«Poppi – scrive uno storico toscano dell’Ottocento – si trova nel centro del principato casentinese, piccolo ma lieto per la freschezza dei luoghi e la vigoria degli uomini, oltreché abbondante di castelli nelle pendici de’ colli». Il ritratto è fedele e rimarca la bellezza di questo centro dell’alta valle dell’Arno. Le sue campagne sono quanto di più lieto si trovi in Toscana, così da confermare il detto di Curzio Malaparte, scrittore, che «chi entra in questa regione si accorge subito di entrare in un paese dove ognuno è contadino». D’altra parte fu proprio su queste terre che nel Settecento si sperimentarono innovative tecniche di coltura per mettere a frutto anche le più refrattarie pendici dei colli. Il “rittochino” e il “cavalcapoggio” sono sistemazioni agrarie nate fra Firenze, Siena e Arezzo.
Questa escursione prende avvio dal centro storico di Poppi, in altura, contraddistinto dal possente castello e dalla sua unica torre, elemento di paesaggio visibile da gran parte del Casentino. Fu per tre secoli dimora della potente famiglia dei Guidi, gagliardi nei fatti d’arme quanto assennati e lungimiranti nel governo.

Itinerario pedonale ad anello nelle campagne di Poppi, in provincia di Arezzo.
Partenza e arrivo: Poppi si raggiunge da Arezzo (37 km) con la strada regionale 71 ‘del Casentino’, oppure in treno con la linea secondaria Arezzo-Stia.
Distanza: 13.8 km
Tempo di percorrenza: 3 ore (escluse le soste).
Dislivello: 330 m
Condizioni del percorso: strade campestri e sentieri, qualche tratto su asfalto.
Periodo indicato: tutto l’anno, salvo dopo forti piogge.
Disponibile la traccia gpx del percorso facendo richiesta a info@guidedautore.it
Agriturismo Poggio a Poppi, Via Magrete 13, Poppi, 0575529886 – 3358349204. La magica ospitalità di Bea e del suo compagno fanno sì che a Poggio a Poppi si vada e si ritorni sempre. Camere ampie dal pavimento in cotto, ispirate agli amori mitologici. Piscina e copiosa colazione. Camera doppia a 70 euro a notte.
Ristorante Osteria Il Porto, Via Roma 226, Poppi, 057.5529233. La tradizione toscana in cucina: zuppe, pasta e carni di qualità. Si consuma nel giardino o all’interno di una caratteristica casa colonica di fine Ottocento. Il proprietario gestisce anche un laboratorio di ceramica. Menù intorno a 30-35 euro.
Ristorante Il Piccolo Ristoro, Via Cesare Battisti 7, Poppi, 0575348549. Nel centro storico, un piccolo (prenotare!) e accogliente locale di buona cucina, con un tocco ‘pugliese’. Prezzi abbordabili. Ideale la sera, a fine passeggiata. Menu sui 25 euro.
Alimentari Il Castello, Via Cesare Battisti 21, Poppi, 0575520211. Non solo panini (per la vostra escursione) ma anche il piacere di pranzare a mezzodì su due tavoli nel retro di questa simpatica posteria gestita da Sonia e dalla sua fedele aiutante.
Si esce dalla cinta del borgo per l’antica Porta a Fronzola. Scesi dal terrapieno che regge l’abitato si prosegue lungo la dorsale (via Colle Ascensione) dove si dispone la modesta espansione urbana di Poppi. Giunti all’altezza della stazione Carabinieri si piega a sinistra per Via Magrete. Si passa accanto al cimitero e si prosegue su uno stradello asfaltato che s’inoltra nella campagna, fra pascoli frequentati da un piccolo gregge.

Giunti all’ingresso dell’agriturismo Poggio a Poppi (alt. 405), si piega a destra e si imbocca uno stradello campestre che sale la pendice fino a entrare nelle pertinenze dell’agriturismo Vecchia Quercia (alt. 451). Si percorre la sua strada d’accesso, con le prime belle vedute panoramiche sui poggi vicini e lontani, e si esce sull’asfalto (alt. 481), sulla strada che a sinistra riprende a salire passando accanto al campo di golf del Casentino. Dopo un tratto lungo questa strada, si scorgono, in alto, verso destra, le case in pietra di Fronzola, sovrastate dal muraglione dell’estinto castello. Poco più avanti si imbocca la stradetta che porta al suggestivo abitato (alt. 563), le cui case, salvo una, in melanconico abbandono, formano con la chiesuola dal campanile a vela un quadro di toccante nostalgia. Fronzole, come si chiamava in antico, era sede di un fortissimo castello che incuteva timore a quanti ne passavano sotto le mura. Le sue rovine si rintracciano sul poggio alle spalle delle case.

