Scrive Tommaso da Celano, biografo di Francesco d’Assisi: «Nei giacigli era così in onore la povertà che chi aveva poveri panni distesi sulla paglia e sul sasso credeva di essere in un sontuoso letto». Il 25 dicembre 1223, in una grotta nei pressi di Greccio, S. Francesco volle rivivere la celebrazione del Natale con la rappresentazione del presepe vivente.
I sentieri della Valle Santa, nel Reatino, sono ideali per la ricerca della pace e della contemplazione, ovvero alcuni dei valori cari a San Francesco che qui visse da eremita. Oggi i suoi cammini fanno parte di un trekking a metà fra natura e spiritualità. Si tratta di una via rilanciata in occasione del Giubileo e ne percorriamo un assaggio, intorno al santuario di Greccio.
Itinerario a piedi sul versante occidentale della Piana Reatina, in Lazio.
Partenza e arrivo: stazione Fs di Greccio, sulla linea Rieti-Terni. In auto la si raggiunge da Rieti seguendo per 20.6 km la statale 79 in direzione di Terni.
Lunghezza: 17.8 km – Tempo di percorrenza: 5 ore – Dislivello: 750 metri – Condizioni del percorso: mulattiere, piste e sentieri di montagna. Per mantenere l’esatto orientamento si consiglia di utilizzare un navigatore gps. La traccia dell’itinerario si può richiedere a info@guidedautore.it – Periodo indicato: in ogni stagione. – Info. Azienda di promozione turistica di Rieti, via Cintia 87, 02100 Rieti, 0746.201146-7, www.apt.rieti.it – Sezione Club Alpino Italiano di Rieti, via S. Picerli 59, Rieti, 0746.496055, http://www.cairieti.it
Alberghi e ristoranti.
B&B Annamaria, via dei Frati 31 bis, Pié di Loggio, 0746.750419. Si trova sul sentiero per il santuario con tre camere per un ospitale alloggio al costo di 35 euro/notte per persona con colazione.
B&B Il Cammino, via dei Bifolchi 22, località San Pastore, Greccio, 339.2279249. Alloggio ispirato ai pellegrinaggi in una bella casa rustica di Greccio paese. Camera doppia da 50 a 60 euro a notte con colazione.
Ristorante Tre Camini, Prati di Stroncone, Vocabolo I Prati 68, 0744.336124. Questo ristorante può essere la meta intermedia dell’escursione, molto rinomato nella zona per i suoi piatti sostanziosi e genuini. Prezzo medio per un pranzo intorno ai 30 euro.
Pubblicato su Bell’Italia, 2016 – ©Albano Marcarini 2016.
Dalla stazione Fs di Greccio si segue la strada che conduce al crocicchio di Sellecchia. Seguendo le indicazioni stradali per Greccio si percorre un tratto di via Limiti Nord. Di fronte al cartello indicatore di Greccio, si lascia la rotabile e, scavalcato un cancello di legno, si sale lungo la vecchia mulattiera (via Pié di Monticchio), sul limitare del bosco. Raggiunta una fonte si piega a sinistra e, in breve, ci si affaccia sulla strada asfaltata che sale, a destra, verso il santuario di Greccio. Per evitare l’asfalto si può effettuare, 200 metri più avanti, una diversione verso destra, salendo per un viottolo alle case di Pié di Loggio. Tornati sulla strada si affronta ancora qualche centinaio di metri di asfalto per poi giungere al cospetto della parete rocciosa dove si aggrappano gli edifici sacri. Superato il parcheggio si accede alla scalinata che porta al santuario, le cui mura spiccano dalla selva di lecci secolari.

