Fra gli alpeggi di Remmalju

Itinerario a piedi nella valle dell’Enderwàsser (T.Rondo) nel comune di Rimella, provincia di Vercelli. 

Le genti delle Alpi conservano ben salda la loro identità, temprata sugli sforzi di una vita dura e sui sacrifici di un’economia mai bastante a sé stessa. Nel corso della storia ogni generazione ha saputo rinnovare le sue conoscenze e applicarle con dedizione alla colonizzazione di territori così difficili.  I walser – una stirpe di lingua tedesca originaria dell’Alto Vallese – primeggiarono in questo genere di cose, elaborando una cultura specializzata che ottimizzava le forme dell’insediamento, i modi del lavoro, le relazioni con l’esterno. Indotti all’emigrazione fra il XIII e il XV sec, essi esportarono le loro tecniche in molte vallate dell’arco meridionale delle Alpi: in particolare in Val Formazza e nelle valli confluenti al massiccio del Monte Rosa. 

Rimella, in Valsesia, è una di queste colonie walser, la più antica, come documentano due pergamente del 1256 e del 1270. Qui si sviluppa il nostro itinerario, studiato nella valle dell’Enderwàsser, sui sentieri che gli alpigiani walser utilizzarono per coltivare e per allevare il bestiame.

Rimella – Remmalju nella parlata walser – è composto da 14 borgate. Questi abitati sono caratteristici per l’ubicazione, a volte aggrappata al ripido pendio, a volte assisa su declivi erbosi o, ancora, pericolosamente sporgente su una cupa forra. Cinque di queste borgate sono poste a scalare, con orientamento a ponente, sul versante idrografico sinistro del T. Landwasser, affluente del T. Mastallone. Si tratta di una disposizione singolare, rara a vedersi, così ravvicinata e regolare, in altre parti delle nostre montagne. In basso, appena sopra il solco del torrente si trova Grondo (alt. 961), poi Villa Inferiore (alt. 1122), poi Chiesa, il capoluogo (alt. 1176), poi Prati (alt. 1218) e infine Villa Superiore (alt. 1333). Ogni nucleo è fortemente aggregato sia per la notevole pendenza del versante sia per non togliere spazio ai circostanti coltivi, oggi per gran parte riconquistati dal bosco. Nel complesso ospitano oggi 53 abitanti. Erano 1327 nel 1871. Tutte queste borgate si sono formate a partire dal XIII sec. e si ha l’idea che si siano formate tutte in un breve arco di tempo, con la migrazione delle popolazioni walser verso sud. Rimella fu uno dei primi insediamenti walser, a cui seguirono in Valsesia quelli della Val Vogna, di Alagna, di Rima e di Carcoforo. Di stampo agricolo e pastorale i walser, grazie anche al favore climatico conosciuto nel Medioevo, poterono sviluppare un’economia agricola ad alta quota deforestando i boschi per ricavarne pascoli. Dal benessere economico derivò la conservazione e l’originalità della loro identità di matrice germanica, tuttora viva nel patrimonio linguistico, nei riti religiosi, nella tecnica edilizia e nelle tradizioni popolari. Profondamente legati alla religione, gli abitanti di Rimella, fra ‘4 e ‘500, ornarono tutte le loro borgate di uno o più fra cappelle, oratori e vere chiese.


TACCUINO DI VIAGGIO

Itinerario a piedi nella valle dell’Enderwàsser (T.Rondo) nel comune di Rimella

Partenza e arrivo a Rimella, abitato posto a 22 km da Varallo Sesia e a 90 da Vercelli. Distanza: 12 km. Dislivello: 760 metri. Tempo di percorrenza: 5 ore e 10 minuti. Segnavia: Grande Traversata delle Alpi (GTA), CAI 548 – 552 – 549 – 54 7. 

