Itinerario a piedi alle falde del Monte Bracco, nella Valle Po, in Piemonte.
Che l’Italia sia un concentrato di tutte le bellezze del mondo dicono sia vero. Per esempio, chi poteva mai pensare di trovare in Piemonte un luogo del tutto simile ai celebri “pueblos navajos” del Colorado, con le case costruite sotto un’enorme roccia? Questo posto esiste e si chiama Balma Boves, insediamento di case, oggi disabitato, costruito al riparo di una grande caverna naturale. Balma è il termine locale che sta per “grotta”, o “parete sporgente che offre un riparo.

Il borgo è nella Valle del Po, poco prima che il fiume, sceso dal Monviso, si affacci alla pianura. Qui, sul versante di sinistra. s’innalza il monte Bracco. È una cima di poco superiore ai 1.300 metri, un po’ staccata dalle sorelle alpine e rivolta alla pianura. La gente dei paesi vicini fa risalire la sua origine a un vulcano e lo dimostra con il fatto che la neve si scioglie qui prima che altrove essendo al contatto di rocce perennemente calde. In realtà si tratta di un semplice fenomeno di diversa incidenza dei raggi solari ma, come si sa, è difficile smentire le credenze popolari. Così, forse, è nata anche l’abitudine di fare le case sotto le rocce per approfittare di questa strana forma di riscaldamento.
Sotto la coltre di annosi castagni spuntano le storie dimenticate della civiltà contadina, a metà fra le ricchezze della non lontana pianura e gli stenti della montagna. Le risorse della montagna, pur non dando benessere, consentivano diverse occupazioni: l’estrazione della pietra, l’allevamento, la fìenagione, la cura del castagneto, il taglio del legname, l’attenzione per le ortaglie e i frutteti. Tutto ciò significava una presenza umana diffusa, quindi forme di insediamento sparse, sotto forma di “balme”. Ve ne sono più dì una decina attorno al monte Bracco e Balma Boves è il più pittoresco e il meglio conservato.
II sentiero di accesso passa sotto una cascata e spunta alla base dell’immensa sporgenza rocciosa. Lì sotto, a piani diversi, collegati da scale e viottoli, ci sono edifici in pietra a tetto piano (essendo riparati naturalmente dalla pioggia non necessitavano di falde spioventi), fienili, stalle, legnaie, perfino il vecchio forno per il pane. II luogo fu abitato fino agli anni 50 del secolo scorso, poi abbandonato. Oggi, dopo un attento recupero edilizio, è stato restituito al patrimonio pubblico come unica quanto rara testimonianza di adattamento dell’uomo all’ambiente.
Balma Boves si raggiunge in meno di un’ora da Rocchetta di Sanfront o, come consiglio io dal ristorante La Vecchia Centrale in modo da abbinare il piacere del palato a quello delle antiche cose, ed è meta di una rilassante passeggiata. Se si vuole poi prolungare la gita, le pendici del monte Bracco sono percorse da una fitta trama di sentieri.
Uno di questi, ben segnalato, aggira tutta la montagna, mentre un altro arriva in vetta dove sorge il convento della Trappa, abitato dai frati trappisti tra il 1794 e il 1802. Del complesso restano la chiesa e le circostanti abitazioni rurali, un tempo celle monastiche, poi convertite a usi agricoli.

Punto di partenza e arrivo: parcheggio del ristorante La Vecchia Centrale, a Rocchetta di Sanfront (Cuneo). Ci si arriva da Saluzzo, seguendo la strada per la Valle Po. Dopo aver superato Sanfront si segue la diramazione a destra per Rocchetta; il ristorante è sulla destra, subito dopo il ponte sul Po.
Tempo di percorrenza: l ora e 30 minuti, su sentiero e piste forestali, percorso non segnalato. Dislivello: circa 160 metri. Periodo consigliato: in ogni stagione, salvo con neve.
Dove mangiare: Al ristorante La Vecchia Centrale, via Meirot l, Rocchetta di Sanfront, telefono 0175.986148 – 335.6835460. Ricavato in una vecchia centrale elettrica, propone un menù degustazione nel quale spiccano le preparazioni a base di formaggio Castelmagno.
Dove dormire: Hotel La Colletta, 3 stelle, località Colletta, Paesana, 0175.945321.
La visita esterna di Balma Boves è libera e possibile in qualsiasi periodo dell’anno. La visita agli interni è possibile solo con visita guidata, nei periodi e orari di apertura. Per informazioni su orari e altro: http://www.balmaboves.it – vesulus@gmail.com
346/6908618 – 349/8439091. Altri indirizzi utili: Ufficio turistico di Paesana, piazza Vittorio Veneto, 0175/987143.
Itinerario pubblicato su Bell’Italia, dicembre 2006. ©2018 Albano Marcarini.

1 Si parte dal ristorante La Vecchia Centrale. Si aggira l’edificio e si rimonta il prato retrostante fino alla strada campestre che taglia il pendio: la si segue verso destra.
2 Aggirato un vallone ed entrati nel bosco, si lascia la campestre e sì sale, in modo più ripido, a sinistra. Si arriva cosi alle Case Forano che si aggirano dall’alto.
3 Alle Case Forano si stacca il sentiero che in pochi minuti porta a Balma Boves. Dopo la visita si torna indietro fino alle case.
4. II percorso di ritorno segue la strada carrozzabile d’accesso a Case Forano toccando altri caratteristici nuclei abitati. Chi volesse proseguire può prendere il percorso più alto seguendo il sentiero in salita che parte dalle medesime case. Giunti a 750 metri d’altezza lo si abbandona per una pista forestale che torna a scendere, verso sinistra.
5 Raggiunta la frazione Rua Danna si lascia la strada principale, diretta a Rocchetta, e si piega a sinistra tornando verso il punto di partenza, ovvero al parcheggio del ristorante.
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Albano Marcarini, LA FERROVIA DELLE MERAVIGLIE, con foto, mappe, acquarelli e tracce gps scaricabili, Alzani editore, Pinerolo 2015. 176 pag.
La ferrovia Cuneo-Nizza-Ventimiglia è una delle più belle e suggestive ferrovie alpine. Da incorniciare. Taglia le montagne innevate delle Alpi Marittime a un dipresso dal Mar Ligure, dentro una valle – la Valle Roja – che, a tratti, assomiglia a un vero canyon, tanto che i villaggi, per resistere, si sono aggrappati alla roccia, come Saorge, il più bello di tutti. Questa guida ti accompagna per il viaggio in treno e poi, a piedi, sui sentieri della valle, da stazione a stazione. Negli ultimi decenni del secolo scorso, quando ancora l’alta velocità ferroviaria non aveva trascinato nella perdizione le linee secondarie, sulla Cuneo-Ventimiglia transitavano i grandi espressi europei, provenienti da Berna e da Basilea, e i viaggiatori, della Côte d’Azur, ammiravano stupiti le meraviglie tecniche di questa opera. Pensando ad un titolo per questa guida e ricordando la vicinanza al prezioso museo delle incisioni rupestri del Monte Bego, nella valle chiamata delle Meraviglie, ho voluto per ideale estensione comprendere in essa anche la ferrovia: per me sarà dunque la Ferrovia delle Meraviglie. E ve la voglio raccontare, nella speranza che anche una piccola cosa, come una guida, possa servire a mantenerla in vita per il piacere di coloro che amano le ferrovie. Acquista la tua copia!.
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