La Ciclovia del Lambro Meridionale

Itinerario in bicicletta da Milano a Sant’Angelo Lodigiano lungo il fiume Lambro Meridionale

Il Lambro è un fiume sdoppiato che spesso ingenera confusione. In più prende diverse denominazioni a seconda dei territori che attraversa. Se possiamo identificare un Lambro ‘principale’ che nasce fra i monti della Valassina e sfocia nel Po poco sotto la collina di San Colombano, dobbiamo però anche ammettere l’esistenza di un Lambro sussidiario, detto Meridionale che interessa la Bassa Milanese e confluisce nel fratello maggiore presso Sant’Angelo Lodigiano. Ma dove prende vita questo clone che, fra l’altro, per confondere le idee si fa chiamare pure Lambretto, o Falso Lambro, o Lambro Morto? Nasce in città, a Milano, e in passato era lo scaricatore delle sue acque nere, tanto che nel Medioevo era conosciuto come Lambro Merdario. Come per quegli uccelli malvagi che occupano il nido di altri loro consimili, anche il Lambro ha occupato, più o meno abusivamente, il letto di un precedente corso d’acqua, chiamato Pudiga. Per darsi un tono e una certa capienza ha poi attratto a sé le acque di vari scaricatori dell’antica cerchia muraria cittadina e dell’Olona. Oggi possiamo dire che il Lambro Meridionale nasce presso la chiesa di San Cristoforo nel punto dove uno scaricatore del Naviglio Grande si unisce al residuo corso dell’Olona. Quindi attraversa diagonalmente la bassa pianura milanese sottopassando il Naviglio di Pavia alla Conca Fallata e ricevendo varie rogge o anche originandone di suo. A sud di Pieve Emanuele, il suo corso meandriforme dà pure forma a una debole valle di un certo interesse naturalistico. Giunto nella pavese Villanterio piega improvvisamente di 90° e confluisce nel Lambro proprio sotto il castello di Sant’Angelo. Seguire da vicino il tratto iniziale districandosi fra le piste ciclabili della Barona e del Gratosoglio non è facile e neppure ripagante (leggi, molto degrado). Meglio prendere una scorciatoia e incominciare dalla stazione Abbiategrasso della MM 2, percorrere tutta Via del Missaglia, dirottare un attimo su Ronchetto delle Rane e quindi puntare su Pontesesto, antico borgo oltre il quale il percorso, con bei tratti ciclabili, inizia ad essere interessante. Il primo ponte sul Lambro Meridionale si incontra poco prima di Fizzonasco. Assieme alle potenziali ciclovie del Ticinello, del Lambro e dell’Olona Pavese, pure trattate in questa guida, potrebbe in futuro arricchire definitivamente la rete di mobilità dolce del Parco Agricolo Sud Milano e di altre minori aree protette del Pavese e del Lodigiano. Nell’economia di questa guida la Ciclovia del Lambro Meridionale fa pure da connessione fra la Ciclovia del Ticinello e la Ciclovia del Lambro.

SCHEDA TECNICA

CICLOVIA DEL LAMBRO MERIDIONALE

Itinerario lineare nella città metropolitana di Milano e nelle province di Pavia e di Lodi.

Partenza: Milano, piazzale Abbiategrasso (stazione Abbiategrasso della linea MM 2).

Arrivo: Sant’Angelo Lodigiano. Da cui si torna a Milano raggiungendo in circa 12 km la Stazione FS di Lodi (servizio suburbano con Milano).

Distanza: 43.9 km – Dislivello: 70 m – Tempo di percorrenza: 2h45’ 

Altezza massima raggiunta: 111 m

Altezza minima raggiunta: 67 m

Tipo di percorso: strade provinciali e comunali asfaltate, strade campestri sterrate, pista ciclopedonale protetta (14%).

Fondo: asfalto 79%. Attenzione: un tratto inerbito di circa 1 km al km 32, ma percorribile; prestare attenzione all’accesso a destra, poco visibile, che aggira una sbarra, al km 38.8 in uscita da Villanterio, dopo il viadotto del Cavo Marocco.

Segnaletica: assente; indicata da Ponte Sesto con segnavia per Pieve Emanuele.

Mezzo consigliato: gravel, mtb.

Difficoltà: bassa. Prestare attenzione alle intersezioni non regolate con le strade trafficate (in particolare al km 6.1, allo svincolo di Pontesesto; al km 15.5, nell’attraversamento della Sp 40 Binasco-Melegnano prima di Gnignano; al km 20, nell’attraversamento della SP 2 Landriano-Vidigulfo; e nel breve tratto di 400 metri lungo la ex.SS 235 al km 36 prima di Villanterio).