Per chi: itinerario che impegna per la salita, ma ripaga per i panorami e gli aspetti storico-culturali, adatto a escursionisti allenati alle distenze. Come: con buoni scarponcini, giacca a vento, berretto antivento. Quando: dalla tarda primavera, compatibilmente con il ritiro della neve, fino a fine ottobre. 

La buona tavola: a Rimella (fraz. Chiesa) si trovano le provviste per la colazione al sacco e un ristorante presso l’Albergo Fontana, 0163.55201; a S. Gottardo, Rifugio dei Walser (albergo e ristorante), 339.3109965; all’Alpe Pianello, nella stagione estiva, rifugio della sezione Cai di Borgomanero, 0322.845342; nel medesimo alpeggio si acquista il formaggio ‘caprino’ di Rimella. Indirizzi utili: Apt della Valsesia, c.so Roma 38, Varallo Sesia, tel. 0163.51280. Info: http://www.klingenfuss.org/rimella.htmhttp://www.rimellawalser.it – Orari di apertura dei musei: Museo G.B.Filippa e Museo Walser di Rimella, solo su prenotazione, 0163.55203. 

©2024 Albano Marcarini (testi, disegni, cartografia)


1.  Si deve partire dalla frazione Chiesa (alt. 1176). In auto si potrebbe procedere ancora per un chilometro, ma è bene fermarsi qui per ammirare la Parrocchiale, giudicata una delle più sontuose della Valsesia. Intitolata a S.Michele Arcangelo,  consacrata una prima volta nel 1599, fu riedificata fra il 1777 e il 1780; l’interno rivela tutta la sua eleganza barocca. Il tono però è mitigato dalla proverbiale continenza dell’ambiente montano. Nel XIV in questa chiesa si praticava il macabro rito chiamato ‘Uttreviviscant et baptizentur’: i neonati morti non battezzati erano distesi sopra l’altare della Madonna e dopo alcuni giorni, per attendere possibili ritorni in vita, ricevevano il sacramento. Da segnalare le statue di Antonio Fontana, scultore valsesiano della seconda metà del Seicento, autore anche del pregevole cassone in legno del battistero. 

Accanto alla chiesa si trova il Museo Filippa, originato nel 1836 da un generoso intento di un benestante locale. Cosciente che i suoi compaesani non avessero le risorse economiche per viaggiare, pensò di radunare nella sua casa un repertorio di ‘meraviglie’, provenienti da ogni parte del mondo: dipinti, stampe, monete, mappe, animali imbalsamati, oggetti rari, minerali. Un secondo museo,che raccoglie reperti archeologici e cimeli sulla storia della comunità walser di Rimella, si trova nella borgata Sella (Schàttal, alt. 1287). La si raggiunge seguendo la strada, sopra Chiesa. Sella, come vuole il nome, è posta sullo spigolo del versante che guarda verso la valle del T. Rondo (Enderasser). Conserva le migliori dimore della valle. Sotto l’oratorio intitolato a S. Quirico si trovano le più antiche appartenenti alla famiglia De Robbo; la più antica è datata 1593.

2. Salendo per le scorciatoie pedonali , ormai all ìinterno della valle dell Enderwàsser, si raggiunge la strada carrozzabile in fondo alla quale inizia la mulattiera a gradini per la frazione S.Gottardo (Rund, alt. 1329), ritenuto l’insediamento originario. I walser, che chiamano il villaggio Rund, giunsero qui dal Vallese nel 1256 dopo aver ottenuto in affitto alcuni alpeggi dei canonici di S.Giulio di Orta. Si trattava dunque di pastori nomadi che col tempo si radicarono in valle. La chiesa mostra un singolare campanile a pianta trangolare. 

Il frassino è l’albero più frequente fra le borgate di Rimella. In passato forniva buona legna per il focolare, mentre le sue foglie, seccate, davano un discreto foraggio agli animali. Essendo molto invasivo sta colonizzando i prati incolti assieme alle felci, all’acero montano, ai cespugli di rovi e lamponi. 

