Itinerario a piedi sul versante orientale del ramo di Como del Lario.
Anche se la costa orientale del ramo di Como del Lario, in Lombardia, non gode sempre del favore del sole, il mite clima del lago, anche in inverno, favorisce le mete e le escursioni. Una di queste punta verso il ripiano terrazzato di Montepiatto, sopra il paese di Torno. È il risultato di un modellamento morenico antico, quando il ghiacciaio alpino – oltre 15 mila anni fa – giungeva fin quasi in pianura approfittando del solco poi ricoperto dal lago. Non a caso, a Montepiatto, vedremo un ‘trovante’, ovvero un grande masso di granito, pietra del tutto diversa da quelle del luogo perchè originaria delle alte vallate alpine e trascinato qui dalla morena glaciale.

Ma cominciamo da Torno, il paese a lago. Vi si arriva da Como con il battello. Il centro storico si protende su una punta della riva. Ha un trascorso di tutto rispetto. A un certo punto della sua storia, nel Medioevo, Torno contese addirittura a Como la supremazia sul lago, grazie alle manifatture di panni-lana che avevano arricchito i suoi abitanti. A ulteriore titolo di vanto i tornaschi possedevano, nella locale chiesa di S. Giovanni, uno dei chiodi della croce di Cristo, reliquia invidiata da tutti. Dopo la visita dei principali monumenti – S. Giovanni ha un bel portale marmoreo, mentre la parrocchiale di S. Tecla conserva un notevole dipinto murale di Bartolomeo de Benzi – si può affrontare la salita a Montepiatto.
La bella mulattiera, a gradoni, ha un suo alone di leggenda. Si narra che vi passò Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano, lasciando stupiti gli alpigiani con sensazionali prodigi: da una roccia fece sgorgare dell’acqua freschissima; da una rupe spiccò il volo per raggiungere più in fretta il Sacro Monte di Varese. I luoghi dei miracoli sono indicati e si vede bene il masso con l’impronta del piede del santo in procinto di lanciarsi nel vuoto. In poco più di un’ora si arriva a Montepiatto. Il nucleo sta nell’insellatura fra il dosso morenico, verso il lago, e la continuazione della pendice montana che ha come vertice il Monte Boletto (m 1323). La chiesa, intitolata a S. Elisabetta, sta sulla cima del dosso, in eminente posizione panoramica.
Il belvedere consente di vedere la larga curva del lago fra Carate e Faggeto, i monti della Val d’Intelvi e la lunga groppa del Monte San Primo, vertice del Triangolo Lariano. L’abate Amoretti, osservatore settecentesco delle vicende lariane, informa che a Montepiatto vi fu un «soggiorno di monache», ma aggiunge che poi furono trasferite «in un più innocente asilo» a causa di non provati sospetti sulla loro moralità. Secondo altri storici il convento visse di stenti fra il 1507 e il 1598, quando nella zona imperversavano epidemie e pestilenze e fu infine soppresso. Seguendo i cartelli si può raggiungere la Pietra Pendula, il ‘trovante’ di cui abbiamo già fatto cenno, in bilico su un esile piedistallo di calcare. La via del ritorno segue il versante opposto del ripiano, lungo una strada selciata. Dopo aver avvicinato i bei prati di Eirò, si rientra in paese per raggiungere l’imbarcadero. Se i tempi d’attesa sono troppo lunghi si può usare in alternativa il bus.
Punto di partenza e di arrivo: Torno, località in provincia di Como, sulla sponda orientale del ramo di Como del Lario. Si raggiunge da Como con i battelli della Navigazione Lariana o con un servizio di bus. Per gli orari consultare il sito www.infopoint.it – Tempo di percorrenza: 2 ore e 30 minuti a piedi, su facile mulattiera gradinata. Dislivello: 460 metri. Periodo consigliato: tutto l’anno; in inverno attenzione a eventuali tratti ghiacciati. Dove mangiare. A Torno: ristorante Vapore, via Plinio 20, tel. 031.419311, chiuso gennaio-metà febbraio (specialità risotto al pesce persico). Dove dormire. A Torno: Hotel Glavjc***, via Poggi 25, tel. 031.419300. Indirizzi utili: Società Archeologica Comense, p.za Medaglie d’Oro 6, Como, tel. 031.269022 – Comunità Montana Triangolo Lariano, via V. Veneto 11, Canzo, tel. 031.672000, www.triangololariano.it
Itinerario pubblicato su BELL’ITALIA 237, gennaio 2006. Aggiornato il 13.12.2009. Una descrizione più approfondita di questo itinerario si trova nella mia guida, LA STRADA REGIA, A piedi da Como a Bellagio, Lyasis 2007, 128 pag., 14 Euro.
1. Dall’imbarcadero di Torno si accede subito al centro storico. Alcune belle case affacciano al porticciolo, con i pergolati, le magnolie, i balconcini in ferro battuto, le vecchie insegne. Accanto al molo sorge la chiesa di S. Tecla.
2. Si risale via Plinio fino a piazza Caronti. Poi s’imbocca la stretta via Tridi che comunica con le più vecchie case del paese. Si notano bei portali sette-ottocenteschi. La via porta in largo degli Alpini, all’imbocco delle mulattiere per Montepiatto: da quella di sinistra scenderemo, per salire usiamo quella di destra, detta di Val de Cornu.

3. Durante la salita, alcuni cartelli indicano i luoghi dei prodigi di San Carlo Borromeo e una vallecola molto angusta che si narra visitata dal diavolo.
4. Giunti fra le case di Montepiatto ci si può dirigere, verso sinistra, al poggio della chiesa e, poco più avanti, sempre sul dosso, al sito della Pietra Pendula.
5. La discesa avviene per la pendice opposta del ripiano di Montepiatto, lungo una stradina selciata. Dopo i bei prati di Eirò si torna fra le case di Torno e, quindi, all’imbarcadero
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Scavando negli archivi, esplorando il territorio gli studiosi della Società Archeologica Comense hanno riportato in luce la mulattiera che correva lungo la sponda orientale del ramo di Como del Lario, dal capoluogo fino a Bellagio. Uno strepitoso percorso, fra i boschi e i ronchi dei coltivi, fra silenziosi villaggi e rupi a precipizio sul lago. Una occasione per scoprire la sponda più nascosta del Lago di Como con questa dettagliata e puntuale guida.
Albano Marcarini, LA STRADA REGIA, Lyasis, 2007, 120 pag. a colori con carte, foto e acquerelli, brossura con copertina plastificata. Formato: 11 x 16,5 cm, 12,00 € – Acquista
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