Il 25 dicembre 1223, in una grotta nei pressi di Greccio, S. Francesco volle rivivere la celebrazione del Natale con la rappresentazione del presepe vivente. L’evento è oggi evocato da questo suggestivo santuario rupestre. La cappella del Presepio fu realizzata nel 1228 ed è ornata da un affresco di scuola giottesca. Corridoi, nicchie e romitori ricordano la permanenza del santo e dei suoi seguaci. Di speciale fascino il dormitorio di S. Bonaventura (sec. XIII), un ambiente realizzato in legno con cellette allineate sui due lati. Il dormitorio antico è invece quello di Francesco, composto sulla dura pietra. Scrive Tommaso da Celano, suo biografo: «Nei giacigli era così in onore la povertà che chi aveva poveri panni distesi sulla paglia e sul sasso credeva di essere in un sontuoso letto». Si narra che il santo trascorse una notte insonne per aver una volta preferito un cuscino di piume, a lui offerto, invece del guanciale di pietra.
Salendo la scalinata sopra il santuario si arriva a un viottolo: seguendolo verso destra si arriva in breve a una croce, in posizione panoramica; da qui volgendo a sinistra si imbocca un’ombrosa mulattiera selciata che si inerpica nel bosco di cerri, faggi, carpini. Rimonta la pendice con una certa decisione tagliandola con alcuni rettifili. Il fondo, ben selciato, riduce la fatica. La luce del bosco si ravviva una volta giunti al colmo della salita: una sella, fra la Croce di Ruschio e il Colle dei Tre Confini, a quota 952. Segna anche l’ingresso dei Piani di Ruschio che ora andremo ad attraversare.

Questa radura di pascoli e prati, classificata come sito d’importanza comunitaria, in primavera è ammantata dal giallo vivo delle ginestre. Giovani puledri pascolano allo stato brado sui verdissimi prati. Non è raro scorgere in volo il lanario, un falcone che predilige le rocce e le cavità naturali dei bassi versanti appenninici. Si distingue dal più noto falco pellegrino per la maggior lunghezza della coda e per la sagoma più snella.
Uno stradello sterrato taglia a metà il pianoro e giunge a I Prati (alt. 903), località di soggiorno del comune umbro di Stroncone. Qui è possibile trovare ristoro. Passati di fronte alla cappella di San Bernardino, datata 1716, si raggiunge una biforcazione, posta dinanzi a un bar. Si imbocca la strada di destra fino a una sella (alt. 893) fra le ultime case del villaggio. Qui si riprende la mulattiera che scende subito in un vasto pianoro prativo. Mantenendo la traccia principale si attraversa una macchia di castagni e si torna sul versante reatino della valle del Velino. In fondo ai prati si sbocca su una strada sterrata; la si impegna verso destra (a sinistra si andrebbe a Moggio) e si inizia il percorso a ritroso risalendo il Fosso della Fonte fino a raggiungere il solitario Pozzo di S.Antonio (alt 1030), dove vengono raccolte le acque piovane per l’abbeveraggio degli animali allo stato brado e dove, in stagione, si osservano splendide libellule. Pianeggiando il sentiero si dirige nei boschi e alla Fonte Valle Ria, che nonostante la lontananza – più di 20 km – appartiene al territorio del comune di Rieti. Questo è il punto più in quota dell’itinerario. Il cerro è l’albero che prevale su queste pendici calcaree. Ora s’intraprende la discesa verso il santuario di Greccio passando alle falde del Colle dei Tre Confini – fra Rieti, Greccio e Stroncone – ricongiungendoci al cammino fatto in andata.

Il Cammino di Francesco.
La Valle Santa, in tempi remoti occupata da un lago, è oggi una pianura fra Rieti e Terni, di forma quasi circolare, chiusa da colline e montagne, come il Terminillo. In questo anfiteatro naturale sono collocati quattro santuari francescani uniti da un itinerario pedonale. Le nove tappe del Cammino avvicinano attrattive di grande fascino a partire dal centro medievale di Rieti medievale per toccare poi i santuari di Greccio, de La Foresta, Poggio Bustone, Fontecolombo. Non mancano gli incanti della natura nel bosco del Faggio di San Francesco a Rivodutri, attorno all’antico borgo di Posta, perla della Valle del Velino, o sulle vette del Terminillo. Chi percorre il Cammino di Francesco può conservare un ricordo speciale: il Passaporto del Pellegrino, documento ufficiale che accompagna i pellegrini. Tutte le informazioni su come e quando andare sono al sito http://www.camminodifrancesco.it
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complimenti caro Albano!
saluti da Gianfranco Bracci
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