmente con ripetuti scavi e riporti di terra. In pochi minuti si arriva di fronte alla cappella dei Casarotti: dalle inferriate si scorge un deperito altare barocco impolverato dagli intonaci caduti dalle pareti. Ora il cammino s’allieta con gli ulivi che celano l’ormai prossima meta. Giunti sulla carrozzabile, è bene attraversarla e proseguire sul sentiero in modo da entrare a Cornice per la via pedonale che fiancheggia un’altra cappellina, detta dei Bertucci e intitolata a S. Gioacchino.

Immediatamente si coglie l’eccezionale posizione panoramica del borgo, rivolto sulle vallate circostanti e a dominio sulle anse del Vara che si piegano a serpentina molto più in basso. Lungo la cresta si allineano le case che pian piano s’allargano attorno a un poggio, un poco più prominente. Lì sorge la chiesa e forse un tempo s’ergeva un castello. I vicoli alternano rampe di scale a passaggi coperti, anche lunghissimi. Alcuni si reggono su alte arcate e mettono in comunicazione le abitazioni con le loro parti rustiche, le stalle, i fienili, le legnaie, i magazzini. Su una parete un poeta ha scritto:«E tu viandante quando le case di presepe di Cornice in barbagli di fuoco scintilleranno nell’ultimo sole d’estate, sosta un attimo – ti prego – sul muretto di sasso e ascolta: udrai passare la voce malinconica del tempo».

1.Il sentiero per Cornice parte da Mangia. Qui si vedono ancora degli splendidi passaggi a volta in pietra. Anche le case hanno belle arcature e rustiche logge. Davanti ad esse si allargano i terrazzi dove si deponevano i prodotti agricoli.
2.La cappella dei Casarotti indica il culmine della pendice sopra Mangia. Rivela l’antichità di questo sentiero, di cui affiora ancora il selciato a gradoni. La cappella era un luogo di sosta per i contadini lungo il tragitto quotidiano fra i campi e le dimore nel villaggio.
3. Raggiunta la carrozzabile, la si attraversa proseguendo sul sentiero fra gli ulivi. In breve si giunge sulla cresta del colle in vista di Cornice. Si passa accanto alla cappella dei Bertucci e, infine, si accede al paese per la Via della Colla. Salendo la rampa accanto all’oratorio settecentesco si guadagna la parte alta del villaggio.
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