S.Giorgio

3. Imboccato il sentiero e superato un vallone si perviene a S.Giorgio (Under du vàrch, alt. 1410), altro villaggio dalle belle architetture rustiche, poi, dopo aver attraversato il torrente Rondo, si affronta la dura salita all’Alpe Rondecca (segnavia 552). Per l’economia della vostra escursione sarebbe indicato il celebre proverbio ‘ Chi va piano, va sano e va lontano’, magari tradotto nell’idioma walser: «Uels geid uolta, geid g’sünds unn verr». 

4. La collocazione dell’Alpe Rondecca (alt. 1565) è ideale: una decina di baite si distendono su una sella prativa e sono protette da un alta rupe scistosa.

Alpe Rondecca

5. Proseguendo sopra le baite si guadagna ulteriormente quota e, ormai al di fuori dall’abito arboreo, si annunciano gli altri alpeggi Ratte e Pianello, in estate ancora ‘caricati’ dagli allevatori. In quest’ultima si trova il Rifugio Città di Borgomanero (alt. 1801). 

6. Ancora uno sforzo e dall’Alpe Pianello si raggiunge la Bocchetta di Campello (alt. 1924), storica comunicazione con la Valle Strona e, in particolare, con Campello Monti, insediamento rimasto per secoli dipendente da Rimella nonostante fosse sul versante che guarda il Verbano. La ‘Guida delle Alpi occidentali’ di Bobba e Vaccarone (1896) annota che da questa altezza è possibile scorgere la guglia più alta del Duomo di Milano. Altri tempi, evidentemente, quando nell’atmosfera non gravava l’inquinamento. In compenso resta incomparabile la veduta sul Monte Rosa, di cui si possono enumerare tutte le vette oltre i quattromila.

Alpe Pianello

Dalla Bocchetta si inizia la discesa (segnavia 548) chiudendo l’anello. Il sentiero. dapprima esile, si consolida poco a poco, assumendo l’aspetto di vera mulattiera.Tutto questo sentiero è marcato da molteplici segnavia: la GTA (Grande Traversata delle Alpi), la Grande Traversata della Valsesia, il Sentiero Italia, la Via Alpina, l’Itinerario della Resistenza, il Sentiero dell’Arte, il Grata Tramul Trail e, infine, il più modesto Sentiero CAI 548. Tutto questo ci fa riflettere sulla scarsa fantasia dei nostri tracciatori di sentieri considerando che su queste montagne, fino all’inizio del XX sec., la rete dei sentieri era molto più fitta e provvista di alternative. Evidentemente oggi è più facile ricalcare un sentiero già segnalato piuttosto che recuperarne uno vecchio. 

7. Il ritorno consente di osservare altri alpeggi – fra cui l’Alpe Selletta (Tschàttelte, alt. 1447) – che sembrano casualmente sparpagliati ma che invece rispondono a una logica di protezione dalle valanghe lasciando spazio per i prati da foraggio.

8. Lungo il sentiero si incontra la Cappella ‘della posa dei morti’. Gli abitanti di Campello fino al 1551, data di costruzione del loro cimitero, erano trasportavano i loro defunti oltre la montagna fino a Rimella. In inverno, col sentiero impedito, si lasciavano congelare le salme collocandole sotto questo riparo di roccia. A primavera sarebbero state raccolte dai rimellesi e sepolte nel loro cimitero. Sulla parete di roccia che sovrasta la cappella vive una colonia della bianca Primula delle rocce (Androsace vandellii): i suoi folti cuscinetti erbosi sono abbarbicati alla roccia mentre le radici si insinuano tra le fessure. 

L’ultimo tratto del percorso può essere variato passando, con il segnavia 547 per Villa Superiore (Dörf, alt. 1333) e Prati (Màtte). Lungo la scalinata fra le due borgate si trova la Cappella della Vergine di Einsiedeln, località della Svizzera dove si conserva un’immagine della Madonna nera, segno di attaccamento dei rimellesi ai luoghi d’origine..


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