Monte Canto: il ‘monte dei frati’

Itinerario a piedi sul Monte Canto, in provincia di Bergamo.

Alcune montagne nascono e restano piccole, ma si credono grandi perché sono messe in certe posizioni, separate dalle vere montagne, vicine alla pianura, così che guardandole da distanza sembrano qualcosa d’importante. In Lombardia ci sono quattro o cinque di queste colline che aspirano al titolo di monte: il Monte Orfano e il Monte Netto, nel Bresciano; Montevecchia in Brianza; il Monte S. Clemente nel Varesotto; un altro Montorfano nel Comasco; il Monte San Genesio nel Lecchese. Nella Bergamasca, e precisamente nell’Isola – il triangolo di terra formato dalla convergenza dell’Adda e del Brembo – il Monte Canto (alt. 710), che di questo triangolo forma il lato superiore. La bassa altitudine e l’esposizione ha fatto sì che questi monti diventassero, nei secoli, non solo luoghi di esemplare bellezza paesaggistica, ma anche di sacralità, forse proprio per la solitudine geografica che li rende visibili da ogni dove. Il Monte Canto aveva il titolo di ‘monte dei frati’, perché punteggiato di monasteri e chiesuole eremitiche, alcune molto antiche come a Pontida, a Botta, al Canto Basso e in diversi paesi dei dintorni. Fra questi cenobi anche S. Egidio di Fontanella, tuttora uno dei più suggestivi dell’intera Lombardia. E l’eremo dove ha vissuto David Maria Turoldo, una delle più alte voci della fede cristiana contemporanea. Questo itinerario ha come meta S. Egidio partendo dall’estremità orientale del monte, in modo da salire con gradualità e avere il tempo di godere del paesaggio e delle vedute panoramiche. Si tratta di una bella escursione, da coprire in ogni stagione poiché il Canto regala sempre aspetti diversi e piacevoli.

Mapello.map.

Tempo di percorrenza: 2 ore e 15 minuti. Distanza: 7.6 km. Dislivello: 267 metri circa. Altezza massima: 461 metri a Ca’ Bergnino. Segnavia: segnaletica locale discontinua. Periodo più indicato: tutto l’anno. Punto di partenza e di arrivo: Mapello (45°42’33.30” N – 09°32’45.51” E). Si raggiunge dall’autostrada A4 Milano-Bergamo (casello di Capriate), quindi con un tratto della provinciale 155 per Ponte S. Pietro: giunti a Bonate Sotto, si piega a sinistra per Mapello (S.P. 157). Mobilità dolce: Mapello si raggiunge anche in treno con la linea Bergamo-Lecco e fermata alla stazione di Ambivere-Mapello. Il capoluogo dista circa 2 km dalla stazione. La forchetta: Ristorante Il Vitigno di Ravasio, via Fontanella 15, Sotto il Monte, tel. 035.791178, chiuso lunedì e martedì. Indirizzi utili: http://www.priorato-santegidio.it – Per saperne di più: M. Spini, Sant’Egidio di Fontanella al Monte, Comune di Sotto il Monte Giovanni XXIII, 2001.

Itinerario pubblicato su BELL’ITALIA, luglio 2010. © 2016 Albano Marcarini.

Si prende avvio dal Municipio di Mapello (45°42’33.30” N – 09°32’45.51” E, alt. 260) 1 seguendo Via Alborghetti, salendo alla Parrocchiale sulle prime falde del Monte Canto. Il centro storico di Mapello, visto dallo spalto della chiesa, appare compatto, come doveva essere nel Medioevo o ancora prima, dato che il primo documento che cita il paese risale al 774. Possedeva torri di guardia (alcune ancora visibili) ed era cinto da un fossato, alimentato dal torrente Dordo, scorrente a oriente dell’abitato. Di difese ne aveva necessità poichè la vicinanza all’Adda, storico confine fra territori, lo espose ad assedi, almeno fino a quando con tutta la Bergamasca non entrò nei tranquilli domìni di Venezia. La Parrocchiale (45°42’39.21” N – 09°32’52.61” E) 2, costruita nel 1727, ha una leggiadra facciata barocca e all’interno ornati di stucco e affreschi.

La stradina passa dinanzi al sagrato e prosegue in salita fino al camposanto, poi si trasforma in sentiero. Ai lati si scorgono terrazzi: in passato ospitavano vigne, qui introdotte fin dal XVI secolo. La natura torna sui suoi spazi, il bosco invade i coltivi e restituisce all’ambiente l’abito originario. Cerri, roveri, castagni e l’immancabile robinia rivestono la pendice nascondendo sentieri e i segni di trascorse attività, come quella estrattiva: dalla montagna si cavava pietra arenaria, di color bruno, usata per le decorazioni degli edifici. Il sentiero si appoggia al versante nord del Canto e procede senza sbalzi di quota. Alla fine converge sull’insellatura dove sorge la chiesuola della Madonna dei Cerri (45°42’59.20” N – 09°32’03.30” E, alt. 382) 3.

