Itinerario a piedi sul versante destro della bassa Val di Susa, in provincia di Torino.
I Certosini furono esperti costruttori di monasteri. Nel 1084, S. Bruno fondò la Chartreuse, in Savoia, dando vita a un ordine che si diffuse in tutta Europa. In Italia Pavia, Padula e Serra in Calabria, dove il santo terminò la vita terrena, sono le certose più note. Meno conosciuta è la Certosa di Monte Benedetto, nella Val Susa, in Piemonte. Non si raggiunge in auto, è isolata e mantiene le forme originarie dell’architettura certosina, priva di ornamenti e di lusso. Si trova al centro di una fitta trama di insediamenti monastici poiché la valle fu via di transito per i pellegrini medievali sulla ‘Via di Francia’, attraverso i valichi del Moncenisio e del Monginevro.
Punto di partenza e di arrivo: Adret, frazione di S. Giorio di Susa. Si raggiunge da Torino seguendo la statale 24 o l’autostrada A 32 (direzione Frejus) fino a S. Giorio. Qui si sale lungo la strada, molto stretta, che collega tutte le frazioni del comune, sul versante della montagna, passando per Pognant e Città. L’ultima frazione, dove la strada si chiude, è Adret (1142 m). In totale, da Torino, 58 km. Tempo di percorrenza: 2 ore e 30 minuti. Distanza: 7.42 km. Dislivello: 350 metri circa. Condizioni del percorso: sentiero. Segnavia: 524 – 506 – 512. Periodo consigliato: in assenza di neve fino all’inizio dell’inverno. Info. A metà ottobre, a S. Giorio, Festa del marrone. Parco naturale Orsiera-Rocciavré, via San Rocco 2 – fraz. Foresto, Bussoleno, tel. 0122.47064 – Fax 0122.48383, www.parchialpicozie.it
Dove mangiare. Rifugio Val Gravio, Vallone del Gravio, S. Giorio di Susa, tel. 0119.646364; 333/8454390, www.rifugiovalgravio.it, aperto il fine settimana con 22 posti letto, cucina con eventi speciali che si rinnovano di settimana in settimana con il clou del ‘gran bollito misto alla piemontese’. Menu normale da 25 Euro. Mezza pensione da 30 Euro. – Paradiso delle Rane, località Traver d’Amoun, S. Giorio di Susa, tel. 0122.640069, aperto sabato e domenica fino a fine ottobre, piccola ristorazione con tagliere di salumi e formaggi della valle, caffetteria. Menu da 20 Euro.
Dove dormire. Certosa di Monte Benedetto – Foresteria, tel. 0122.47064, alloggio in 4 camere a 12 Euro a persona per notte, aperta dal 1 giugno al 31 ottobre. – B&B Baita Evelina, Località Pian Vernetto 1, S. Giorio di Susa, tel. 0122.640396; 338.3616849, www.baitaevelina.net , due camere fra i castagni, a 25 Euro a notte per persona. – Convento di S.Francesco, I Chiostri, p.za S.Francesco 3, Susa, tel. 0122.622548, www.sanfrancescosusa.com , ospitalità per pellegrini in 23 camere con servizi, offerta libera.
Itinerario pubblicato su BELL’ITALIA di settembre 2010. © 2016 Albano Marcarini.
La passeggiata alla certosa è piacevole e non faticosa. Ci si può avvicinare in auto salendo fino a Adret, frazione del comune di S. Giorio di Susa. Qui, a 1142 metri d’altezza, si parcheggia. Dopo aver traversato le poche case del villaggio si imbocca il sentiero con il segnavia 524: un’esile traccia nel castagneto. In pochi minuti si arriva a un ponticello in legno che scavalca il Rio del Gravio. Si risale il versante opposto, dentro una pineta. Giunti a una sella, ecco apparire la conca prativa della certosa, «una piccola casa, una certosa modesta con una chiesa ben costruita» come la ritraevano antichi documenti. I certosini arrivarono qui nel 1198 e vi rimasero fino al 1498 quando un’alluvione, danneggiando il monastero, li costrinse a rifugiarsi in fondovalle. Ma avviciniamoci.

Si passa accanto alla ‘grangia’, ovvero l’edificio agricolo dipendente dal monastero, si porge un pensiero dinanzi a una edicola sacra con la figura della Madonna, si scavalca un bel ponticello in pietra ed eccoci di fronte alla chiesa. Si erge su solide pareti in pietra mentre il tetto è di ‘lose’, lastre di pietra scistosa. L’interno è semplice, a una sola navata; se si aggira l’edificio, sul lato posteriore, si noteranno i segni di una sopraelevazione e le belle finestre strombate.

Qui, sul retro della chiesa, si allargava il grande chiostro, distrutto dall’alluvione. Gli altri edifici oggi visibili e adibiti a uso agricolo sono parti della casa del Priore, del dormitorio dei conversi, del piccolo chiostro. Nel 1999 il complesso è stato restaurato, a cura del Parco naturale Orsiera-Rocciavré. C’è grande silenzio, le ore sono scandite dal lavoro di una famiglia contadina: offre ospitalità e agevola la visita della chiesa.
Dopo la visita alla certosa si riprende il cammino. Dal ponte di pietra, si volge verso la montagna, con il segnavia 506: il sentiero risale uno stretto costone nel bosco. Più in alto concederà un po’ di respiro, traversando praterie umide, per poi di nuovo avvicinare il Rio del Gravio, giusto all’altezza del Rifugio Valgravio. Qui si troverà anche il segnavia del ‘Sentiero dei Franchi’, un suggestivo trekking di circa 60 chilometri. Parte da Oulx e arriva alla Sacra di S. Michele, l’impressionante monumento che fa da sentinella alla Val Susa. Si dice che fu l’itinerario seguito nel 773 da Carlo Magno per sorprendere le truppe del re longobardo Desiderio.

Il rifugio è una pausa gradita con un’ottima cucina nostrana. Si può sostare a lungo perché la via del ritorno sarà breve. Basta seguire il sentiero d’accesso al rifugio e rispettare, presso le baite del Passet, la direzione per Adret.

Segni imponenti di un paesaggio umano perso nel tempo – muri in pietra, fontane, baite, terrazzamenti – accompagnano i nostri ultimi passi. Avendo tempo, ancora a piedi, in circa un’ora, si può raggiungere la Certosa di Banda, che fu il successivo rifugio dei monaci dopo l’abbandono di Monte Benedetto. Il sentiero parte dalla frazione Baratte di Villar Focchiardo, comune del versante destro della Val Susa, a 5 chilometri da S. Giorio di Susa in direzione di Torino.
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