Si prosegue sul sentiero che aggira il poggio di Fronzola protendendosi sul crinale della collina, quasi sempre dentro il bosco. Si superano un paio di crocicchi mantenendo sempre la direzione mediana sul vetusto sentiero del quale si apprezzano tratti di antico selciato. Era probabilmente una delle tante mulattiere che scavalcavano il Pratomagno per raggiungere Firenze. Dopo buon tratto e una lieve salita si perviene di nuovo sull’asfalto, nel punto che archiviamo come il più elevato dell’anello, a quota 621. Ora si segue la strada carrozzabile, verso destra che ben presto apre un’incantevole veduta su Poppi e sulla vicina Larniano: un grumo di case radunate attorno alla sua chiesuola. È da qui che si gode la poesia del paesaggio. Nella valle dell’Arno, dietro l’altura di Poppi si stende la piana di Campaldino, nota per la celebre battaglia del 1289 a cui partecipò un giovane Dante Alighieri. Lontana, invece, la cornice dei monti che vanno dal Falterona alla Verna. Più vicine, le pendici sparse di boschi e di campi, fra i quali si aprono valli appena accennate e apparentemente selvatiche.

Poco dopo la diramazione per Larniano s’incontra un’altra biforcazione. Qui si abbandona la rotabile asfaltata e si imbocca a sinistra una strada sterrata segnalata da diverse indicazioni di isolate località. La strada sale di qualche metro per superare la china di Colle al Vento, fra uliveti e campi di grano. Quindi scende il versante del vallone del Fosso Roille rientrando nella querceta. Quando la strada porta all’ingresso della proprietà privata del Belvedere, la si lascia e si tende a destra notando un proseguimento, più stretto, e pavimentato in cemento. Dapprima si sale di qualche metro poi ci s’infossa nell’ombrosa e umida valle del Campitello, fra un’esuberante vegetazione che fa da cupola al cammino, incontrando isolate e dirute abitazioni. Si entra infine in un’area di esbosco dove diversi tracciati possono confondere: si consiglia di seguire la traccia più battuta che inizia a perdere quota per arrivare al lembo dei coltivi presso il Casale Bavacciano (alt. 447) con un rustico campo di bocce protetto da un pergolato di vigna. Si continua al margine fra bosco e campi, oltrepassando un cancellino, per raggiungere, lungo il sentiero, l’abbandonata chiesuola di San Torello, un santo ‘contadino’ che condivideva con i boscaioli e i pastori una vita di fede e continenza.

Dopo un ultimo tratto ‘selvatico’ (dove è anche possibile per poche decine di metri farsi strada nell’avviluppo della vegetazione spontanea) si esce fra le campagne di Poppi. Si trascura, verso sinistra, l’accesso a Casa Villaneto e si continua, ora di nuovo, su uno sterrato ben battuto che, con largo giro, scende ad attraversare via Pratomagno, ormai di fronte alla schiera delle case di Poppi che incoronano la sua altura. Per arrivarvi occorre scendere a superare il T. Bora e quindi risalire alle prime case dell’abitato incontrando Via Colle Ascensione che si era iniziata a percorrere alcune ore prima: verso sinistra si rientra in Poppi chiudendo l’anello.

Albano Marcarini, IL SENTIERO DEL VIANDANTE – Da Lecco alla Val di Mello lungo il Lago di Como, Ediciclo, nuova edizione 2021, 168 pagine con foto, acquerelli, mappe.
Questa è la nuova guida aggiornata e ampliata «del più bel sentiero lungo il più bel lago del Mondo». Un cammino vissuto e narrato, passo dopo passo, su un’esile sponda di lago al cospetto dei più bei panorami che si possano concepire, fra borghi aggrappati alla cornice del lago con un occhio alla storia e ai piccoli segni di una colonizzazione umana che si perde nel tempo: case in pietre, cappelle, chiese, borghi, torri e castelli, belvedere.
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