Aree protette: Parco Agricolo Sud Milano, nel tratto del percorso incluso nella Città metropolitana di Milano; PLIS del Lambro Meridionale e del Ticinello; Parco dei Laghetti di Tolcinasco.

Dove mangiare: Signorpizza, Strada Comunale Draghetto 1 (sul percorso), Carpiano, 029815053; Pasticceria Travaini, Via Milano 68, Landriano, 0382.64095; Antica Osteria la Cassina, Cascina Bianca 2, Marzano, 3274963488; Risto/bar Pizzeria Route 69, Via Roma 69, Marzano, 3394445865; Bistrot Margot, Piazza Caduti 16, Sant’Angelo Lodigiano, 0371.211232.

Assistenza: Dottorbike, Via Eugenio Curiel 42, Rozzano, 0257511484; Cicli Coldani, Via Marconi 92, Villanterio, 0382.974019; Rognoni Cicli, Via Madre Cabrini 106, Sant’Angelo Lodigiano, 0371.90566.

Gpx (solo per abbonati Komoot): https://www.komoot.com/it-it/tour/1143713219?ref=wtd – In alternativa richiedere a info@guidedautore.it

©AlbanoMarcarini2023


LE SOSTE

PARCO DEI LAGHETTI DI TOLCINASCO. Si tratta di una piccola area naturalistica con due laghetti, di cui uno riservato alla pesca sportiva, un frutteto tematico con antiche varietà di alberi da frutto e vari capanni per l’osservazione della fauna. L’accesso all’oasi è regolamentato. Generalmente accessibile il fine settimana e vi si arriva dalla pista ciclabile Fizzonasco-Pieve Emanuele (segnavia) lungo un bel viale fra alti pioppi e prati accessibili al pubblico.

Il Parco dei Laghetti di Tolcinasco

PLIS DEL LAMBRO MERIDIONALE E DEL TICINELLO. Ubicato nel Pavese è un piccolo parco naturale, protetto dal 2009. Comprende 616 ettari fra le campagne di Siziano, Vidigulfo, Torrevecchia Pia, lungo le rive del Lambro Meridionale e del Cavo Ticinello. L margine delle estensioni coltive si trovano ambienti con specie tipiche delle zone umide (tifeti, ontaneti) dove dimorano il cavaliere d’Italia, il martin pescatore e il falco di palude. L’area protetta ha un particolare pregio entomologico per la presenza della licena delle paludi, una rara farfalla, estinta in altre parti del continente.

Martin pescatore (©AM)

LA VALLE DELLE VOLPI. Come tutti i fiumi di pianura anche il Lambro meridionale ha scavato il suo letto nel profondo dando forma a una vallecola debolmente pronunciata, di profondità variabile fra 10 e 20 metri. Nel comune di Pieve Emanuele essa ha preso il curioso nome di Valle delle Volpi, forse per la persistente presenza di questo canide fin dai tempi passati, assieme al tasso, all’onnipresente riccio e alla lepre. Nella valle, solcata dal fiume e da diversi cavi irrigui, si trovano sei risorgive e una zona paludosa. Si tratta di un fertile lembo di pianura, ancora frequentata all’inizio della primavera dalle greggi transumanti, provenienti dalla Bergamasca.

IL TOMBONE DI VILLANTERIO. Dalla strada lo si vede poco, ma prima di arrivare a Villanterio, quando ancora si pedala sulla stradina asfaltata dopo aver lasciato quelle di campagna, al km 35.8, guardando a sinistra si nota un basso edificio con uno strano arco centrale entro cui passa una roggia. Una seconda roggia, non visibile, passa più alto, ma parallela all’edificio che è doppio perché un altro corpo di fabbrica sta sull’altra sponda di questa roggia. All’interno del complesso una scala d’acqua consente alla roggia alta di collegarsi alla seconda. È il Tombone di Villanterio, una singolare opera idraulica risalente al 1711 che univa la funzionalità all’estetica: negli edifici abitavano gli addetti alla regolazione delle acque. La roggia sottopassata è il Lambrello, quella superiore la Colombaia. 

VILLANTERIO. È uno dei pochi abitati attraversati nel mezzo dal Lambro Meridionale, qui incavato di una dozzina di metri. Lo si osserva dallo storico ponte della strada della Val Tidone (ex-SS 412) assieme ai vistosi resti del castello, oggi municipio. Doveva essere un munito fortilizio, dimora di Bernabò Visconti, eretto nel XIV sec. a metà strada fra Pavia e Lodi. Da vedere, all’uscita dall’abitato, il viadotto in ferro, realizzato nel 1817 che consente al Cavo Marocco di bypassare il Lambro Meridionale.

Il castello di Villanterio

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