Fontanella.S.Egidio110
Fontanella

La strada che prosegue lungo il crinale è asfaltata ma priva di traffico; avvicina Ca’ Bolis ed entra in una nicchia di splendido paesaggio con vigne e frutteti. Il panorama verso la piana dell’Isola sta invece acquistando i caratteri convulsi della periferia metropolitana: complessi industriali invadono lo spazio che fino a qualche decennio fa era esclusivo dell’agricoltura; le linee filanti delle strade solcano e dividono il territorio sovrapponendosi con brutalità ai più dimessi segni della naturalità residua come filari alberati, siepi e macchie boschive. I paesi, che erano nati e conformati all’attività agricola dei loro abitanti sono oggi attorniati da ville e villini, piccoli condomini. Questi residenti non si occupano più del lavoro nei campi e, a volte, si resta increduli ad ascoltare il rude e silenzioso monito delle cascine che fino a non molti anni or sono hanno ospitato la gente volonterosa delle campagne, i loro animali, i mezzi per vivere. È una pianura asciutta perché i fiumi che la lambiscono scorrono dentro profondi ‘canyon’ e non vi recano acque. Vi crescevano solo le colture seccagne, il gelso, la vite con ampie fasce di brughiera incolta. Una pianura forse differente se avesse avuto esito positivo il progetto quattrocentesco di Bartolomeo Colleoni mirante alla costruzione di un canale che da Almenno doveva irrigare l’intera Isola.

Fontanella
Fontanella

La strada si chiude sotto Ca’ Bergnino (45°42’54.90” N – 09°31’35.90” E, alt. 461) 4; qui prende avvio una rampa a scalini che dopo aver raggiunto l’accesso del cascinale prosegue in costa fra i ronchi recintati di Montalbano, la cuspide orientale del Canto. La zona è ben tenuta e mostra l’aspetto di un giardino. Vinta una curva, appare in tutta la sua bellezza la conca di Fontanella; dal caseggiato spiccano la chiesa e il campanile del monastero. Pochi passi ancora e si arriva al piazzale (45°42’59.72” N – 09°30’55.81” E, alt. 454) 5.

Il complesso fu eretto fra il 1080 e il 1130 negli schemi dei monaci cluniacensi assieme alle fondazioni gemelle di Pontida e di S. Paolo d’Argon. Nell’insieme spicca il campanile a un piano di trifore, impostato sulla navata centrale della chiesa. L’impressione più netta si gode dal prato che guarda le tre absidi che sono poi, al contrario della facciata, le parti meno toccate dai restauri. Si abbia il tempo di ammirare la misurata volumetria, il gioco degli archi di coronamento delle absidi e la regolare cadenza delle semicolonne. Dentro, la chiesa è a tre navate, di disegno non regolare perché l’edificio è leggermente deviato verso destra.

Abbazia.Fontanella111
Abbazia di S.Egidio

Ma questa è la bellezza delle architetture medievali; esse mascherano dietro un’apparente conformità, una diversità di materiali, di forme, di volumi non casuale, soggetta a simbolismi che ancora oggi ci sfuggono. Si noti nelle murature l’impiego di quella pietra arenaria cui ho fatto cenno in precedenza, alternata ad altra di tinta grigiastra. Ci sono affreschi alle pareti: un Cristo Pantocratore nella conca dell’abside maggiore e, nella navata destra, un dipinto a trittico con la figura di S. Egidio di Giacomo Gavazzi da Poscante (sec. XVI). Prima di lasciare l’abbazia entrate nell’attiguo chiostro; su un lato è posato un sarcofago. Racchiude le spoglie di Teoperga, regina, forse moglie ripudiata di Lotario, re dei Franchi, e sorella di Alberto da Prezzate, il nobile che conferì ai cluniacensi le terre per la costruzione dell’abbazia.

Scalinata (3)
Fontanella

A Fontanella è ubicato il ristorante che ho scelto come vostra meta gastronomica. Dopo il lauto ristoro si riprende la marcia per tornare a Mapello; lo faremo stando più in basso, costeggiando le falde del monte in un paesaggio di grande piacevolezza. Occorre inizialmente scendere la strada asfaltata per Pratolongo. Un centinaio di metri dopo il primo tornante, lasciate le case di Fontanella, si imbocca uno stradello sterrato, verso sinistra. Lo si segue fino a una casa isolata (La Busa, 45°42’49.62” N – 09°30’57.31” E, alt. 358) 6; qui si piega a destra, verso valle, scendendo una rampa che in breve conduce al nucleo di Volpera (45°42’40.12” N – 09°31’04.20” E, alt. 310) 7, da cui spicca un bel palazzo padronale. Passando dinanzi alle sue pertinenze, lungo il muro di cinta, si continua su una strada campestre lungo la costa, fra vigne, per raggiungere il cascinale di Ca’ Volpera. Erano queste le strade che un tempo intessevano con una fitta trama tutto il territorio fra Mapello e Sotto il Monte. A un crocicchio si scorgerà un grosso cippo (45°42’38.20” N – 09°31’28.90” E, alt. 309) 8 indicatorio ottocentesco: riporta le strade che conosciamo, per la Volpera e per Mapello.

Ca Bianca
Ca’ Bianca

Seguitando lungo la costa del monte si tocca Ca’ Bianca, che conserva le sue linee tradizionali e, poi, dopo aver lambito dall’alto l’ombroso parco della decaduta Ca’ Mozzaglio, si arriva a una scalinata in pietra. La si calca con riverito omaggio a chi la realizzò e a chi la recuperò in tempi recenti. Dopo un ponticello si confluisce sulla rotabile (Via dei Colli, 45°42’35.67” N – 09°32’05.76” E, alt. 454, altro bel cippo) 9: a destra si arriverebbe in fretta a Mapello, ma su asfalto; meglio allora piegare a sinistra e, dopo un centinaio di metri, a destra, su uno stradello che attraverso vecchie cave di pietra torna nel bosco. Dopo un tratto di sentiero si riaffiora in corrispondenza di una stradella che punta sinuosa verso le case di Mapello, fra alti muri in pietra e scorci su lembi di prato. Dopo poche centinaia di metri si torna in paese.

garmin-basecamp-86La traccia GPS e altri contenuti di questo itinerario sono disponibili su richiesta a info@guidedautore.it

 

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